Nesti: "Cassano - Dalle cassanate al figliol prodigo"
Abitualmente, diciamo che i campioni dello sport devono ricordarsi, nella vita privata, di costituire un modello per i coetanei.
Ed è altrettanto vero che anche sbagliare, rendersi conto di avere sbagliato, e trasmettere questo messaggio, magari tardi, ma comunque trasmetterlo, è importante. E' la logica del pensare "io ho ecceduto, ma almeno tu, che sei più giovane, non ripetere i miei stessi errori".
Il termine "cassanata" è entrato persino nel nuovo vocabolario Treccani: "Gesto, comportamento, trovata, tipici del calciatore Antonio Cassano. Da quando è alla Roma, la sua storia si divide tra grandi colpi, e grandi colpi di testa. Spettacolare in campo, pirotecnico anche fuori: un gol e una "cassanata"".
Eppure Antonio, ribelle per antonomasia, ha rilasciato una intervista sorprendente.
"Quando ero nella Roma, alla vigilia di una partita contro la Juve, fuggii dal ritiro, e tornai alle 6 del mattino. La sera, giocai un grande incontro, e mi convinsi che fare certe cose migliorava il mio rendimento. Tutto falso: capitò solo quella volta. Fui uno stupido".
"Inoltre mancai di rispetto a Totti, che mi aveva ospitato per 6 mesi a casa sua. E a Madrid, venni alle mani con l'allenatore Capello, e aveva ragione lui, e ce l'ha ancora. L'arrivo di 2 figli, e l'operazione al cuore, mi hanno trasformato. Non sarò mai più quello sbagliato di un tempo".
In sostanza: il calcio italiano può festeggiare il suo "figliol prodigo"? Sarà il futuro a stabilirlo, ma un fatto è certo. Lo sport richiede di essere già maturi prima dei 30 anni. Ma quando lo si diventa, nella vita-media dei giovani?
Quando l'età del buon senso arriva, in ogni caso, merita un boato: proprio come un gol.