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tmw / juventus / Primo piano
ESSENZIALE NUMERO 17TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 24 gennaio 2017, 14:00Primo piano
di Caterina Baffoni
per Tuttojuve.com

ESSENZIALE NUMERO 17

"Gioca con passione. Lotta con coraggio. Vivi con orgoglio". Così tuonava un post sui social media di Mario Mandzukic il cui volto era associato inevitabilmente a quello di un leone, all'indomani di un match vinto a tinte bianconere. Il post gara di Juventus-Lazio di domenica 22 gennaio, ha restituito indiscutibilmente a tutto il mondo bianconero e non, la convinzione che Madama abbia davvero un felino di quella caratura in squadra, grazie al modus vivendi e all'indomabile spirito guerriero di un giocatore silente ma che si fa sempre "sentire" in campo e da cui è oramai impossibile prescindere. Inutile nascondere come sia diventata di fondamentale importanza la presenza del croato tra gli undici di Allegri. Assunti come spirito di squadra, coraggio, passione, copertura difensiva, attacco feroce, mordere costantemente le caviglie avversarie, sono significati che da sempre caratterizzano il personaggio, insieme ad atteggiamenti molto restrittivi, per non dire contrari, rispetto alle intrusioni dei media.
Il suo modo di giocare, di interpretare il ruolo di centravanti, è una conseguenza diretta di tutti questi concetti che domenica ne ha esaltato l'importanza del giocatore per l'intero sistema di gioco della squadra.

Domenica si è constatato come la Juve sia dotata di un attaccante dalle caratteristiche particolari e uniche in questo senso, non classiche, con grande capacità di corsa e una strepitosa forza mentale invidiabile da parte di ogni sportivo praticante.
La sensazione, vedendo scorrere le immagini della gara di domenica contro i biancocelesti, è stata quella dello strapotere tecnico accoppiato al predominio fisico. Ma anche quella di una carica agonistica rara, assoluta per un giocatore che di partenza non è considerato titolare. Mandžukić segna di tacco, di potenza, da lunga distanza, con un destro a giro, di testa, rubando palla al difensore, di contropiede, controbalzo e con un attacco alle spalle, in quello che poi diventerà un classico momento di pressing alla Mandžukić, e se non segna fa segnare anzichè attendere il pallone nella sua area di campo.
Eppure, la bellezza di questo giocatore che si percepisce e si respira quando lo si vede in campo, permette di andare oltre la solita e quanto mai banale retorica del guerriero calciatore. Tutto questo invece permette di ridefinire la sua collocazione nella mappa calcistica degli ultimi anni. Mandžukić, oggi, si è adattato talmente bene agli automatismi e ai meccanismi della squadra a tal punto che quest'ultima non può più fare a meno della squadra presenza e del suo contributo. Un attaccante diventato raro e di assoluta imprevedibilità in grado di sostenere il peso della vicinanza di un certo Higuaín, di farsi carico delle caratteristiche di aiuto nella fase difensiva che mancano al Pipita. È stata una questione di tempismo azzeccato, perfetto: giusto nel momento in cui Dybala è venuto a mancare per infortunio, il 17 bianconero ha saputo tirare fuori il meglio del suo repertorio tecnico e tattico, scoprendosi capace di altro contributo alla causa, aiutando la squadra bianconera a superare indenne l’assenza del suo uomo offensivo di raccordo. Ovviamente, il contenuto del gioco aggregativo di Mandžukić è nettamente diverso da quello della Joya, ma il croato è un calciatore fisico che esprime il proprio meglio paradossalmente nei movimenti senza palla, quasi come se riuscisse a convogliare in se il lavoro di due giocatori compatibilmente perfetti come Higuain e Dybala e in grado di conseguenza di assicurare loro, in modo quasi incredibile, un uomo extra al centrocampo e perfetto alle loro spalle.
 Quella del tridente è un’opportunità tattica più volte immaginata da Allegri nelle sue dichiarazioni e ovviamente una possibilità di cui tener conto per il futuro immediato. 
Mario Mandzukic rappresenta il prodotto grezzo perfetto che permette a chi lo affianca di rendere al meglio.
Fossi in Buffon, qualche preoccupazione in più ce l'avrei.