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Telefonata Lotito-Iodice: fase preliminare agli sgoccioli, presto la decisione dei pm di NapoliTUTTO mercato WEB
© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com
giovedì 11 febbraio 2016, 19:15News
di Andrea Centogambe
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Gianluca La Penna - LazioFamily.it

Telefonata Lotito-Iodice: fase preliminare agli sgoccioli, presto la decisione dei pm di Napoli

È passato quasi un anno da quando scoppiò quella che realmente sembrava una “bomba” destinata ad oscurare definitivamente la carriera diplomatico-calcistica di Claudio Lotito. Il 13 febbraio 2015 infatti l'ex dg dell'Ischia Isolaverde, Pino Iodice, decise di diffondere, tramite il quotidiano la Repubblica, la sua telefonata privata - era lui a chiamare - con il presidente della Lazio, colloquio nel quale Lotito usò toni che, per lo stesso Iodice, configuravano qualcosa di assimilabile ad un'estorsione, del tipo “se non appoggi la mia politica in Lega Pro io, in forza del mio ruolo, blocco i fondi per i club non allineati”.

Quella chiacchierata da molti venne presa ad esempio del malcostume che governava il calcio italiano, volarono parole pesanti ma, soprattutto, vennero aperte due indagini, una dalla Procura Federale e, una, apparentemente più grave per l'azionista di comando biancoceleste, dalla Procura di Napoli, l'accusa pesantissima: tentata estorsione. Il procedimento della giustizia sportiva si è concluso lo scorso 17 luglio, Lotito venne archiviato, questa la nota pubblicata sul sito Figc: “Il Procuratore Federale Stefano Palazzi, esaminata la relazione di indagine e i relativi allegati - previa condivisione del provvedimento da parte della Procura Generale dello Sport - ha disposto l’archiviazione del procedimento avente a oggetto la telefonata del Presidente della Lazio Claudio Lotito al Direttore Generale dell'Ischia Isolaverde Pino Iodice e le rispettive dichiarazioni dei due soggetti sopraindicati riportate da vari articoli di stampa”.

Se a Via Allegri la vicenda è già chiusa, a Napoli la fase delle indagini preliminari sarebbe al tramonto, scadrebbero domani infatti i sei mesi dall'iscrizione nel registro degli indagati di Claudio Lotito, ma prima di trarre qualche ipotesi sul destino dell'inchiesta meglio riavvolgere il nastro. L'indagine in oggetto aprì i telegiornali del 10 giugno scorso, quando la Digos, perquisì per l'intera giornata gli uffici e le abitazioni romane di Lotito, gli uffici della Federcalcio, oltre a quelli del numero uno della Lega Pro, Mario Macalli (non indagato, così come il presidente Figc Carlo Tavecchio, ndr), operando massicci, e mediatici, sequestri di pc e documenti. Come si legge nel decreto di perquisizione, l'obiettivo era “verificare se il presidente Claudio Lotito, in forza dell'appoggio elettorale garantito all'attuale presidente federale Carlo Tavecchio, abbia ricevuto vantaggi, anche economicamente valutabili - oltre che - una posizione di controllo da indurre i suoi interlocutori a ritenerlo in grado di condizionare la tempistica delle corresponsioni dei contributi federali”. Secondo gli inquirenti quindi Lotito avrebbe fatto pesanti pressioni presso i dirigenti della Lega Pro, lasciando intendere che avrebbe potuto ritardare o addirittura elidere i contributi alle loro società se non avessero votato il bilancio federale o se, comunque, non avessero condiviso la sua linea politica.

Secondo gli investigatori, inoltre, questa condotta avrebbe il fine ulteriore di sostenere nel modo migliore i suoi due club, la Lazio - appunto - e la Salernitana. Lotito è stato ascoltato dai pm, il suo avvocato, Gian Michele Gentile, più volte si è recato a Napoli su richiesta dei magistrati per consegnare materiale relativo alla attività da consigliere federale del presidente della Lazio. Queste le parole dell'avvocato lo scorso 17 luglio, al termine dell'ultima audizione del suo assistito. “C'è stato un colloquio sereno e cordiale. Il presidente Lotito ha illustrato come funziona il mondo del calcio. Come lo ero per l'indagine della Procura Federale, anche qui a Napoli confido in una piena archiviazione. Il presidente è stato ascoltato dalle 10.45 alle 14.45, presenti i pm D'Onofrio e Capuano, c'era il dirigente della Digos che aveva preso parte alle perquisizioni a Roma, oltre ad un responsabile di un commissariato di Napoli – spiegava il legale – Abbiamo chiarito molti aspetti del mondo del calcio, dai diritti tv alla Legge Melandri. Tutto è stato utile per spiegare la posizione di Lotito, non c'è stata fatta una contestazione specifica e non risulterebbero affermazioni di altri dirigenti della Lega Pro a carico del mio assistito”. Come detto, a Napoli starebbero per tirare le somme, tre le strade possibili: i pm non ritengono nulla di quanto constatato penalmente rilevante e chiedono al gip l'archiviazione; diversamente, se ritengono le carte a disposizione sufficienti per sostenere l'accusa producono il cosiddetto avviso all’indagato della conclusione delle indagini preliminari” (art. 415 bisc.p.p.), atto con cui si anticipa al gip la richiesta di rinvio a giudizio di Lotito, che da indagato assume formalmente la veste di imputato; i pm, con opportune motivazioni, chiedono al gip la proroga delle indagini.

Detto che quest'ultima appare l'ipotesi più remota, considerato la non complessità dell'inchiesta e l'esiguo numero di indagati, la partita si gioca su archiviazione e deposito 415 bis. In quest'ultima fattispecie Lotito avrebbe 20 giorni per presentare ulteriore documentazione ed, eventualmente, chiedere di essere ancora ascoltato da Capuano e D'Onofrio. Solo ad esito di questo lasso di tempo i giudici decideranno se chiedere il rinvio a giudizio di Lotito o, se convinti dal nuovo materiale, chiederne l'archiviazione. Giova ricordare che l'ultima parola sull'eventuale richiesta di archiviazione spetta al gip che può accogliere o “imporre” al pm nuovi approfondimenti.