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FOCUS - Il derby a colpi di mercato: da Selmosson ad Astori, quasi 60 anni di duelli fuori dal campo
venerdì 2 dicembre 2016, 07:25Editoriale
di Lalaziosiamonoi Redazione
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Alessandro Vittori - Lalaziosiamonoi.it

FOCUS - Il derby a colpi di mercato: da Selmosson ad Astori, quasi 60 anni di duelli fuori dal campo

Pubblicato ieri alle 20.30

Il derby di Roma è sicuramente uno dei più sentiti al mondo, paragonabile alle grandi sfide sudamericane. Se in campo non si scherza, lo stesso si può dire anche al di fuori del rettangolo verde: nel corso della loro storia infatti, le due società si sono spesso scontrate su obiettivi di mercato comuni con alterne fortune. Qui sotto andiamo a ripercorrere i casi più emblematici dagli anni ’50 a oggi. Da Raggio di Luna a Davide Astori, passando per i bomber Vieri e Batistuta.

ARNE SELMOSSON

Il primo duello di mercato tra le romane si scatenò intorno allo svedese che nel 1958 passò dalla Lazio alla Roma. 'Raggio di Luna' era un idolo della tifoseria biancoceleste, così la sua cessione per 135 milioni di lire mise in grande difficoltà l'allora presidente Siliato. Ad oggi Selmosson è l'unico calciatore ad aver segnato nel derby di Roma con entrambe le maglie.

FRANCO CORDOVA

La Lazio si prese la sua vendetta nel 1976 quando il capitano della Roma Franco Cordova venne messo sul mercato. 'Ciccio', in segno di rivalsa verso il presidente Anzalone, rifiutò il trasferimento al Verona e chiese ed ottenne quello sull’altra sponda del Tevere. Cordova rimase per tre stagioni in biancoceleste fino al 1979 quando poi si trasferì all'Avellino.

BRUNO GIORDANO

Nato nel rione Trastevere, entrò a far parte delle giovanili della Lazio all'età di 13 anni. Cresciuto con il mito di Giorgio Chinaglia, ereditò la maglia numero 9 quando 'Long John' si trasferì in America. Nel 1983 Chinaglia tornò a Roma nella veste di presidente con la promessa di costruire una grande squadra: in realtà gli imprenditori che avevano promesso di appoggiare l'ex centravanti si sfilarono e ben presto la società necessitò di fare cassa con la cessione di Giordano: Bruno venne convocato nella casa del presidente a Piazza di Spagna. 'Giorgione' arrivò subito al punto: "Devi andare alla Roma, ho raggiunto un accordo con Dino Viola. L'offerta è molto alta, non si può rifiutare". Il trasteverino ascoltò in silenzio, ma la risposta non si fece attendere: "Non puoi chiedermi questo. Non andrò mai in giallorosso, ho altri club che mi cercano". Pochi giorni dopo Ferlaino su consiglio di Maradona sborsò oltre 5 miliardi di lire e lo portò a Napoli.

DEJAN STANKOVIC

Nel marzo del 1998 il centrocampista serbo, capitano della Stella Rossa di Belgrado, era uno dei profili più intriganti d’Europa, trattato da Roma, Glasgow Rangers, Psg, Manchester United, Parma e Juventus. Anche la Lazio da ben 2 anni aveva sul proprio taccuino il nome di Stankovic, consigliato da Zeman, e seguito in prima persona dal ds Governato. Quando i giallorossi sembravano in vantaggio sulla concorrenza (nonostante alcune pendenze non sanate dovute all’affare Mihajlovic), ci fu un blitz di Cragnotti a Belgrado e la chiusura dell’affare: 24 miliardi di lire nelle casse dei serbi più un possibile progetto di sponsorizzazione con la Cirio. Sensi allora si rivolse al Partizan, rivale cittadino della Stella Rossa, e acquistò per ben 18 miliardi di lire Tomic, altro giovane molto promettente. Mentre Stankovic si dimostrò un grande acquisto, il connazionale in Italia non mostrò mai le sue qualità.

CHRISTIAN VIERI

Agli inizi di agosto 1998 la Roma prelevò per ben 13 miliardi di lire Bartelt dal Lanus, eppure la dirigenza giallorossa lasciava aperta la porta per l’acquisto di un’altra punta: Trezeguet in pole eppure nei pensieri c’era anche Vieri, ormai ai ferri corti con l’ambiente dell’Atletico Madrid in particolare con il mister Sacchi. Per tutto il mese si rincorsero voci, ma non alla fine non se ne fece niente con l’ulteriore inserimento della Juventus sulle tracce dell’attaccante azzurro. Il 28 agosto, sullo yacht ‘Florence’ di Cragnotti attraccato a Porto Ercole il presidente biancoceleste e Miguel Angel Gil (dg dell’Atletico e figlio del presidente) in poche ore chiusero il trasferimento di Vieri alla corte di Eriksson per 50 miliardi di lire; in serata venne trovato l’accordo con Sergio Berti, procuratore di ‘Bobo’. Si andò a formare una coppia stellare con Salas, mentre sull’altra sponda del Tevere Bartelt sarà ricordato come una meteora.

GABRIEL OMAR BATISTUTA

La maledizione di Batistuta, che dopo aver fermato la Lazio nella penultima giornata del campionato 1998-1999 spianando la strada al Milan, rischiò di ripetersi l’anno successivo nella 30° giornata: il gol al 90° minuto dell’argentino (per il 3-3 finale) frenò la Lazio nella rincorsa alla Juventus. Cragnotti, ormai quasi costretto a veder svanire lo Scudetto, pensò così di ingaggiare il centravanti viola per tentare la stagione seguente di non fallire l’obiettivo. L’affare sembrò così delinearsi, con la Fiorentina disponibile alla cessione e l’attaccante favorevole al trasferimento in biancoceleste. Il finale di campionato e il trionfo della Lazio cambiò il corso degli eventi: Sensi per far fronte alla rivolta della tifoseria giallorossa si tuffò su ‘Batigol’ ottenendo il favore del presidente Cecchi Gori. In virtù di questo la Roma sferrò l’assalto decisivo e l’argentino per 70 miliardi di lire si trasferì agli ordini di Capello. Cragnotti però non si fece trovare impreparato, individuando in Crespo una valida alternativa: dopo aver versato la cifra record di 110 miliardi nelle casse del Parma Hernan sbarcò all’ombra del Colosseo per un derby argentino col compagno di nazionale Batistuta.

DAVIDE ASTORI

Estate 2014, Lotito bersagliato dalla contestazione e la voglia di costruire una squadra competitiva per smentire tutti i suoi detrattori. Gli obiettivi per rinforzare una retroguardia orfana degli addii di Biava e Dias erano De Vrij e Astori. Per l’olandese, reduce da un eccellente mondiale, la trattativa si prefigurava più difficile del previsto mentre per il difensore di San Giovanni Bianco il discorso con il presidente cagliaritano Giulini era molto ben avviato. I tempi si allungavano ma le sensazioni erano ancora positive, finché non si intromise Sabatini. La Roma in poche ore chiuse l’affare strappando Astori ai biancocelesti: a nulla servì l’intervento di Tare che si recò nel ritiro dei sardi (a pochi chilometri da Auronzo di Cadore). Qualche giorno dopo il presidente Lotito si consolò con l’acquisto di De Vrij anche se lo smacco subito fu duro da digerire.

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