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L’attaccante perfetto per l’Inter? Gioca nella Juve, ma è un sogno proibito
A volerli mettere in fila, sarebbero pure troppi. Lautaro Martinez, Marcus Thuram, Medhi Taremi, Marko Arnautovic, chissà Valentin Carboni e magari anche Joaquin Correa. Oggi c'è Alexis Sanchez, domani è improbabile. A volerli contare e non pensare, si direbbe che l'Inter, in attacco, abbia un problema di abbondanza più che di carenza, pensando all'anno prossimo. Poi però, al netto di quello che succederà col rinnovo di Lautaro e col mercato in fibrillazione su Thuram, in Viale della Liberazione si studia come mettere una nuova freccia nella faretra di Simone Inzaghi.
Il reparto offensivo è stato, del resto, la principale lacuna di una squadra che in questa stagione di pecche ne ha avute pochissime. Il bel gioco di Inzaghi, però, non è riuscito a nascondere del tutto l'inadeguatezza di Arnautovic e Sanchez rispetto alle premesse. Soprattutto del primo, che in compenso è legato ai nerazzurri - a differenza del cileno - da un altro anno di contratto. Così, se a qualcuno, partendo proprio dall'austriaco, si cercherà una sistemazione, tra le priorità per il mercato estivo figura proprio la ricerca di un nuovo attaccante. Con tanti nomi nel solito calderone e un identikit da trovare.
Il profilo di Albert Gudmundsson, il più accostato all'Inter nelle ultime settimane dato che alla dirigenza piace eccome, è forse quello che farebbe al caso dei nerazzurri. All'Inter, fanno notare in molti, manca qualcuno che strappi e cambi la partita, quando Thuram va in panchina o non riesce nella missione. Doveva essere Sanchez, ma forse per sopraggiunti limiti anagrafici non può esserlo. L'islandese, che nel dribbling è forse il migliore della Serie A, ha un paio di pecche: costa tanto ed è, in fin dei conti, al primo anno ad altissimi livelli. L'attaccante perfetto, e si scrive sapendo che rasenta una provocazione, "gioca" nella Juventus e si chiama Federico Chiesa. Nelle mani di Allegri sbuffa e si chiede perché debba essere sempre il primo cambio, in quelle di Inzaghi potrebbe fare il definitivo salto di qualità e magari puntare quei 14 gol che il livornese aveva promesso a inizio stagione. Resterà, salvo sorprese che però sarebbero davvero clamorose, solo un identikit e nulla di concreto.
Il reparto offensivo è stato, del resto, la principale lacuna di una squadra che in questa stagione di pecche ne ha avute pochissime. Il bel gioco di Inzaghi, però, non è riuscito a nascondere del tutto l'inadeguatezza di Arnautovic e Sanchez rispetto alle premesse. Soprattutto del primo, che in compenso è legato ai nerazzurri - a differenza del cileno - da un altro anno di contratto. Così, se a qualcuno, partendo proprio dall'austriaco, si cercherà una sistemazione, tra le priorità per il mercato estivo figura proprio la ricerca di un nuovo attaccante. Con tanti nomi nel solito calderone e un identikit da trovare.
Il profilo di Albert Gudmundsson, il più accostato all'Inter nelle ultime settimane dato che alla dirigenza piace eccome, è forse quello che farebbe al caso dei nerazzurri. All'Inter, fanno notare in molti, manca qualcuno che strappi e cambi la partita, quando Thuram va in panchina o non riesce nella missione. Doveva essere Sanchez, ma forse per sopraggiunti limiti anagrafici non può esserlo. L'islandese, che nel dribbling è forse il migliore della Serie A, ha un paio di pecche: costa tanto ed è, in fin dei conti, al primo anno ad altissimi livelli. L'attaccante perfetto, e si scrive sapendo che rasenta una provocazione, "gioca" nella Juventus e si chiama Federico Chiesa. Nelle mani di Allegri sbuffa e si chiede perché debba essere sempre il primo cambio, in quelle di Inzaghi potrebbe fare il definitivo salto di qualità e magari puntare quei 14 gol che il livornese aveva promesso a inizio stagione. Resterà, salvo sorprese che però sarebbero davvero clamorose, solo un identikit e nulla di concreto.
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