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Riecco Felipe Andershow: al Mapei Stadium il vestito è biancoceleste. E la Lazio cala il tris...
domenica 1 marzo 2015, 17:12Editoriale
di Andrea Centogambe
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it

Riecco Felipe Andershow: al Mapei Stadium il vestito è biancoceleste. E la Lazio cala il tris...

REGGIO EMILIA - Dilemma risolto, il web può dormire sonni tranquilli. Né bianco e oro, né azzurro e nero, almeno sul vestito che avvolge il Mapei Stadium non ci sono dubbi: è biancoceleste. Da qualunque seggiolino si guardi, Sassuolo-Lazio è un monologo della squadra di Pioli. Trascinate da quel talento purissimo di Felipe Anderson, tornato sui livelli di inizio anno, le aquile conquistano la terza vittoria consecutiva dopo i successi ottenuti su Udinese e Palermo. È un 3 a 0 che rispecchia in pieno l'andamento della partita, sbloccata al 45' da un destro a giro dell'ex Santos. Che semina uomini per 90 minuti, fa ammonire tre giocatori del Sassuolo (Gazzola, Bianco e Longhi) e serve a Klose l'assist che vale il 300esimo gol da professionista. Il tedesco, subentrato nella ripresa, firma il 2 a 0 che chiude virtualmente la contesa. Poi Parolo cala il tris. E pensare che a inizio secondo tempo era servito il miglior Marchetti per impedire a Zaza di pareggiare i conti. Il portierone di Bassano del Grappa congela il risultato con un intervento prodigioso. Con 43 punti in cascina, la testa della Lazio può adesso rivolgersi al mercoledì di Coppa Italia che si staglia all'orizzonte. Quando l'avversario di turno sarà il Napoli di Benitez.

FORMAZIONI - Forfait dell'ultimo minuto, Dusan Basta alza bandiera bianca e si accomoda in panchina. Pioli lo preserva in vista della settimana di fuoco che vedrà i biancocelesti affrontare prima il Napoli in Coppa Italia, poi la Fiorentina in campionato. Contro il Sassuolo la fascia destra è presidiata da Cavanda, de Vrij e Maricio formano la coppia di centrali, mentre sull'out sinistro corre Radu. A difesa dei pali c'è Marchetti, in mediana Cataldi e Parolo si muovono ai lati di Lucas Biglia. L'offensiva è affidata a capitan Mauri, nelle vesti di falso nueve, supportato dall'esuberanza di Felipe Anderson e Keita.

MONOLOGO LAZIO – Pañolada doveva essere, pañolada è stata. Il prepartita di Sassuolo-Lazio è caratterizzato dall'iniziativa dei tifosi neroverdi nei confronti delle frasi pronunciate da Claudio Lotito nell'ormai celebre telefonata con il ds dell'Ischia Isola Verde, Pino Iodice. Di fazzoletti bianchi, tuttavia, se ne vedono pochissimi. È una protesta timida, come l'approccio dei padroni di casa al match. È la Lazio a fare la voce grossa, i Pioli boys prendono subito in mano il pallino del gioco. Al 12' la prima palla gol: Mauri inventa, Keita tenta la conclusione al volo senza inquadrare il bersaglio grosso. Sarebbe stata una prodezza. Il pericolo corso scuote gli emiliani. Zaza impegna Marchetti che respinge in grande stile con i piedi, poi Berardi in girata non riesce a imprimere la forza necessaria alla sfera. Gara vivace, frizzante, merito delle qualità dei due reparti offensivi. Quello biancoceleste non dà punti di riferimento, la rimaneggiata retroguardia del Sassuolo non riesce a contenere Felipe Anderson e Keita. S'accende il brasiliano quando corre il minuto 16. Tunnel ai danni di Biondini, cross al centro in prossimità della linea di fondo. All'appuntamento con l'esultanza non si presenta nessuno. Spinge la Lazio, c'è una sola squadra in campo. Keita è un'iradiddio, Biglia lo pesca in profondità. L'ex Barca resiste alla carica di Acerbi ma calcia addosso a Consigli. Giallo pesantissimo alla mezz'ora rimediato da Marco Parolo, diffidato: l'atterramento di Berardi gli costa il prossimo match di campionato con la Fiorentina. Immancabile l'episodio da moviola. Scocca il 36esimo, il Sassuolo sbaglia l'ennesimo disimpegno e Mauri ne approfitta. Perfetta l'imbucata del brianzolo per Keita, che tocca il pallone e viene messo giù da Consigli in uscita. Il tocco è netto, Russo opta addirittura per il giallo al classe '95 per simulazione. Niente paura, ci pensa Felipe Anderson a consolare l'amico fraterno. Cross di Keita dalla sinistra, Acerbi allontana sui piedi del numero 7 capitolino. Sfera controllata magistralmente e destro a giro all'incrocio dei pali. Una meraviglia di gol. Non c'era modo migliore per chiudere il primo tempo. 

LO SPAVENTO, POI LA GOLEADA - Si riprende con gli stessi ventidue, Di Francesco e Pioli si fidano delle scelte iniziali. Il primo accenno di reazione neroverde proviene dal sinistro rasoterra di Berardi, Marchetti agguanta la bola. Non è un tentativo isolato. Trascorrono pochi secondi e Zaza, smarcato in area da un tacco geniale di Sansone, ha l'opportunità di calciare a tu per tu con Marchetti. Che è monumentale, miracoloso nell'opporsi al sinistro della punta emiliana. La Lazio si rende conto che è iniziata la ripresa e ricomincia a macinare gioco. Al 58' uno schema su punizione libera al tiro Felipe Anderson, Consigli respinge centralmente. Sulla ribattuta s'avventa Mauri, cilecca il pallone che lentamente s'avvia oltre la linea di porta. Se non fosse che Keita, in fuorigioco, si fa ingolosire e insacca col destro. Attimi di suspance prima che venga presa la decisione corretta, la rete non viene convalidata. Sostituzione in casa Lazio al 65', Klose rileva Mauri. E Felipe Anderson decide subito di testare il fiuto del gol del panzer di Opole. Dal 68' al 70', il 21enne di Brasilia gli serve tre palloni d'oro da spingere delicatamente in rete. Il tedesco getta clamorosamente al vento le prime due chance, non si lascia scappare la terza. Cross vellutato dalla sinistra e incornata semplice semplice. Sono 300 gol in carriera da professionista, la leggenda di "Miro il Grande" continua. Match chiuso, il Sassuolo non ne ha più. Entra Candreva, Keita s'accomoda in panchina. Le forze fresche fruttano il 3 a 0. Su un tiro di Felipe Anderson, Parolo trafigge Consigli in posizione sospetta. Sul tabellino potrebbe apporre la sua firma anche Candreva, che sotto porta spedisce alto. Non c'è più tempo, cala il sipario sul Felipe Andershow.