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Casiraghi lancia la Lazio: "Bel gioco e più continuità rispetto le altre, meriti a Pioli. Che acquisto Djordjevic!TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
sabato 1 novembre 2014, 07:11Esclusive
di Saverio Cucina
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it

Casiraghi lancia la Lazio: "Bel gioco e più continuità rispetto le altre, meriti a Pioli. Che acquisto Djordjevic!

Pubblicato ieri alle 23:31

“Djordjevic? Sta facendo veramente bene. Ha sorpreso anche me che sinceramente non lo conoscevo benissimo. Ha fisico e soprattutto fa gol. Se mi somiglia? Me, Vieri o altri, l’importante che somigli a se stesso! Si è presentato alla grande, non fai 5 gol nelle prime giornate così facilmente in un campionato difficile come quello Italiano”. Da attaccante ad attaccante, Gigi ‘Tyson’ Casiraghi scioglie le riserve e coglie subito il paragone con il centravanti serbo. Intervenuto durante la trasmissione 1900 TV in onda su Gold Tv, l’ex bomber della spumeggiante Lazio degli anni ’90 ha parlato a tutto tondo dei trascorsi con l’aquila sul petto e del momento positivo degli uomini di Pioli:

Il 12 maggio abbiamo avuto prova che sei ancora nei cuori dei tifosi biancocelesti…

“È stata un’esperienza fantastica, sono rimasto legato al mondo Lazio. Presidenti, allenatori e giocatori cambiano, la Lazio rimane sempre, insieme ai suoi tifosi. Ho instaurato da subito un buon rapporto, forse perché in campo davo sempre tutto pur non essendo dei più tecnici. Questo forse per la tifoseria della Lazio è un aspetto determinante”.

Ci sono punti di contatto con la tua Lazio e quella di oggi?

“Secondo me no, sono due squadre molto diverse. Questa è una squadra molto fisica, che ha alcuni giocatori di qualità, soprattutto Candreva, ma predomina l’aspetto fisico. Forse negli anni nostri c’erano più italiani, altra differenza. Poi ogni epoca ha una sua squadra”.

Un Casiraghi, un Signori o un Giordano, quanti gol farebbero oggi con queste difese?

“Non saprei. È chiaro che il livello del calcio italiano è un po’ calato. La competitività a livello internazionale non è la stessa di un tempo, soprattutto per i ritmi. Non credo sia solo una questione di difensori, ma piuttosto un problema più ampio che parte dal settore giovanile. Bisognerebbe cambiare tante cose”.

Se si potesse cambiare, metteresti un limite all’ingresso degli stranieri nel calcio italiano?

“Da italiano sì, anche se ovviamente non si può. Se giochi con grandi campioni stranieri può essere anche utile per migliorarti. Se parliamo di giocatori mediocri allora no. È sempre un problema di qualità. Avere magari l’obbligo di un minimo di italiani in campo potrebbe essere una soluzione, oppure come in Inghilterra che gli stranieri devono avere un tot di percentuale di partite in nazionale. Bisognerebbe passare la palla a Tavecchio e a Lotito (ride, ndr)”.

Forse non ci sono più gli esperti di calcio giovanile di una volta, come poteva essere Vatta…

“Credo che il problema sia proprio questo. Oggi gli allenatori sono preparati a livello teorico, ma non hanno magari piena conoscenza del calcio giovanile. Riconoscere il talento non è molto semplice, ci vuole molto tempo. Certe personalità, come Vatta ad esempio, non vengono più sfruttate a dovere”.

Domenica arriverà il Cagliari di Zeman, una tua vecchia conoscenza…

“Nel bene e nel male non è cambiato. Forse si è un pochino ammorbidito dopo l’ultima esperienza alla Roma. Anche se i suoi principi di gioco, il suo modo di concepire il calcio in quel modo così offensivo resta sempre la sua caratteristica principale. I gradoni? Certo li facevamo anche noi ma non solo. Ricordo tantissimi chilometri percorsi”.

Cosa danno in più i suoi metodi in termini di tenuta fisica?

“È una metodologia di lavoro che credo abbia assimilato in Repubblica Ceca, quindi non è molto moderna. Tuttavia, se fatta in un certo modo, può darti certi vantaggi. È chiaro che non puoi mantenere sempre quel livello, però in alcuni momenti della stagione hai la sensazione di volare rispetto agli avversari, soprattutto in Primavera quando gli altri hanno i primi cali fisici”.

Cosa deve temere la Lazio lunedì?

“Quando affronti una squadra di Zeman non sai mai cosa potrebbe aspettarti. È ovvio però che la differenza tecnica c’è. Sono in un buon momento, contro il Milan hanno giocato molto bene in verticale. Ma la Lazio è comunque più forte. Perché fa più punti fuori casa? Sicuramente può sfruttare gli spazi che si vengono a creare quando un avversario è costretto a fare la partita. Avendo giocatori bravi in contropiede, come Ibarbo, può diventare pericolosa”.

È più facile buttarla dentro o fare l’allenatore?

“Non c’è paragone. È più difficile star seduti lì in panchina. Quando la rete si gonfia è una gran goduria ma è molto più difficile allenare”.

Com’è stata la tua esperienza con l’Under21?

“È andata bene, è stata una bella esperienza sotto molti punti di vista. Il biennio dell’88 forse non era una grandissima annata, ma con i ragazzi devi guardare altri aspetti. Alcuni sono passati nella Nazionale maggiore e questa è stata una grande soddisfazione”.

Che idea ti sei fatto su Pioli?

“Mi sembra innanzitutto una brava persona, equilibrata e con le idee chiare. Sa far giocare bene le sue squadre, lo ha sempre fatto e devo dire che mi piace molto”.

Infine, come giudichi questa Lazio?

“Tra quelle inserite nella bagarre del terzo posto è quella più in crescita rispetto alle altre e che ha meno problemi rispetto a Milan e Inter. Ha un impianto di gioco ben collaudato e giocatori di qualità. Mi sembra quella che potrebbe avere più continuità”.