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29 settembre 1913: 103 anni fa nasceva Silvio Piola. La figlia Paola: "Alla Lazio anni essenziali". E su Totti...
giovedì 29 settembre 2016, 11:32News
di Lalaziosiamonoi Redazione
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Stefano Cannella - Lalaziosiamonoi.it

29 settembre 1913: 103 anni fa nasceva Silvio Piola. La figlia Paola: "Alla Lazio anni essenziali". E su Totti...

Silvio Piola, semplicemente il più grande marcatore di sempre del calcio italiano. Tra i protagonisti del Mondiale del 1938 vinto dalla nostra Nazionale azzurra. Un eroe d’altri tempi, 290 reti siglate in Serie A, con il record di miglior goleador in tre squadre diverse e l’unico ad aver segnato 6 gol in una sola gara (poi eguagliato da Omar Sivori). In ogni squadra in cui è stato ha fatto le fortune delle società compresa quella laziale, nella quale ha militato per nove stagioni dal 1934 al 1943 relizzando in 227 presenza 143 reti. Oggi ricorre la data del suo compleanno e come ad ogni campione che si rispetti è giusto ricordarlo così. Auguri Silvio Piola!

A tal proposito, intervenuta ai microfoni di Radio Incontro Olympia, Paola Piola, la figlia dell'indimenticato bomber biancoceleste, ha voluto ricordare ancora il papà: "Grazie per esservi ricordati ancora una volta del mio papà. In questi anni per aiutare mio padre a essere un ricordo utile per il calcio italiano, vivo emozioni fortissime. Non ci si abitua alle cose belle perché ci aiutano quotidianamente ad andare in un mondo bellissimo". Il ricordo più bello e quello più amaro: "Quelli belli vengono fuori nella continuità e sono quelli di gioco. Papà aveva queste parti piccole che vengono fuori dal calcio. Lui era così a 360°, trasformava tutto in un gioco motorio. Era sempre l'occasione per chi faceva il salto più lungo, il salto più alto, il salto della corsa. È stata una miniera di insegnamenti fondamentali per la crescita del bambino. Ha anche distrutto parecchi amichetti che non avevano tutta questa voglia di cimentarsi. Anche quando è diventato nonno, vederlo guardare i pulcini giocare lo divertiva. Adesso purtroppo il calcio piccolo viene adultizzato. Io non ho mai avuto l'idea di avere un padre famoso. Un po' perché Vercelli è provincia, un po' perché io e Dario arriviamo a fine carriera quando era a Novara. Lo salutavano tutti e lui ci diceva semplicemente che erano amici. E noi eravamo felici perché era pieno di amici! L'amarezza? Quando ha smesso di giocare nel '54 ha riattivato la sua passione diventando allenatore. Lui faceva quindi 15 giorni in giro e 15 a casa. Noi eravamo disturbati dalla telefonata di Furio Valcareggi alla domenica". Totti minaccia Piola: "L'augurio che posso fare a mio papà è conservare questo record. Non facciamo gli iporcriti. Ho stima per Totti e la sua appartenenza è un messaggio importantissimo in un mondo dove te li ritrovi ovunque, però questi gol poi deve farli. Provaci mi vien da dire". Piola oggi: "Lui avrebbe comunque trovato un modo di appassionarsi. Quello che mi dispiace molto, e quello che mi piacerebbe fare attraverso un centro studi, è aiutare le nuove generazioni. Il calcio come lo stanno proponendo adesso sta un po' rivisitando le parti peggiori della scuola. Se guardiamo poi alla Serie A e alla Nazionale non arrivano i campioni che alleviamo". Piola e la Lazio: "Sono stati 9 anni essenziali per la sua formazione. È sbocciato come uomo. Lui ne parlava come un momento di full immersion. Era debitore di quegli anni. Lui non voleva andare a Roma perché ha tenuto sempre come punto di riferimento il Nord e pensava di andare all'Inter. La Lazio e la città l'hanno invece accolto a braccia aperte. Il celeste di quella maglia gli è rimasto nel cuore. Papà negli anni mi ha fatto altre regali. Venire a Roma e sentire la gioia che ha infuso, che emozioni".