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FOCUS - Derby per pochi: perchè la gente non va più allo stadio
martedì 28 febbraio 2017, 12:49Editoriale
di Francesco Bizzarri
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Francesco Bizzarri - Lalaziosiamonoi.it

FOCUS - Derby per pochi: perchè la gente non va più allo stadio

“Ci stanno 4 gatti” è la classica espressione romanesca per raccontare le poche persone ad un determinato evento. Una frase simpatica anche per indicare le prossime presenze allo stadio Olimpico per il derby di andata di Coppa Italia: appena 23mila i biglietti venduti. Salvo un’impennata delle vendite, difficile vedere il pienone per una partita che, storicamente, raccoglie sempre tanto pubblico e attenzione. Si rischia di fare peggio di Lazio-Roma dell’andata di campionato, quando allo stadio c’erano appena 35mila persone. Era domenica, ma comunque di pomeriggio e c’erano le barriere: scusa numero uno per lo sciopero delle tifoserie. Ma sotto, evidentemente, c’è altro.

EMOZIONE FINITA - Ridateci il romanticismo nel calcio. Ridateci quel leggero vento che ti arriva in faccia appena sali le scale e vedi il triangolo verde di gioco. Le bandiere che sventolano, i cori, i cappelli fatti di giornale che maledetto il sole alle 3 del pomeriggio in Tribuna Tevere. Le coreografie. Ma come si fa a riavere tutto questo? Perché anche le scuse sembrano finite: non reggono più i 20 minuti di fila ai tornelli, i parcheggi, la tessera del tifoso, i prezzi dei biglietti, le barriere. Concetti superati, soprattutto se da vedere c’è un derby. Tutto viene messo da parte, conta solo quello.

L’ERA DELLA COMODITÀ - La media spettatori in Italia è un disastro. Solo la Juventus ha lo Stadium sempre pieno; quest’anno anche l’Inter ha visto un bell’incremento tra i tifosi in tribuna, complici i colpi di mercato e la voglia di tornare protagonisti (tralasciando l’intoppo De Boer). Per il resto il trend è sempre in ribasso: media di 21.516 spettatori. Lontani i dati di Bundesliga, Liga, Premier League e Ligue 1. Ma siamo dietro anche a Messico e India, per dire. Una sola spiegazione c’è nel deserto degli stadi: gli italiani sono diventati un popolo fatto di comodità. Pizza, birra, divano e la Multivision. 

SERVI DELLO SHARE - Banale dare la colpa alla tv, all'HD, al telecomando, ma in realtà è così. Anche per la semifinale di Coppa Italia tra Lazio e Roma, ecco l’altro esempio: i poteri del calcio si inchinano davanti alla Rai, che detiene i diritti per la trasmissione della Coppa nazionale. Questura, Prefetto, Polizia, Comune di Roma, tutti a testa in giù per far tornare l’orario della stracittadina (sempre a rischio) in notturna, favorendo così gli ascolti televisivi. E Mamma Rai si lecca i baffi: Inter-Lazio nei quarti di Coppa Italia ha registrato 5,5 milioni di spettatori pari al 20% di share. Meglio ancora aveva fatto registrare Juventus-Milan: 7,5 milioni di persone incollate davanti alla tv, quasi come se fosse una partita della Nazionale. Più ascolti, più pubblicità. più soldi. E Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale della tv nazionale, pensa anche ai diritti Champions League. E se invece, in un futuro prossimo, facessimo i cinema del calcio invece degli stadi di proprietà?