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IL DUELLO – Belotti vs Keita: due galli nel pollaio del 'Barbera'
lunedì 29 settembre 2014, 10:30Il punto di
di Andrea Centogambe
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it

IL DUELLO – Belotti vs Keita: due galli nel pollaio del 'Barbera'

Dosare, più che spronare. È questo l'arduo compito che spetta a Stefano Pioli e Giuseppe Iachini nella gestione di due talenti puri quali sono Keita Balde Diao e Andrea Belotti. Tenere a freno l'esuberanza, dare corda e poi stringere, una pacca sulla spalla e poi una strigliata. I cavalli di razza vanno domati ma allo stesso tempo lasciati liberi di scorrazzare, di mettere in pratica il proprio genio sconfinato, l'istinto innato: sta tutta qui la bravura del maestro.

ANDREA BELOTTI – I primi due gol in Serie A siglati al San Paolo, contro il Napoli. Tanto per far capire che nel campionato italiano ci si trova già a meraviglia. Non ha bisogno di aspettare, Andrea Belotti di anni 20. Di maturare, quello sì, ma giocando e non osservando dalla panchina. “Serve coraggio per lanciare i giovani”, è il triste ritornello che risuona spesso e volentieri nel Bel Paese. Ma il coraggio lascia spazio alla consapevolezza quando di fronte si hanno giocatori come Belotti. Consapevolezza di avere tra le mani un diamante grezzo. Che va solo limato e lucidato per farlo brillare ancor di più. Gli sono bastati 148' per collezionare due perle nella massima competizione italiana, il “gallo” (questo il suo soprannome frutto di un consiglio di un amico d'infanzia) viaggia a una media di un gol ogni 74 minuti. In cadetteria, invece, aveva alzato la cresta dodici volte in 32 presenze. Sono numeri da bomber affamato, cifre da Andrea Belotti.

KEITA BALDE DIAO – Un quarto d'ora di fuoco. Di speranza, di dribbling ubriacanti, di difensori spaesati. Quindici minuti in cui Keita Balde Diao s'è dannato l'anima per riacciuffare l'Udinese. Pioli ha avuto la risposta che attendeva, l'ex canterano aveva una voglia matta di riconquistare la maglia da titolare. E s'è visto. Il giocatore sceso in campo nelle prime due gare di campionato era un lontano parente dello spaccapartita ammirato la scorsa stagione. La staffetta con Felipe Anderson l'ha rivitalizzato, Keitinha aveva bisogno di sentirsi nuovamente messo in discussione. È un ragazzo sveglio, si vede sul rettangolo verde ma anche fuori. È consapevole del motore che ha a disposizione, deve solo trovare il modo di farlo rendere sempre al massimo. A Palermo il suo rombo tornerà a stordire le retroguardie avversarie, che sia dall'inizio o a partita in corso poco importa. La Lazio ha bisogno di Keita per ritrovare la retta via.