Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / lazio / News
Filippini: "Livorno? Trasferta complicata, Candreva e Mauri possono fare la differenza"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 23 aprile 2014, 16:47News
di Laura Castellani
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it

Filippini: "Livorno? Trasferta complicata, Candreva e Mauri possono fare la differenza"

Tre punti indispensabili: per salvarsi o per rimanere attaccati con le unghie alle speranze d'Europa. Ciò che è sicuro è che un pareggio non servirebbe né a Livorno né a Lazio, le due squadre impegnate nel match di domenica in casa amaranta. Sarà una trasferta complicata secondo Emanuele Filippini. L'ex centrocampista biancoceleste, intervenuto sulle frequenze di Lazio Style Radio 100.7 ha commentato il match che attende la Lazio in terra toscana: "Una gara rischiosa per la Lazio, il Livrono in casa non ha fatto male, in più il ritorno di Nicola in panchina porterà la squadra a dare il 100% in campo. Trasferta resa particolare anche dal difficile rapporto tra le due tifoserie. Ci sono i presupposti per un match complesso. Il pareggio serve a poco, entrambe le squadre vorranno vincere, il Livorno per salvarsi ha bisogno almeno di una vittoria in casa. Lo stesso la Lazio, le squadre davanti viaggiano, non conquistare punti contro una squadra fanalino di coda nella classifica è un peccato. Nicola? Sicuramente Spinelli decise di esonerarlo, pur apprezzandolo e pur sapendo che era amato da ambiente e squadra, sperando di dare una svolta attraverso un cambio in panchina. Ma quando gli effetti non si sono dimostrati quelli sperati, ha pensato fosse meglio richiamare una persona conosciuta dall'organico piuttosto che uno sconosciuto. I risultati tra Nicola e Di Carlo sono più o meno stati gli stessi, ma i presidenti a volta hanno la fretta di cambiare invece di aspettare qualcosa di più. Tutti vorrebbero fare come la neo-promossa Verona, però non sempre è così. I presidenti cambiano pareri e obbiettivi in corsa, quando bisognerebbe rimanere un po' più oggettivi". Grande serata europea, stasera, il Real Madrid di Ancelotti affronterà il Bayern Monaco di Pep Guardiola, in squadra con Filippini ai tempi del Brescia: "Lo conosco da compagno di squadra, non come allenatore.

Ma se è come l'ho conosciuto, è una persona in grado di dare sempre il 100% con il sorriso sulle labbra. Penso sia bravo a trasmettere serenità e sicurezza alla squadra. Un motivatore che sa farlo con estrema tranquillità. Quando sono andato a Barcellona con la mia famiglia, mi ha accolto, è una persona fantastica. I giocatori sanno riconoscerlo. MI viene in mente, per esempio, quando Guardiola allenava il Barcellona di Ibrahimovic e Messi. Era una gara in cui si pareggiava 0-0, Ibra, sostituito, entrò nello spogliatoio furioso, facendo un caos totale, rovesciando le scarpe dalla cesta che le conteneva. Guardiola entrò nello spogliatotio, senza sgridarlo, si abbassò per rimettere le scarpe a posto. Pensate la squadra come avrà reagito a quel gesto, pensate alla fiducia che può aver provocato nel gruppo". I protagonisti di domenica? Filippini punta su Mauri e Candreva: "Possono fare la differenza, il Livorno è una squadra organizzata, loro possono rompere gli schemi. Sono centrocampisti, ma se una palla arriva in area, loro possono trovarsi lì e segnare. Possono mettere in difficoltà". Un salto nel passato di Emanuele Filippini: il vivaio bresciano e l'esordio in serie A con la casacca della Leonessa... "Sono sicuro che con i tempi che corrono un ragazzo che cresce nel settore giovanile, che arriva nella squadra della propria città, avverte maggiori responsabilità. Adesso il calcio è diventato più un business, appena un giocatore, non tutti ragionano così ovviamente, non si trova bene, un colpo di telefono al procuratore e chiede di andare via. Invece un ragazzo con questo grande senso di appartenenza non abbandonerebbe mai la nave. Giocare per la propria squadra è la ciliegina sulla torta, nessuno ha mai rimproverato il mio scarso impegno alla Lazio, ma giocare per la squadra della propria città ti da degli stimoli in più".