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Quella sporca dozzina

Quella sporca dozzinaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 6 marzo 2015, 21:252015
di Claudio Pasqualin
Claudio Pasqualin (Udine, 30 maggio 1944) è un procuratore sportivo e avvocato italiano del Foro di Vicenza, esperto di diritto sportivo. È stato vicepresidente dell'AIC, presidente di AssoProcuratori ed è attualmente presidente di AvvocatiCalcio.

Dopo il successo delle nostre squadre in Europa League si è inneggiato al trionfo del calcio italiano. Ma di quale calcio italiano andiamo parlando? Forse sarebbe più corretto inneggiare al trionfo delle "squadre straniere che giocano in Italia". Di italiani, nelle cinque squadre scese in campo nella notte europea, ce n'erano solo dodici, compresi i sei del Torino. Fosse un film d'avventura, mentre invece è un film tra il drammatico e l'horror, potrebbe titolarsi "Quella sporca dozzina". "Sporca" perché quella dozzina di italiani un po' inzacchera, quasi sporcando, l'esterofilia dei nostri presidenti. Esterofilia che è spesso indotta da motivazioni non puramente tecniche ma di ben altra natura.
Tutto ciò sotto gli occhi appannati della nostra dirigenza federale. Ancora impantanata in vicende di libri che si autovende, di registrazioni compromettenti e decisioni eroiche di cui si assume "la piena responsabilità" (rinviare invece che sospendere le partite del Parma, ma pensa tu che coraggio!). Di fronte alla drammaticità del caso Parma il signor Beretta (che ha stoicamente incassato con signorile indifferenza il "conta zero" del suo mentore Lotito) fissa l'assemblea a ben dieci giorni dopo.

Imperturbabile e flemmatico Beretta! Il calcio ha i dirigenti che si merita. E la reazione di Malagò (Coni) e Del Rio (Governo) è troppo timida e quindi inefficace. Senza immediato commissariamento non può esserci rinascita. In queste mani sprofonderemo sempre di più. E il campionato checché ne dica Tavecchio, è già falsato dal caso Parma. Niente in serie A può essere più come prima. Il sostegno (ma con quali fondi?) ad un'impresa in difficoltà potrebbe salvare il salvabile, ma non la faccia. La disparità tra chi ha già giocato contro il Parma e chi dovrà giocarci e già nei fatti. E non esistono soluzioni miracolistiche che pongano fine al malfatto.