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L'INTERVENTO - Luigi Vergallo: "Bonucci, Allegri, ma tutto sommato…la meraviglia del calcio"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 26 febbraio 2017, 12:30Primo piano
di Redazione TuttoJuve
per Tuttojuve.com
fonte di Luigi Vergallo, ricercatore e scrittore

L'INTERVENTO - Luigi Vergallo: "Bonucci, Allegri, ma tutto sommato…la meraviglia del calcio"

Credo che il mister e la società abbiano giustamente voluto mandare un segnale a un gruppo di ragazzi che, nelle ultime settimane, hanno troppo spesso - e capricciosamente - contestato le scelte del mister. Se anche fosse vero che Massimiliano Allegri ha compiuto degli errori nel valutare la situazione atletica di qualche giocatore prima di decidere un cambio (e chi non ne compie di errori, peraltro? Siamo esseri umani e per fortuna non siamo perfetti), pare evidente che il mister sta facendo uno sforzo mostruoso per tenere in tensione la squadra. Stiamo infatti parlando di un gruppo che si appresta a vincere il sesto scudetto di fila - e lo sta facendo splendidamente - ma che ha ancora (e forse soprattutto) alcuni altri traguardi importanti da inseguire e, in qualche modo, provare a centrare. Basta osservare la comunicazione non verbale di Massimiliano Allegri quando si trova al bordo del campo, per coglierla tutta e vederla, la fatica che fa. Vi sento già bisbigliare “sì, ma se quella è fatica…”. È fatica anche quella, lo è: senza-alcuna-ombra-di-dubbio. Questi ragazzi di venti o trent’anni devono assumere un atteggiamento diverso. Tutto sommato, però, sono cose del calcio. Anch’io mi arrabbiavo col mio allenatore, e nello stesso tempo mi fidavo di lui. Stiamo parlando di relazioni e persone: insomma, di qualcosa di un po’ complicato. Capisco, dunque, che anche il tifo calcistico debba appunto rientrare in questo tema delle relazioni e delle cose un po’ complicate. Però, francamente, di realismo faccio il pieno già quando lavoro: quando mi dedico al calcio preferisco conservare almeno un po’ di idealismo. Vorrei dunque passare a parlare dei colori del calcio. Negli anni Ottanta, quando ero ancora un bambino, il mondo in cui viviamo mi sembrava molto più colorato. Certo, io ero un bambino: ma non può trattarsi soltanto di quello. Ricordo un Milan-Lecce seguito a San Siro insieme a mio padre. Eravamo in curva, in quella del Lecce. Alla fine del primo tempo una piccola delegazione di tifosi milanisti passò per uno scambio di sciarpe, senza trovare particolare fortuna. Alla fine della partita, sulle rampe, un ultrà del Milan ci aveva raggiunti e mi aveva proposto – di nuovo – di fare lo scambio. Io esitavo, perché il mio papà quella sciarpa l’aveva comprata per me proprio quel giorno, prima di entrare allo stadio. “Dai, dagliela, mi diceva mio padre”. Quel ragazzo, però, notando la mia indecisione, aveva subito aggiunto “ma no, se non vuoi non stare a preoccuparti”. Lo scambio non si fece, ovviamente, ma insomma io ero proprio un bambino e di quel ragazzo mi ricordo oggi ancora, e oggi ancora ci penso: in qualche modo, è questo che voglio dire, uno scambio si fece, e fu uno scambio particolare e profondo. So bene che negli ultimi tempi va più di moda il rancore, il litigio, la tentazione costante di aizzare le folle. A me - però - piace pensarla così, questa vita allo stadio: preferisco insistere - dentro ogni riga che scrivo - su questo banale ideale… di un modo diverso di pensare il pallone, il tifo, la propria squadra del cuore.

* Luigi Vergallo, ricercatore e scrittore