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FOCUS - Da Mancini a Mihajlovic, solo piedi buoni: i Signori del calcio passavano per Genova e Roma
venerdì 9 dicembre 2016, 07:05Lazio International
di Benedetta Orefice
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Benedetta Orefice - Lalaziosiamonoi.it

FOCUS - Da Mancini a Mihajlovic, solo piedi buoni: i Signori del calcio passavano per Genova e Roma

Pubblicato ieri alle 15

La caduta del Muro di Berlino, Nelson Mandela che diventa il primo capo di stato di colore. E poi, la fine dell’Apartheid e la disgregazione dell’Unione Sovietica. Gli anni che corrono tra le fine del 1980 e i primi del 1990 sono tra i più importanti della storia. Eventi significativi, idee che cambiano e rivoluzionano il modo di pensare del mondo. Nel calcio, a farla da padrona, c’è la Sampdoria: uno scudetto vinto, una Coppa delle Coppe alzata al cielo e una finale di Coppa dei Campioni sfumata all’ultimo per mano del Barcellona. Altri tempi, in cui la parola Sampdoria faceva rima con ‘successo’. In cui per le vie di Genova potevi incontrare campioni del calibro di Gianluca Vialli e Roberto Mancini. Divenuto, poi, idolo e bandiera anche di quella Lazio che, un decennio dopo i blucerchiati, avrebbe vinto il secondo scudetto della sua storia e festeggiato una Supercoppa Europea di fronte agli invincibili del Manchester United. Ricordando quegli anni, è impossibile non sottolineare il tasso tecnico dei giocatori passati per Roma e Genova: non solo Mancini, anche Mihajlovic e Veron (nel mezzo l'esperienza col Parma). E lo stesso Signori, che però ha fatto il viaggio al contrario. Tutta gente dai piedi buoni, che sapeva come toccare il pallone. A volte accarezzandolo, a volte schiaffeggiandolo. Quale miglior occasione se non la sfida tra Sampdoria e Lazio per andare a ricordare i doppi ex dalla classe superiore.

QUELLI DELLO SCUDETTO – Torniamo proprio a quel 14 maggio del 2000 in cui i biancocelesti si piazzarono in vetta alla Serie A, con un punto di vantaggio rispetto alla Juventus. Tra i 18 a disposizione di Eriksson – anch’esso, tra l’altro, doppio ex di lusso – ben 3 giocatori, prima di sbarcare a Roma, avevano fatto tappa proprio a Marassi: Roberto Mancini, Juan Sebastian Veron e Attilio Lombardo. Senza contare Sinisa Mihajlovic, costretto a saltare il match con i calabresi per qualche problema fisico. Dario Marcolin, invece, avrebbe compiuto la strada inversa subito dopo: lasciando – con zero presenze in quell’anno e uno scudetto vinto – l’ombra del Colosseo per approdare a Genova. Stessa destinazione di Simone Inzaghi, che nel 2005 cercò fortuna alla corte di Novellino.

GLI ALTRI GRANDI – Un anno prima di Christian Vieri, la cui avventura in blucerchiato dura appena due mesi: arrivato a giugno dopo due parentesi poco fortunate con Milan e Monaco, l’ex Lazio decide di rescindere il contratto ad agosto, senza aver mai messo piede in campo. Quello che, tra il 1997 e il 1998, mise invece Giuseppe Signori, giunto a vestire la maglia della Sampdoria dopo esser divenuto Beppe-gol con i biancocelesti.

"IL RESTO" - Per “il resto”, hanno giocato per entrambe le compagini anche tanti altri personaggi. Magari meno appariscenti ma comunque validi. Che ci limitiamo ad elencare: da Tommaso Berni a Matteo Sereni, da Modibo Diakité a Guglielmo Stendardo. Passando per Daniele Franceschini, Maurizio Domizzi, Luciano Zauri, Enrico Chiesa e Marius Stankevičius. Concludendo con Federico Macheda che, però, la maglia della Lazio ha avuto l’onore di indossarla solamente nelle giovanili.