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ESCLUSIVA TJ - Antonio Paolino (Juve Channel): "Juve migliorata, arriverà tra le prime tre. E a gennaio tornerà sul mercato. Buffon? Vado controcorrente..."
lunedì 13 dicembre 2010, 14:00Esclusive
di Salvatore Campana
per Tuttojuve.com

ESCLUSIVA TJ - Antonio Paolino (Juve Channel): "Juve migliorata, arriverà tra le prime tre. E a gennaio tornerà sul mercato. Buffon? Vado controcorrente..."

I microfoni di Tuttojuve.com sono andati questa volta direttamente a Vinovo per incontrare in esclusiva il giornalista di Juventus Channel Antonio Paolino.

Cosa significa per un tifoso juventino lavorare come giornalista di Juventus Channel?
Sicuramente una sfida intrigante, ma anche una grossa responsabilità, perché il coinvolgimento è doppio e investe la sfera professionale e quella personale.

Quali sono stati i veri problemi della Juventus della scorsa stagione?
Parlerei di tante piccole componenti, che hanno portato a ingigantire le problematiche nei momenti cruciali dell’annata. Qualcosa nel gruppo si era sfilacciato e, di conseguenza, le motivazioni in alcuni giocatori andavano spegnendosi.
Ricordo ad un certo punto della stagione la “paura” di non farcela, di non riuscire a superare i momenti di difficoltà. Di non sentirsi grande squadra. Era necessaria, come c’è stata, una svolta.

Avresti ceduto Diego, Giovinco e Candreva?
Con la massima schiettezza dico di sì, ma aggiungo anche un ‘però’. Dei tre avrei investito su Candreva, nonostante capisca le motivazioni che hanno portato a privarsene. Diego, per le sue caratteristiche, l’ho ritenuto dal primo momento un azzardo. Di sicuro ne continuo ad elogiare la bontà umana e professionale. Troppo alto però il tasso di responsabilità, nel nostro campionato, per un “brasiliano” anomalo e, di conseguenza, poco a suo agio ai ritmi e alle marcature asfissianti. Giovinco è un prodotto sì del vivaio, ma paga non tanto lo spessore tecnico quanto quello di adattamento ad una realtà importante. Un conto è giocare titolare da qualsiasi parte, un conto cercare di diventare leader alla Juventus, in una particolarissima zona di campo dove i campioni sono di altissimo livello.

Che tipo di allenatore è Gigi Del Neri? Lo consideri un allenatore vincente o affidabile?
Il concetto di allenatore ‘vincente’ è controverso: è chi ha vinto tanto o chi ha le qualità per poter raggiungere traguardi importanti? Guardando la serie A di quest’anno, ci si accorge che in pochi hanno vinto: al massimo la Coppa Italia o lontano dai nostri confini, ma con risultati già discutibili qui da noi. Alcuni allenatori sono emergenti, altri come Del Neri, appunto, sono ‘di razza’. Intesa come caratteristica per valorizzare al massimo la squadra. Alla Juve Del Neri ha la grande opportunità di togliersi tante soddisfazioni. In più, giocano a suo favore l’esperienza maturata e una società come la Juventus, che punta al forte rilancio.

Credi che gli acquisti di quest’anno siano mirati al tipo di gioco che l’allenatore ha richiesto, oppure per mancanza di un budget economico di alto livello che non ha permesso uno o due acquisti di “campioni” affermati?
Uno spende in base al budget che ha a disposizione, e lo fa cercando di ottimizzarlo al massimo. Nel rispetto di un progetto e di alcune priorità ben precise. Il tempo dei “paperoni” è finito, anzi alla Juventus non è mai esistito. La storia e lo stile del club insegnano che si è sempre usata la testa e il raziocinio, sbagliando a volte le scelte, ma non le intenzioni. Ritengo fosse necessario un rinnovamento della rosa, più che l’acquisto di uno-due presunti campioni. Questo sarà il secondo step del prossimo anno; per il momento si è abbassata l’età media della rosa e allo stesso tempo il monte ingaggi. Di per sé già una piccola inversione di marcia. E poi si è imbastita una squadra … E si sa che chi ben comincia è a metà dell’opera!


Dopo sedici giornate di campionato e l’eliminazione in Europa League, che giudizio ti sei fatto sulla nuova Juventus?
Potrà pure non vincere nulla - sebbene mi auguri il contrario! - ma sento che siamo sulla strada giusta. Le incertezze di inizio stagione sono state superate. La squadra è migliorata anche nelle difficoltà e nelle emergenze. Certo, dispiace per la Coppa, ma pure in quel caso l’eliminazione è stata figlia delle prime uscite, dove infortuni e gioco erano ancora troppo sproporzionati.

Avresti sacrificato Buffon per l’arrivo di un nuovo “campione” in squadra?
Nel calcio bisogna contestualizzare gli eventi. E il cuore va tenuto saldamente a riposo, prima di prendere qualsiasi decisione. Nel passato abbiamo digerito anche acquisti discutibili e cessioni eclatanti. Non vorrei che fosse la regola che, se si vince, va bene tutto, viceversa no. Buffon è patrimonio del calcio e per questo la domanda parrebbe superflua: chi ce l’ha se lo dovrebbe tenere stretto! Vado controcorrente. Ero a conoscenza nel 2006 che sarebbe finito al Milan e che l’Inter era pronto a deviarne le intenzioni. È voluto rimanere in B e, anche solo per questo, da juventino lo ringrazierò a vita. Ma poi, di fronte all’offerta di 80 milioni di Euro l’anno successivo da parte del Manchester, lo avrei sacrificato sì, e con quei soldi avrei cominciato il progetto di ricostruzione… Un po’ come si fece con Zidane.

Pensi che la Juve interverrà sul mercato di gennaio? In quale reparto dovrà rinforzarsi?
Sono convinto di sì, a patto che ci siano delle buone opportunità: utili nella sostanza e non solo all’apparenza. Gennaio sarà una tappa del mercato preziosa per accelerare la fase di ricostruzione generale della squadra. Antipasto delle mosse definitive già in cantiere, ma che si potranno concretizzare solo a campionato finito.

L’anno scorso il pubblico non è stato tollerante. Quest’anno ha dimostrato da subito di essere vicino alla squadra. Come spieghi questa metamorfosi? Perché questo cambiamento della curva bianconera?
I tifosi, non solo quelli della curva, sono intelligenti e hanno capito che stavano sbagliando e che in quel modo non facevano male solo alla squadra, ma anche a se stessi.
Non giustifico gli errori societari del passato, ma neanche i vergognosi episodi di intolleranza e di strumentalizzazione di una parte di presunti tifosi. Si vince e si perde assieme.

Cosa pensi della rinascita di Felipe Melo? Non credi che Diego avrebbe dovuto avere un’altra chance come il suo compagno di squadra brasiliano?
In ogni lavoro, senza la dovuta serenità non si rende al massimo. Questo è ciò che ha patito Melo, ma non solo lui. E poi c’era lo scotto di un trasferimento impegnativo e di un ruolo snaturato da quello originario. E poi alla juve di quest’anno serviva più la riconferma di uno in mezzo al campo.

Credi nelle qualità di Aquilani?
Il miglior acquisto che si potesse fare. E ho detto tutto. Anche perché era in quel ruolo che eravamo carenti, inutile girarci attorno. Aquilani-Melo come coppia e come caratteristiche non hanno nulla da invidiare a nessuno.

La Juventus ha acquistato un grande giocatore come Krasic. Pensi davvero che sia paragonabile a Pavel Nedved?
Lo ricorda, ma non sono propriamente identici. Impressiona la somiglianza e il grande spirito di lavoro che contraddistingue entrambi.

Qual è la Juventus più forte di tutti i tempi? Se dovessi sceglierne una soltanto, quale diresti?
Mi verrebbe da dire, senza pensarci, Zoff-Gentile-Cabrini…, ma poi penso a quella di Capello. E spero che entrambe siano meno forti di quella del prossimo anno!
Metti in ordine di preferenza questi grandi campioni della storia bianconera: Zidane, Baggio, Sivori, Charles, Boniperti, Del Piero, Platini, Scirea.
Non sarebbe una classifica corretta, ma solo dettata dal fattore emotivo e conoscitivo. Dico solo che il primo amore non si scorda mai. E per questo ripeto che al primo posto metterei Platini, ma solo perché ai suoi tempi ero un ragazzino e mi esaltavo, da promettente (!) centrocampista, a emularlo.

Cosa pensi di Giuseppe Marotta?
Mi piacciono le persone schiette, sincere e leali. Lui lo è. Dal primo momento che è arrivato alla juve ha cercato di meritarsi, col lavoro, il ruolo che ricopre. Mi ha colpito la grande semplicità con cui ha cercato di farsi conoscere dalle diverse realtà societarie, Juventus channel compresa.

Andrea Agnelli, come Presidente bianconero, rappresenta la continuità della famiglia. Quanto potrà incidere sull’ambiente e sulla squadra?
Quello che mi interessa è che i rami forti della famiglia, che accolgono l’eredità del grande passato, dimostrino di tenere alla squadra. Come ha dimostrato John Elkann nella bufera del 2006, come ora dimostra Andrea Agnelli. Lasciamolo lavorare, lasciamolo anche sbagliare. Ma non lasciamolo solo… Vorrà vincere come tutti noi, non credete?!

Chi vincerà lo scudetto? La Juve in che posizione si classificherà?
Non fatemi sbilanciare troppo… Dico che la juve arriverà tra le prime tre. Riaggiorniamoci agli inizi di marzo e saprò essere più preciso. Se saremo in scia della prima posizione… sarà bello vedere come andrà a finire!