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Delneri: "Chiellini sfortunato ieri, difesa Juve ha esperienza. E' squadra più forte d'Italia, non pagherà partenza Pogba"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 6 settembre 2016, 19:30Calciomercato
di Giovanni Spinazzola
per Tuttojuve.com

Delneri: "Chiellini sfortunato ieri, difesa Juve ha esperienza. E' squadra più forte d'Italia, non pagherà partenza Pogba"

Luigi Delneri, ex tecnico - tra le altre - di Chievo e Juventus - ha parlato ai microfoni di Road2Sport di Italia, Chiellini, Chievo, mercato e campionato. “La partita di ieri dell'Italia? E’ stata una buona gara giocata in dieci uomini per l’espulsione di Chiellini. La squadra deve ancora entrare nella mentalità di un buon allenatore come Giampiero, tecnico con esperienza e buon carisma che sa imporre le proprie idee di gioco. Ho visto che ha convocato un buon gruppo assemblando, anche, delle coppie come Antonelli-Bonaventura, Parolo-Candreva, i giocatori della Juve. Ci sta, in questo periodo, che la forma non sia ancora delle migliori viste anche le poche partite di campionato. E’ sempre una difesa con molta esperienza. Sono convinto - ha spiegato - che per saper attaccare e difendere bene debba esserci una squadra molto coesa tra i reparti. Non si può giudicare l’errore di un singolo – in questo caso di Chiellini – perché ci può stare. Conosco Giorgio ed è un giocatore di assoluta affidabilità, è stato sfortunato per quell’intervento e non essendo al top della condizione fisica può commettere un errore. Ritengo la difesa bianconera una delle migliori ancora per i prossimi anni. Che opinione mi sono fatto dopo le prime due giornate di campionato? Ho visto una Juventus che ha sempre una soluzione per vincere la partita. I bianconeri hanno migliorato molto il loro organico in vista della Champions, hanno fatto una campagna acquisti molto oculata e sono stati costruiti per vincere quell’unico trofeo che gli manca. Senza nulla togliere a nessuno, penso che la Juve sia - ha ammesso - la squadra più forte d’Italia. L’unica incognita, a mio avviso, è rappresentata dall’insidia della doppia sfida che hanno sempre delle variabili che possono portare dei rischi. Partenza forte delle genovesi? Sono molto contento di questo. Hanno entusiasmo, una buona organizzazione dettata da due ottimi allenatori e una buona qualità che possono permettere dei risultati importanti. La Samp ha Muriel che sta crescendo molto bene, è un valore aggiunto così come Quagliarella. Anche il Sassuolo è partito bene, peccato per quella discrepanza burocratica che ha fatto perdere la partita vinta sul campo con il Pescara. Cassano? Antonio, alla lunga, magari ti diventa un valore aggiunto. Oggi è così, ma domani la vita può cambiare perché il calcio è l’unico mondo in cui l’idea può cambiare piuttosto facilmente. Sto leggendo che si sta allenando in disparte, penso si alleni con grande voglia perché vuol dimostrare una certa rivalsa calcistica. Sta a lui, adesso, a far cambiare idea ad una platea in cui comunque lui ha dato tanto. Non dimentichiamoci che la Samp ha giocato l’ultima Coppa dei Campioni con Antonio che fu molto determinante a far conseguire quel risultato insieme al gruppo. La Samp può cambiare idea? Mai dire mai, Antonio - ha analizzato - è un ragazzo che può ancora dire la sua. Dipenderà molto da lui. Momento attuale in casa Roma? L’uscita dalla Champions non è stata assorbita benissimo; è chiaro che, da quanto leggevo, tutti puntavano a qualificarsi per il girone. L’eliminazione è stata pagata nel match pareggiato con il Cagliari, ma Roma è una piazza importante e sono sicuro che saprà trarre vantaggio anche da questa situazione poiché è una formazione strutturata per poter fare un campionato importante dove sarà protagonista con il Napoli.

Non bisogna affatto dare peso alle prime partite, l’importante - ha spiegato - sarà la mentalità che la squadra avrà per il resto della stagione. Tutti a caccia della Juve? Sì, è normale andare a caccia di chi vince da cinque anni il campionato. Quest’anno anche il Napoli è migliorato a discapito della cessione di Higuain, perché è stata creata una rosa competitiva costruita con attenzione dove sono stati acquistati giocatori di qualità. Ha un allenatore che sa muovere bene il campo nelle sue idee, ha una struttura consolidata e in più ci sono dei valori aggiunti come il nazionale Giaccherini, Milik e Diawara. Chi dopo la Juve? Napoli secondo e Roma terza. Milanesi? A me piace l’idea che il Milan stia costruendo una rosa di giocatori italiani come Bertolacci, Donnarumma, Montolivo, Romagnoli. Si da così possibilità ai nostri connazionali di poter far esperienza perché poi, un domani, si entra nell’ottica di pensare che l’Italia abbia bisogno di questi calciatori. Anche il Sassuolo - ha sostenuto - mi sta piacendo per questo motivo, con giocatori come Berardi, Consigli, Cannavaro e Peluso. Se Pogba è stato sostituito in questo mercato? Hanno cercato di sostituirlo, ma è stato compensato dai grandi arrivi. Per come interpreto io il calcio, i bianconeri sentiranno poco la mancanza di Pogba. E’ arrivato Pjanic che non è una seconda scelta, anzi. Sono convinto, però, che nel calcio sono tutti importanti ma nessuno è indispensabile. Sono arrivati giocatori di esperienza come Higuain, Alves, Cuadrado che hanno permesso di strutturare differentemente la squadra. Un’altra sorpresa come il mio Chievo del 2002 in questo campionato? No, come il mio Chievo no. I clivensi sono una storia a se, innanzitutto perché è una favola che nasce in un quartiere ed è impossibile paragonare questo concetto. Fu la prima squadra a vincere la prima partita di campionato dopo vent’anni e al primo anno di Serie A fu in testa per diversi mesi da neopromossa e dava due gol a tutti. Pagammo - ha ricordato - purtroppo dazio nel girone di ritorno, ma quel Chievo avrebbe meritato di vincere quel torneo perché faceva un calcio diverso dagli altri. Fece innamorare tutti gli italiani, che spesso ci tifavano come seconda squadra. Siamo stati tutti orgogliosi di esser stati la squadra più amata d’Italia, da chi ha lavorato come il presidente a Giovanni Sartori. Mi auguro che lavorando bene, le piccole squadre possano lottare alla pari con le grandi – il Sassuolo lo sta dimostrando alla grande – e perché no, vedere nascere nuovi Leicester. Quale campione tra Totti, Del Piero, Cassano e Pazzini mi è rimasto più affezionato dal punto di vista tecnico e comportamentale? Ho sempre avuto ottimi rapporti con questi calciatori. Francesco (Totti ndr) può esser definito un calciatore che può ricoprire diversi ruoli come la mezz’ala, la punta. La sua forte passione la stiamo vedendo ancora oggi. Poi ci sono - ha concluso - Antonio ed Alex (Cassano e Del Piero ndr) che hanno ruoli più definiti e precisi, anche Montella che ho allenato era un bell’attaccante. Come non citarti Buffon, Chiellini e Barzagli, quest’ultimo cresciuto da me nel Chievo. Il bello è conoscerli per come sono in realtà e non come vengono dipinti dai giornali, ho un grande ricordo e mi ritengo un allenatore fortunato per aver lavorato con loro”.