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Carlo Nesti: "Anti-fair play e Doyen contro l'etica"

Carlo Nesti: "Anti-fair play e Doyen contro l'etica"TUTTO mercato WEB
giovedì 16 luglio 2015, 06:412015
di Carlo Nesti

Non è soltanto Papa Francesco, nella gerarchia universale dei valori, a implorare il ritorno della "persona" davanti al "profitto". Tuttavia, il calcio business, di questi tempi, sembra infischiarsene della finanza etica. Il fair play economico europeo ha ridotto il deficit da 1,7 miliardi a 0,5 miliardi, ma la limitazione della libertà personale, nell'uso dei soldi, sarebbe un reato, per cui ecco una causa in agguato presso la Corte europea. E che dire del fondo di investimenti Doyen? Gli anglo-maltesi partono all'attacco, perché la messa al bando della Fifa viola principi europei, come la concorrenza, e la libera circolazione di capitali e lavoratori. Secondo questo sistema, giammai dovremmo temere partite irregolari, quando giocatori, legati allo stesso proprietario, si battono uno contro l'altro.

Il calcio business, in sostanza, sta mostrando i muscoli: liberalizziamo il suicidio economico dei club, e legittimiamo una sorta di partito trasversale di giocatori con maglie diverse. Se questo è lo sport moderno, viva il calciobalilla, dove i colori erano soltanto 2, ma almeno distinti e riconoscibili. I tifosi, per anni, sono stati accusati di una malattia di nome "sindrome del sospetto", come se certe ipotesi fossero solo ipotesi da bar. Poi, sono arrivati Calciopoli e le scommesse clandestine, e si è capito che era giusto dubitare, purtroppo, della credibilità di troppe situazioni.