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Pechino compra tutto, il calcio italiano in mano ai cinesi. Palermo ai messicani e Vicenza alle cordate estere, ok ma attenzione alla triste Slovenia di Manenti...

Pechino compra tutto, il calcio italiano in mano ai cinesi. Palermo ai messicani e Vicenza alle cordate estere, ok ma attenzione alla triste Slovenia di Manenti...TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 24 febbraio 2015, 10:222015
di Claudio Pasqualin
Claudio Pasqualin (Udine, 30 maggio 1944) è un procuratore sportivo e avvocato italiano del Foro di Vicenza, esperto di diritto sportivo. È stato vicepresidente dell'AIC, presidente di AssoProcuratori ed è attualmente presidente di AvvocatiCalcio.

Il calcio italiano in mano ai cinesi. Una costatazione di una realtà che va di pari passo con l'economia del nostro Paese. Vale per l'economia in generale e anche per il calcio. Dobbiamo prenderne atto. I cinesi hanno avuto un primo approccio nel nostro calcio con il Pavia e hanno già dichiarato che il club avrà cinquantamilioni di tifosi. Con azionisti cinesi, pensateci, quanti tifosi avrebbero l'Inter o il Milan?

Adesso i cinesi hanno deciso di comprare il calcio italiano. Wang, acquistando Infront, ha comprato i diritti del nostro campionato. Anche se qui c'è un discorso di schermature, i reali proprietari magari non si sapranno mai. Una scatola cinese, appunto. Si è costretti ad assistere in maniera supina e acquiescente ad una serie di problematiche. I cinesi così si mangiano tutto. E sono anche abili tatticamente e strategicamente, tant'è che hanno lasciato al comando di Infront il nipote di Blatter e a Milano è rimasto Bogarelli.

La Roma ha fatto la maglia con una scritta in cinese, questo è un segnale. Gli unici che tirano fuori i soldi sono i cinesi oppure i fondi d'investimenti in maniera più o meno nascosta. E questo costituisce una sorta di abdicazione della nostra politica governativa. Anche la Federazione s'è vista ridurre i proventi da parte del Coni, un segnale della crisi economica dell'Europa e dell'Italia in particolare. In Italia c'è il ghiotto boccone degli stadi che prima o poi si materalizzerà, credo che l'occhio lungo degli investitori abbia questo tipo di visione: approdare adesso per esserci quando girerà una quantità enorme di denaro per la costruzione degli impianti.

Poi attorno a queste situazioni c'è anche del folklore. S'è parlato del Palermo interessato ai messicani, un argomento anche folkloristico. Ma almeno qui si sente il suono delle trombe dei Mariaci che mette allegria. Ma la questione diventa triste, quasi lugubre, quando si parla della meno pittoresca e folkloristica Slovenia. Ogni riferimento a Manenti è puramente voluto. In Italia non ci sono controlli, basti pensare che s'è dato spazio di imperversare anche, appunto, a tale Manenti, che ha le sembianze di un ufo. Adesso arrivano i cinesi, lo faranno in maniera sempre più massiccia. A Vicenza si vocifera dell'interesse di una cordata estera per la società: i tifosi sognano l'uomo del gas russo, lo sceicco e magari proprio il cinese. L'importante è che non arrivi il Manenti di turno. E poi ci sono russi e russi, a Venezia c'è la Russia ma fanno fatica.

Dunque maggiore attenzione e più controlli. Per un calcio sempre più all'insegna della globalizzazione, che personalmente mi rende triste. Ma non ho soluzioni miracolistiche. Lotito direbbe coactus volui, costretto ho voluto. Come tutti i tifosi italiani vorrei una soluzione diversa, ma mi rendo conto che al di là del deficit dirigenziale e politico viviamo in un momento in cui le realtà economiche più floride non sono in Italia. Pechino compra tutto. E il calcio è un prodotto che può ancora tirare, soprattutto se gestito come credo che lo gestiranno i cinesi. E non come lo gestiscono i nostri attuali dirigenti.