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tmw / juventus / Primo piano
PUNTE SERENETUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
domenica 4 dicembre 2016, 21:33Primo piano
di Caterina Baffoni
per Tuttojuve.com

PUNTE SERENE

La lezione è stata servita anche questa volta e, come accade da ormai più di cinque anni a questa parte, solo chi non conosce bene la Juve e la sua storia poteva pensare che a Genova si sarebbe aperta una possibile "frattura" in casa bianconera. Incidenti di percorso che capitano a chi ha mezza squadra fuori per infortunio. Più che la vittoria di per sé, la buona notizia per Allegri è che ha finalmente trovato il vero Miralem Pjanic. Perno e faro del centrocampo per tutto il match di ieri fin quando non è stato sostituito tra gli applausi scroscianti del pubblico. Sarà stato per il "nuovo" ruolo di trequartista, sarà stato che la scoppola di Marassi lo ha svegliato, sta di fatto, che quella contro l'Atalanta è stata la migliore prestazione del bosniaco da quando veste il bianconero, e non a caso è coincisa con un rinvigorito rientro di Marchisio che ha fatto da collante in tutta la metà campo juventina coprendogli le spalle senza fare lavoro "extra" di copertura snaturandosi troppo come nelle precedenti gare. Sicuro di sé e faro per i compagni, il bosniaco ha potuto mettere il suo talento al servizio della squadra e ha fatto la differenza: non serviva due assist in una partita dall'aprile 2015 con la maglia della Roma contro il Sassuolo. Servono conferme, certo, ma l'impressione è che sia scattato il tanto atteso guizzo vincente che si attendeva in quel di Torino. 
E' bastata una solo sonora ed inaspettata sconfitta bianconera, come sappiamo, per additare già colpe fantascientifiche ad una squadra che non ha mai avuto davvero l'opportunità di giocare insieme, causa infortuni. Un pò come avvenne lo scorso anno a Firenze alla luce della debacle contro la Viola. Anche in quell'occasione, ci fu bisogno di un ceffone inaspettato a dovere per rimettersi in pista e far tacere chi ama creare qualche zizzania di troppo.
Inutile sottolineare la straordinaria prova dell'altro ragazzo dell'est che sa bene come cosa si intenda con la parola "sacrificio". Attaccante a segno, centrocampista pronto a recuperare palla e difensore aggiunto: tutto questo è stato anche ieri sera Mario Mandzukic.

Una forza della natura: la classica fortuna di ogni allenatore, nonché classico giocatore che ogni compagno di squadra vorrebbe avere al proprio fianco. Il primo a lottare su ogni pallone e a mordere le caviglie avversarie, l'ultimo a smettere di crederci.
Il numero diciassette ha messo lo zampino in quattro gol nelle ultime quattro presenze in Serie A (tre gol, un assist): una garanzia. 
Eppure, i polmoni e la grinta al servizio della squadra, li ha messi anche Gonzalo Higuain mancando solo l'appuntamento con il gol per la quarta partita di fila, cosa che non gli accadeva da aprile 2015. E come all solito ecco un'altra pioggia di critiche e sospetti, come se non se ne possa fare a meno in Italia. I suoi gol arriveranno, quelli importanti sì che poi saranno anche pesanti. Anzi, il Pipita semmai si sta finalmente scrollando di dosso il peso di dover segnare automaticamente ad ogni ingresso in campo, come se ogni rete dipendesse solo da lui, e ogni vittoria dalla sua "giornata". Non è così: finalmente può e sa rendersi utile anche come "spalla" per i propri compagni. Chi ama il calcio e bene se ne intende, non può far altro che elogiarlo per il gran lavoro che svolge in tutte le fasi della partita ed in ogni reparto del campo, non segna è vero, ma fa segnare agevolando la manovra offensiva di volta in volta. E' altrettanto evidente a tutti che stia giocando lontano dalla porta e per questo è soprattutto lui il primo ad attendere con ansia il ritorno della Joya. Chissà che un giorno non molto lontano non possa riscoprirsi un attacco a tre là davanti, condito da pura classe, gol e sacrificio. Non è un caso, tuttavia, se un certo Alessandro Del Piero ai microfoni di Sky nel post match gara, alla specifica domanda su un possibile "caso" Higuain per il mancato feeling con il gol abbia risposto:" Gonzalo non è assolutamente triste o arrabbiato, è venuto alla Juve perchè sa come sia più importante vincere qualcosa che segnare 36 gol e basta."
Ed ecco che miglior chiosa a questo discorso non poteva fornire, come spesso fa, capitan Pinturicchio.