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...Mauro Esposito

...Mauro Esposito
venerdì 18 aprile 2008, 00:002008
di Barbara Carere

"Il primo amore non si scorda mai, ancor più quando diventa un progetto di vita insieme consolidato con uno splendido matrimonio ed un figlio - così esordisce Alessandra Sottile, moglie dell'attaccante della Roma Mauro Esposito -; ho conosciuto Mauro quando aveva quindici anni, all'epoca giocava nella primavera del Pescara e veniva con gli altri ragazzi a pranzare nel ristorante dei miei genitori".

Fu amore a prima vista?
"Per lui credo di sì, invece io ero più razionale considerando anche il fatto che ero più grande di lui di otto anni".

E poi?
"L'amore ha trionfato su tutto, ora sono quindici anni che siamo insieme più innamorati che mai".

Cosa ti ha colpito di Mauro?
"Il suo modo di essere responsabile nonostante fosse giovane, diverso dai ragazzi della sua età già con le idee ben chiare e molto maturo. Mi ispirava sicurezza caratteristica indispensabile, a mio avviso, in uomo anche se lui era solo un ragazzo".

Viceversa cosa ha colpito Mauro di te?
"Dovresti chiederlo a lui però conoscendolo ti rispondo: il mio essere più grande, matura. Ho rappresentato per lui un gran punto di riferimento considerando che lui era senza famiglia a Pescara".

Come marito e padre come è?
"Bravo, specie come padre, insieme guardano le partite e sono entrambi tifosi del Napoli, ovviamente".

Il Napoli un altro grande amore di tuo marito...
"Però questo è un matrimonio che non è mai avvenuto. Spero per lui che un giorno possa accadere, anche se a Roma stiamo benissimo; però per lui che è napoletano indossare la maglia della sua città sarebbe il massimo".

E a te piacerebbe vivere in una città come Napoli?
"Sono innamorata di Napoli, anche se ha delle grosse problematiche ancora irrisolte che tendono a dipingere in modo negativo una città a mio avviso tra le più belle d'Italia, forse anche la più bella".

Ricordi la proposta di matrimonio come è avvenuta?
"Come potrei dimenticarlo... Raggiunsi Mauro a Coverciano, dopo sei ore di pullman. Lui doveva disputare un'amichevole con la Nazionale, pioveva a dirotto ma seppe riscaldarmi con la proposta più meravigliosa che abbia mai ricevuto: quella di diventare sua moglie. Una gioia indescrivibile difficile da spiegare con le parole".

Il ricordo più bello del tuo matrimonio?
"Sono stati tre giorni di festa a Capri, ci siamo sposati due anni fa a giugno in questa meravigliosa isola in presenza di tutti i nostri parenti ed amici. Dei giorni indimenticabili, da favola oserei dire".

Ma in casa parlate mai di calcio?
"Spesso, ci sono televisori per tutta la casa sintonizzati sui canali portivi e mio figlio a sei mesi già calciava, veramente già quando era in grembo. Mi sa che in casa mi tocca un altro calciatore!"

Donna di calcio e tifosa di quale squadra?
Quella in cui milita mio marito senza ombra di dubbio, così la pace familiare è salva".

La maggior parte dei calciatori sono scaramantici; lui lo è, considerando che è anche meridionale?
"Poco, indossa qualche maglia portafortuna prima delle gara ed anche il mio ciondolo con il numero sette disegnato. Un tempo quando indossava quel numero di maglia a Cagliari gli ha fatto segnare tanti gol importanti, ora che è alla Roma gli ho regalato il diciotto, ma non ha funzionato così bene almeno per il momento".

Qual è il gol che ti ha dedicato e che ti ha procurato più piacere?
"Quando eravamo a Cagliari mi ha dedicato tanti gol, ma quello più importante che sto aspettando è per nostro figlio... Incrociamo le dita".

Il regalo più bello che invece ti ha fatto?
"Nostro figlio".

Materiale?
"Un anello di fidanzamento che apparteneva a sua nonna. Era l'inizio che eravamo insieme e lui mi disse che me lo donava come pegno d'amore; non sapeva né quando e né come, ma la cosa certa è che mi avrebbe sposata".

Per concludere, anche a te l'arduo compito di stilare una regola del decalogo per andare d'accordo con il marito calciatore...
"Posso sapere le altre?"

Prima: sopportare e supportare il marito calciatore, by Alessandra Grava. Seconda: essere nomade, by Roberta Bucchi. Terza: non intraprendere nessuna discussione dopo una partita andata male, aspettare il giorno dopo quando la bruciatura scotta di meno, by Ilenia Di Natale.
"Allora aggiungerei di non intromettersi troppo o meglio per niente nelle loro scelte professionali".

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"Li saluto tutti, e grazie a voi".