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Lazio, Oddi: "Chinaglia un fratello, Frustalupi il più forte. E litigai con Pelè..."TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
venerdì 10 maggio 2024, 12:45Rassegna stampa
di Andrea Castellano
per Lalaziosiamonoi.it

Lazio, Oddi: "Chinaglia un fratello, Frustalupi il più forte. E litigai con Pelè..."

"Siamo rimasti in pochi e domenica saremo all'Olimpico a festeggiare". Inizia così la lunga intervista di Giancarlo Oddi ai taccuini de La Repubblica. "Il più forte? Frustalupi", dice, "Ambidestro. Certo, correva molto meno di Re Cecconi: Guendouzi mi ricorda Luciano". Poi ovviamente si ferma a raccontare di Giorgio Chinaglia: "La nostra amicizia mi manca moltissimo, era una persona generosa. Siamo stati come fratelli, fino alla fine. Sono convinto che se fosse rimasto qui, avrebbe vissuto di più". Il difensore del primo Scudetto della Lazio ricorda di aver conosciuto Long John nella nazionale militare alla Cecchignola: tutto è nato da un gavettone che il centravanti gli ha fatto insieme a Gigi Riva. 

Ma quanto era difficile marcare 'Rombo di Tuono'? "In realtà a me toccava il centravanti", dice Oddi. Una volta però ha rischiato di essere colpito in faccia da uno dei 'siluri' di Riva. Boninsegna invece? "Con lui fu una guerra, mi minacciava e io rispondevo sia a parole che con i tacchetti", dice l'ex centrale. Riguardo Anastasi ricorda che contro di lui non ha mai fatto gol, tranne una volta che ne fece tre. Infine dice la sua sull'infinito dibattito che va avanti ormai da anni: Maradona o Pelè? Oddi non ha dubbi: "Pelè, perché era più completo. Destro, sinistro, colpo di testa. Per me un vero mito". Racconta poi di aver anche litigato con il grande attaccante brasiliano: in una tournée negli Stati Uniti contro il Santos è finito a inseguirlo per tutto il campo, prendendolo anche a male parole, dopo aver subito un intervento durissimo con il piede a martello da parte del numero 10. 

Tornando alla Lazio, Oddi conclude con il segreto della squadra del '74: "Maestrelli. Un uomo straordinario: con un semplice sguardo capiva tutto di ognuno di noi, e con poche parole risolveva i problemi". Per lui in Italia non si era mai vista una squadra che giocava con due soli difensori puri: "Il mister era anche un grande innovatore del calcio", dice. Per quanto riguarda la Nazionale, invece, ricorda di aver sfiorato i Mondiali del 1974 in Germania: "Uscii di casa con la tuta della Nazionale, e tutto il Tufello era lì a guardare"