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ESCLUSIVA Radiosei - Yuri Alviti: "La Nord è ancora la fortuna della Lazio". Per sabato ipotesi maxischermo?
venerdì 18 aprile 2014, 07:11News
di Manuel Gavini
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Manuel Gavini - Lalaziosiamonoi.it

ESCLUSIVA Radiosei - Yuri Alviti: "La Nord è ancora la fortuna della Lazio". Per sabato ipotesi maxischermo?

Pubblicato il 17/04 alle 18:54

“Sarebbe fantastico avere in campo gli uomini, e sugli spalti i gruppi ultras, che hanno fatto la storia della S.S. Lazio”. Una settimana fa l’appello della Nord per popolare l’Olimpico, la sera del 12 maggio, con gli striscioni che hanno fatto da cornice a oltre un secolo biancoceleste. Su tutti gli Irriducibili, la cui militanza ha monopolizzato per vent'anni, a partire dal 1987, il nucleo del tifo organizzato. Gli Irr sono i primi a cui è stato rivolto l’invito dei ragazzi della Curva di oggi dalle frequenze de La voce della Nord. Mentre per la più stretta attualità si pensa ad allestire un maxischermo a Ponte Milvio per assistere tutti insieme a Lazio-Torino di sabato prossimo (si attendono le necessarie autorizzazioni del caso), a rispondere su Radiosei in nome dello storico gruppo è stato Yuri Alviti, uno degli ex membri del direttivo insieme a Fabrizio Toffolo, Fabrizio Piscitelli e Paolo Arcivieri. Si comincia dai ricordi dei tempi che furono: "Come nasce la mia militanza negli Irriducibili? Insieme ad altre 20-25 persone seguivo la Lazio negli più anni bui, ma anche i più belli, della sua storia. Poi c’è stata l’idea geniale da parte dei 'padri' degli Irriducibili di fondare questo gruppo: io inizialmente mi sono defilato, ma nel 1991 sono stato nuovamente coinvolto e ho contribuito a fare la storia degli Irriducibili: un gruppo portante per vent’anni buoni, che tutt’ora contribuisce a dare una marcia in più per sostenere la Lazio”. Tra le tante trasferte, una in particolare è rimasta nel cuore di Yuri: "Ogni trasferta è memorabile a modo suo.

Nell’epoca degli Irriducibili abbiamo vissuto un battesimo di fuoco con gli spareggi di Napoli, ma come dimenticare le trasferte di Coppa della grande Lazio. Quella che mi è rimasta dentro più di tutte fu Belgrado, ma anche l’11 settembre 2001 a Istanbul contro il Galatasaray, il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle. Ricordo che avevo paura a prendere il volo di ritorno… Ne potrei elencare tante altre, ma mi fermo qui”. Proprio a quegli anni, a suo parere, risale il punto di massimo splendore del gruppo: "Il momento più alto ritengo sia rappresentato dalle coreografie preparate a fine anni Novanta, quando si vinceva tanto. Lì abbiamo avuto parecchio lustro, con tanto seguito in tutte le trasferte, sempre compatti da Napoli a Bergamo. Siamo stati tra le tifoserie più invidiate d’Italia, e tutt’ora dico che il nostro gruppo è ancora presente”. Anche se l'ambiente biancoceleste è radicalmente cambiato rispetto all'epoca dei fasti cragnottiani... "Oggi per me oggi venire in Curva, e allo stadio in generale, significherebbe andare contro la mia coerenza. La causa ovviamente va ricondotta a chi guida la società, per me la Lazio è altro. Noi del gruppo abbiamo pagato in prima persona tutto quello che è accaduto, ma purtroppo, di conseguenza, a pagare il conto è stato tutto il popolo laziale. La nostra grande fortuna, però, è avere ancora una Curva Nord ancora così affezionata, che sostiene la Lazio nel modo in cui va sostenuta”.