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FOCUS - Matri-Lazio finalmente sposi: storia di un amore inseguito da 9 anni e quel gol...TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 1 settembre 2015, 07:35Il punto di
di Marco Valerio Bava
per Lalaziosiamonoi.it
fonte MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it

FOCUS - Matri-Lazio finalmente sposi: storia di un amore inseguito da 9 anni e quel gol...

Pubblicato ieri alle 23

Una trattativa nata nella notte tra domenica e lunedì, all'alba dell'ultimo giorno di mercato. Prima di allora – tra Matri e la Lazio – c'erano stati solo contatti esplorativi, niente di concreto però. Storia di una sessione di mercato che ha regalato l'acuto al suo ultimo atto. Quasi mai era successo nell'era Lotito. Matri e la Lazio finalmente sposi. Un corteggiamento iniziato anni fa, un guardarsi da lontano che va avanti da nove stagioni, da quando l'attaccante di Sant'Angelo Lodigiano indossava la maglia del Rimini, in Serie B, cominciando a segnare gol pesanti e a far parlare di sé addetti ai lavori e operatori di mercato. La Lazio lo aveva seguito con attenzione, gli occhi dell'allora direttore sportivo laziale, Walter Sabatini, si erano posati su Matri, i contatti con il suo entourage s'infittirono, andarono avanti per settimane prima che Sabatini decidesse di virare su Makinwa: profilo considerato più rodato e pronto per la Serie A. La storia non avrebbe dato ragione a Sabatini. Sono i rischi del mestiere. Lotito, però, quel giovanotto che a Rimini muoveva i suoi primi passi non l'ha mai perso di vista. Anzi. Matri e la Lazio, abboccamenti continui, storia di un amore sempre sul punto di scoccare ma mai sbocciato. Ci riprovò Reja nell'estate del 2011: fu un'esplicita richiesta dell'allenatore friulano, convinto che Zarate e Floccari dovessero essere affiancati da un profilo di maggior spessore per riuscire a puntare la Champions. Tare e Lotito ne parlarono con Cellino, furono vicini a chiudere la trattativa sulla base di 11 milioni di euro, prima che l'attuale patron del Leeds decidesse di ritirare Matri dal mercato e trattenerlo a Cagliari ancora sei mesi. A gennaio, dopo 22 partite e altri 11 gol, però, arriva la Juventus che lo porta a Torino per una cifra vicina ai 19 milioni di euro. Matri e la Lazio sono tornati ad annusarsi un anno e mezzo fa, nella sessione invernale segnata dall'addio di Hernanes e dai tanti rifiuti recapitati a Formello. Matri non disse no, aspettò la Lazio, ma poi si accasò a Firenze lasciando il posto vacante nell'attacco laziale a Helder Postiga. Quasi un decennio a rincorrersi, stavolta la Lazio e Matri si sono detti sì. Hanno trovato l'accordo per un anno, Matri percepirà due milioni netti, ha deciso di abbassarsi lo stipendio (2,6 milioni) che percepiva al Milan pur di approdare a Roma e giocarsi un altro treno di una carriera fatta di gol e club di alto profilo.

IL MALEDETTO 97'– E' cresciuto in rossonero, ha trovato la gloria in bianconero. Tre Scudetti, due Supercoppe Italiane e una Coppa Italia, Matri è salito sul tetto d'Italia con la Juventus, ha vinto due scudetti da protagonista, è stato decisivo – proprio contro la Lazio – nell'ultima finale della coppa nazionale. Storia di tre mesi fa, mica una vita: il 20 maggio fu proprio una zampata di Matri, al minuto 97' (!) a condannare Pioli e i suoi. Giochi del destino, dinamiche di mercato che creano disegni curiosi. La Lazio abbraccia il suo nuovo attaccante, proprio colui che con quel gol condannò Pioli al primo grande dispiacere sulla panchina laziale. Un gol che pare aver rotto l'incantesimo. In quella gara, contro la Juve, si vide una Lazio spumeggiante e aggressiva. Per l'ultima volta però. In quella notte di maggio, Klose e compagni caddero per sfortuna più che per demerito, avevano messo alle corde la Juventus, sfiorato il vantaggio due volte con Djordjevic fermato pure da un doppio palo amaro e beffardo. Da allora, però, la Lazio si è inceppata, persa in un limbo senza uscita, come se la magia si fosse dissolta sul quel tocco del suo nuovo attaccante. Sarà compito pure di Matri scacciare via i fantasmi, provare a regalare alla Lazio una nuova primavera. Ci proverà tra 13 giorni, quando all'Olimpico arriverà l'Udinese. Tenterà di farlo a suon di gol, quelli segnati a grappoli con la maglia del Cagliari e quelli spesso decisivi con la maglia della Juventus. In mezzo parentesi più o meno fortunate con Milan e Fiorentina.

MAESTRO ALLEGRI - In Sardegna si è consacrato, arrivato da Rimini, nell'estate 2007, ha cominciato a segnare. Sei gol il primo anno, stesso bottino alla seconda stagione. Quota che si raddoppia nell'anno 2009/2010 quando Matri di gol ne segna 13 sotto la guida di Max Allegri che, per lui, ha sempre avuto un debole. La Lazio lo corteggia, la Juve lo prende nel gennaio 2011 e in bianconero segna nove reti nel girone di ritorno che si vanno a sommare alle undici già segnate in quello d'andata con il Cagliari. 20 gol in campionato e quarto posto nella classifica marcatori vinta da Di Natale con 28 centri. Davanti a lui si piazzano anche campioni come Cavani (26) ed Eto'o (21). Nonostante i suoi gol, però, la Juve arriva solo settima. Conte è l'uomo della rifondazione e davanti sceglie di ripartire da Matri. Alessandro lo ripaga con 10 gol dal peso specifico rilevante perché fruttano 15 punti fondamentali nella corsa al primo scudetto del post calciopoli. Gol decisivi che fanno di Matri il capocannoniere stagionale della Juventus. L'ex Cagliari segna altre otto reti la stagione successiva, prima del ritorno al Milan su precisa richiesta di Allegri. La nuova vita in rossonero, però, è avara di soddisfazioni e a gennaio arriva l'offerta della Fiorentina: in viola debutta con una doppietta a Catania, gioca venti volte e segna cinque reti. Il prestito finisce e Ale torna al Milan. Inzaghi, però, non lo considera, apre alla cessione, Menez falso nueve è il progetto tattico inseguito da Super Pippo e così Matri va a Genova, sponda genoana. Con Gasperini c'è subito feeling, l'ex rossonero torna a brillare come nei giorni migliori ne segna 7 in 17 presenze. Bottino ricco che gli permette di guadagnarsi la chiamata del mentore Allegri che lo riporta alla Juventus dopo un anno e mezzo. In bianconero diventa la prima alternativa a Morata e Tevez, superando Llorente nelle gerarchie del tecnico toscano. I gol arrivano in Coppa Italia, uno pesantissimo, decisivo. Una ferita ancora aperta sulla pelle della Lazio, una piaga che brucia e alla quale Pioli e i suoi non hanno ancora trovato rimedio. Chissà che l'ultimo giorno di mercato non abbia portato la medicina necessaria a curare i mali della truppa laziale. A partire da quello del gol (3 in 5 partite ufficiali), materia in cui Matri è esperto professore.