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Top&Flop di Lazio-Cesena - Il Cammino di Gentiletti
lunedì 15 settembre 2014, 10:00News
di Luca Capriotti
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Luca Capriotti

Top&Flop di Lazio-Cesena - Il Cammino di Gentiletti

“Ste partite un tempo ce pareggiavano all’ultimo in modo infame, oggi vinciamo 3 a 0, con Klose in panchina che ride con Ledesma”. Citazione a fine partita dei presenti, battendo furiosamente le mani.

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Il Cammino di Gentiletti -  Dopo aver a(r)mato i Papa Boys, partito in pellegrinaggio in ginocchio, arriva a Formello direttamente dai bastioni a difesa del Santo Sepolcro. Santiago il cammino di Gentiletti rispetta i suoi voti di santo cavaliere e custode della vera fede nel respingere le selvagge piadine lanciate da Bisoli dalla panchina. Da ultimo baluardo della squadra del Papa SanTacchetti chiude, mena, anticipa, finisce la partita macchiato del suo stesso sangue e perdona tutti. Ogni parroco lo vorrebbe in oratorio. Dio lo vuole con noi. Fumata bianca. Finalmente. Habemus difesam.
Il cammino di  Gentiletti – Comunque se te presenti con una testata, la testa fasciata, il sangue dell’altro sulla guancia, e l’altro non se regge in piedi per il resto della partita e continua a perde fasciatura, materiale occipitalematico e i sensi, allora ragazzi. Benvenuto tra noi, si, è qui il Master in Ignoranza applicata agli altri.
Il cammino di Gentiletti – Fa solo rima, con quell’altro.
Il cammino di Gentiletti – Dice che ha vinto la Champions del Sudamerica, notoriamente competizione oscillante tra squadre di tagliagole, narcos, esaltati fatti di Crack provenienti dal Brasileirao e squadre dell’Ecuador che giocano con le bombole ad ossigeno a 9000 metri di altezza. Dice che chissenefrega di quello che ha vinto. Questo difende. È un difensore. Vicino a lui, De Vrij ha di colpo ripreso autostima, sembra finalmente a suo agio, respira, dirige il reparto, è il miglior difensore del Mondiale. Ha risolto i problemi di lingua del povero italiano. Si parla tutti in latino, come il Papa!

Romolettus– Altra categoria. Romoletto è i trucchi ai giochi del Pc. È l’asso nella manica. È la Playstation 4 quando tutti hanno ancora la 2. È gli U2 che te fanno la serenata sotto casa. È la salsa perfetta dei nachos, il cornetto della fame chimica delle 4 del mattino, la birra in più, la donna che ti guarda, proprio lei e non l’altra. È come quando vola un’aquila, e tutto il mondo se ferma a guardare. Che sembra sempre in bilico tra aria e terra, e tutti a pensare. Mo cade. Mo cade. Mo perde il pallone. Ma sto pallone non lo perde mai. St’aquila non cade mai. Mo fate smette gli U2 però, che mia madre dorme. (Sant'Agostino, dovete legge Sant'Agostino, altro che U2. Santiago).

Gli U2 sotto casa – Bello poi, il loro album nuovo. Songs of innocence, si chiama. Le canzoni dell’innocenza. Quelle che cantano gli avversari, prima di Filip.

Lazio Fan Club Il mio amico Filip - Sua Brandezza reale fa quello che deve. Spaventa, schianta, azzera le possibilità di altrui sopravvivenza. Nessuno lo serve a dovere. Qualcuno la pagherà.

Lazio Fan Club Il mio amico Filip – Dai però. Lascia sta Zapata.
Lazio Fan Club Il mio amico Filip – Nonono Duvan Zapata  non è parente!
Lazio Fan Club Il mio amico Filip - Alla costante ricerca di Zapata Filip alterna momenti di ferocia bellica, quando ciancica negli spogliatoi una maglia del Milan, ad attimi di paciosa tranquillità, come quando in mezzo a 4 avversari perde pallone e senso d’orientamento, e gli altri la vita. Settimana buona per lui. Niente rissa aggravata, stavolta. Sostituito da Klose, fuori per buona condotta.
Lazio Fan Club Il mio amico Filip – Basta infami, solo lesioni.
Lazio Fan Club Il mio amico Filip – Hai detto infame al mio amico Basta, serbo come me?
Lazio Fan Club il mio amico Filip – L’autore del presente articolo vi scrive dal Venezuela, dove continuerà la stesura in un luogo segreto.

Basta – Però manco ad essere cosi biondo. Firmato. Banalmente mori.

Braafheid -  Velocità 99 a Winning Eleven come l’antico eroe Babangida, alterna discese ubriacanti a Cross. So che molti tra voi, giovani, non sapete neppure il significato di questa parola. Cross. L’ultima volta un crossatore a Formello l’hanno inciso di profilo, seguendo la contemporanea moda egizia. L’ultima cross ha sfondato le vetrine dell’arca di Noè. L’ultimo cross buono dalla sinistra sfocia nella leggenda. Qualcuno narra che Cesar li facesse, altri dicono che Sergio Conceicao una volta si è sbagliato e ha crossato da sinistra. Qualcuno fa sinistro un nome cosi antico, cosi sinistro di piede e leggendario che pochi lo possono mormorare senza rabbrividire. Sorin. Però Braafheid crossa, e Romoletto segna. Che poi il calcio è cosi bello, quando crossiamo e segnamo noi.
 

Braafheid – Che poi le due aa sono ittite, si rimanda al trattato delle guerre ittito-egizie per ulteriori chiarimenti sullo sbarco dei popoli del mare ad Ostia, la conquista della rocca di Tor de Cenci e la sforbiciata di Candreva a far alzare i decibel de sto stadio, e pompa co ste casse, che è me pare na vita che non strillamo tutti insieme.
Dlin Dlon. Spottino pubblicitario - A tutti i ribelli. A chi non teme il rischio. Perché quando si risveglia il nostro lato primordiale, siamo forever faster. Forever Braafheid

Parolo - Faccia da bravo ragazzo, neo-papà, spaesato e tramortito dal traffico del raccordo anulare, riesce lo stesso a trovare la porta e ribadire a tutti che bravi ragazzi si nasce. Filip si muore (gli altri). 

Telecronaca Sky: “La Lazio più che la rabona deve cercare il secondo gol” – Tutte buste. Niente gol. Vogliamo fare tutte buste.

La busta – Nel lessico di Tor de Cenci ovest, hai presente quella robba pallone da una parte tu stupido difensore inebetito superato al volo in velocità e poi ti giri e già è troppo tardi. Eh. Aggiungi tacchi, rabbone, tocchetti, Keita Candreva Keita Candreva Keita. Lustrati gli occhi, ragazzo. E piangi, piangi non ti vergognare. Tu che sei cresciuto con il catenaccio, che eri sotto di un gol e metteva un difensore, che 5 centrocampisti interditori so pochi, guarda. Questo vuol dire attaccare.

Attaccare – Al muro gli avversar… No Filip, non proprio quello.
Attaccare – “Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto,
La nostra nave ha resistito ogni tempesta: abbiamo conseguito il premio desiderato”. Attaccare è l’attimo in cui Robin Williams sale sulla cattedra. È l’attimo in cui tutti i gladiatori gridano. Ispanico. Ispanico. Ispanico (Filip. Filip. Filip. Filip). È L’attimo in cui il messaggero dei Persiani dice. Questa è blasfemia! Questa è pazzia! E tu lo sai, che Leonida sta per dire No. Questo è attaccare.
 

Un minuto di silenzio per chi è svenuto quando hanno fatto vedere le statistiche del possesso palla e c’era scritto 30 minuti, e stavamo 3 a 0 per noi.
Un minuto di silenzio per chi è svenuto quando ha pensato, a Klose che sterza e serve Mauri che staffilata gol. La Lazio vince 3 a 0, stasera birra fredda pizza la donna che amo. La domenica perfetta. (Mancherebbe un rosario. Santiago).
(Gentiletti, De Vrij. Io stavo co Lorik. Io stavo co Lorik)

Flop

Cesena – Pattuglia di reclute pelate e barbone perlopiù di dubbia raffinatezza, fanno sbroccà perfino Parolo, che a Cesena c’era pure di casa. Responsabili principali della narcolessia in campo di Berisha, regala un brivido solo la fasciatura che cade continuamente a terra di Djuric, scampato per miracolo (di Gentiletti) ad una testata (di Gentiletti). Un miracolo lo fanno. Fanno sembra forte una squadra forte che però due settimane prima aveva fatto di tutto per non sembrare forte. Chiamatela sosta della Nazionale, chiamatela forma fisica migliore, scarsa resistenza degli avversari. Qualcuno dirà. Era solo il Cesena. Ma noi siamo romantici. A noi piace chiamarlo miracolo. E ci piace pensare che lassù, ora, qualcuno ce ama di più. Perché canta con noi, un inno che ci spalanca le voci ad ogni partita. Perché c’è il Maestro non più solo. Perché tutti c’abbiamo uno che ora vorremmo abbracciare, ora al gol di Candreva. Ci piace chiamarlo miracolo, quel pensiero che gli diamo ogni volta che la Lazio segna, e che tutti famo un coro insieme.  Dice Lazio sei grande. Te volemo bene.

Menzione Speciale Top
Canta Velia Donati. Canta la Curva Nord. Canta lo Stadio tutto. Riprendiamoci ciò che è nostro.