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Ventura e l'Italia, l'uomo giusto al posto giusto. Lippi azzurro e il conflitto d'interessi, la pagliuzza nell'occhio e la trave del regolamento...

Ventura e l'Italia, l'uomo giusto al posto giusto. Lippi azzurro e il conflitto d'interessi, la pagliuzza nell'occhio e la trave del regolamento... TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 8 giugno 2016, 21:332016
di Claudio Pasqualin
fonte Testo da raccolto da Alessio Alaimo

La Nazionale a Giampiero Ventura. Nel contesto attuale è l'uomo giusto al posto giusto, ha tutte le caratteristiche per poter essere guardato con favore, simpatia e prospettive per il futuro. Ma anche lui dovrà avere a che fare con ciò che passa il convento. E il convento italiano passa ben poco. L'evolvere del calcio nazionale non è certo favorito dalle norme della Federazione, che continua a favorire il dilagare dell'ondata straniera e non si cura dello sviluppo e la tutela dei vivai. Il passettino in avanti che si fa quest'anno con i quattro più quattro nelle rose da venticinque è veramente una goccia nel mare che occorrerebbe colmare. Ciò che s'impone è una norma di imperio che imponga 7-8 italiani in campo, sono incredulo che la Federazione non ci stia neppure pensando. Prima devono pensarle e poi, forse, farle. Vedi la riforma delle seconde squadre oppure i format dei campionati con la Lega Pro che torna incredibilmente a sessanta squadre contro ogni logica e realtà di fatto. È infatti di tutta evidenza che l'area professionistica va ridotta piuttosto che ampliata considerato che l'economicità del sistema non consente l'assorbimento di tutti questi calciatori professionisti. Basta guardare alle altre realtà dove il calcio professionistico è pressoché la metà del nostro.

Con Ventura in Nazionale dovrebbe andare Marcello Lippi, ma non gli è consentito perché il figlio fa il procuratore. Siamo al cospetto di un regolamento inadeguato ed illegittimo. Un regolamento che sdogana l'improvvisazione e la competenza autocertificata su modulo prestampato, l'essenza di uno pseudoregolamento che presenta profili di criticità anche dal punto di vista costituzionale, considerato che il diritto al lavoro è garantito dalla Costituzione. Ma se vogliamo parlare di conflitto d'interessi,se ne sono visti di tutti i colori a partire da quelli ipotizzati per il presidente della Lega Serie A, per il quale in quanto dipendente di UniCredit potevano profilarsi dei conflitti d'interessi con l'Atahotel Executive (dove si svolgeva il calciomercato) di proprietà della stessa banca. La Federazione si preoccupa della pagliuzza (caso Lippi) rispetto alla trave che ha nell'occhio (lo pseudoregolamento antistorico e anticostituzionale).