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Nesti: "Quel Balotelli che batte il Papa su Twitter"

Nesti: "Quel Balotelli che batte il Papa su Twitter"TUTTO mercato WEB
martedì 30 dicembre 2014, 10:122014
di Chiara Biondini
fonte SEGUITEMI IN it.radiovaticana.va/news/società/sport

BALOTELLI: UN MILIONE DI FOLLOWERS PIU' DEL PAPA

"Il fatto che, su Twitter, - dice Carlo Nesti al Direttore della Radio Vaticana Italia Luca Collodi - Balotelli abbia 3 milioni e mezzo di seguaci, di followers, mentre Papa Francesco ne ha 2 milioni e mezzo, non può, e non deve preoccupare nessuno. Se Balotelli gioca a calcio, ha i 50 mila spettatori di uno stadio, e magari anche i 5-6 milioni di telespettatori che lo seguono. Se Papa Francesco va in Brasile, la patria del calcio, per la GMG, si muove, e parla fra decine di milioni di persone, e, in particolare, proprio giovani. E' normale che su Twitter, frequentato da persone di età media sotto i 30 anni, Balotelli abbia successo, come hanno successo lo sport e il gossip. L'importante è che non vengano trasmessi messaggi pericolosi, e, ultimamente, sui social network, un malinteso ha esposto il giocatore a livello razziale. Generalmente, i messaggi sono innocui, e ne vorrei ricordare uno del 29 maggio: "Un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare". Sarebbe bello se Balotelli insistesse su questa forma di comunicazione".

MANCINI IN BICI A SANTIAGO DE COMPOSTELA?

"La promessa, da parte di Mancini, di andare in bicicletta a Santiago de Compostela, in caso di terzo posto dell'Inter, mi consente una riflessione, magari "bacchettona", ma sentita. Da quando è cresciuta la mia consapevolezza di cristiano praticante, le preghiere di richiesta, rivolte a Dio, alla Madonna, e ai Santi, si sono ridotte del 99,9 per 100. Se avvengono, riguardano gli altri, e la mia condizione psico-fisica. Nello sport, io, che ero un consumatore esagerato di "Padre Nostro", prima di scendere in campo, mi sono convertito ad un'altra filosofia. Che senso ha, dinanzi al prossimo, chiedere una vittoria, che renderebbe felice me, ma infelice chi perde? Io spero che i tanti giocatori che pregano, prima di cominciare le partite, lo facciano domandando a Dio di non farsi male, e questo lo accetto. La promessa di Mancini sarebbe un ringraziamento, e anche ciò è ammirevole, ma se prima del ringraziamento c'è la preghiera di richiesta del terzo posto, suggerisco: per favore, preghiamo per cose più importanti!"

RAI SPORT: LE "MEDAGLIE" 2014 DI MALAGO'

"Credo che il modo più attendibile di stabilire cosa è andato bene, e cosa è andato male, nello sport italiano del 2014, sia lasciare la parola al presidente del Coni Malagò, uscendo dalle varie interpretazioni giornalistiche. Ai microfoni di Rai Sport, assegnando un 6,5 allo sport azzurro, e un 6 a se stesso, ha indicato 3 imprese: innanzitutto il clamoroso recupero della Pellegrini nella 4 per 200 degli Europei, e poi, sullo stesso piano, la maglia gialla conquistata da Nibali nel Tour de France, e la vittoria della Errani e della Vinci a Wimbledon. La tirata d'orecchie è toccata ai fallimenti della Ferrari e della Nazionale di calcio. Personalmente, invece, mi sento di assegnare un 7 a Malagò per una scelta, e cioè quella, molto discussa, sul caso Kostner. Esistono giustizie diverse, basti pensare a quella terrena e a quella divina. Ci sta che Malagò, come presidente del Coni, elogi la fermezza dei giudici, ma anche che, come uomo, abbia il diritto di dire: "Pure io mi sarei comportato così, per amore di una persona cara".

STADI: MENO FERITI, PIU' ARRESTI

"La mia premessa, alle prese con il teppismo legato al calcio, sarà sempre la stessa, in opposizione a chi vuole generalizzare, senza distinguere. C'è una violenza meno riconoscibile, che non appartiene al tifo, ma alla società, e trova nel tifo la valvola di sfogo. E c'è una violenza più riconoscibile, che viene metabolizzata dal tifo sportivo vero e proprio, estremizzandolo. E' giusto sottolineare con soddisfazione il bilancio del Ministro degli Interni Alfano, che ha ricordato come, nel 2014, i feriti siano diminuiti del 22 per 100, e gli arresti siano aumentati del 50 per 100. Con soddisfazione, perché la stragrande maggioranza degli spettatori ha frequentato gli stadi con tranquillità, e perché tutti abbiamo invocato la severità, dopo l'atroce caso di Ciro Esposito. Il problema è che, mentre gli scontri, proprio come quella sera a Roma, si spostano lontano dagli stadi, si torturano di controlli le persone perbene all'ingresso negli impianti. E anche questo scoraggia le famiglie".