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Ahn e l'incubo perugino: accusato per un gol e per l'odore d'aglio

Ahn e l'incubo perugino: accusato per un gol e per l'odore d'aglioTUTTO mercato WEB
© foto di Michele Castellani
domenica 26 maggio 2013, 06:302013
di Gaetano Mocciaro

È durato due anni, ma questo non basta per evitargli il nome di meteora. Anche perché nella stagione in A tracce di Ahn Jung-Hwan quasi non se ne vedono.
Il giocatore in questione è il primo e finora unico coreano ad aver giocato in Serie A. Poteva essere seguito da Lee Young-Pyo nel 2006 ma il terzino allora del Tottenham sua detta dopo lunghe preghiere capii che non poteva venire in Italia, precisamente alla Roma. Contento lui...

Tornando ad Ahn, siamo nell'estate nel 2000 e il patron del Perugia Luciano Gaucci, già noto per le sue scelte originali, decide di rivoltare come un calzino la sua squadra, ricostruendola con giocatori dalle categorie inferiori e non solo, decide di aprire al mercato asiatico: così arriva il primo cinese, l'impresentabile Ma Mingyou, ma anche il primo coreano, sud coreano per la precisione, ossia Ahn Jung-Hwan.
In patria è una star, ha già 24 anni ed è l'uomo di punta della K-League e non solo. È anche il sogno delle donne con gli occhi a mandorla, per intenderci il Beckham di Corea e non a caso la sua compagna è una miss coreana.

Nell'operazione c'è puzza di marketing, quella che ha fruttato al buon Gaucci tanti soldi dall'operazione (riuscita anche tecnicamente, tra l'altro) di Nakata. Solo che Ahn, sguardo triste e codino al vento, al contrario del giapponese non si adatta subito, tutt'altro. I problemi variano su ogni fronte: dall'enorme differenza calcistica, all'essere proiettato in una cultura completamente diversa. Per non parlare della barriera linguistica e persino del cibo. Perché se del cibo ci possiamo far (a ragione) vanto, Ahn non la pensava affatto così, riducendosi a mangiare soltanto gelato.

Cosmi non lo schiera a inizio stagione poiché ancora deve adattarsi al nostro torneo, ma piano piano inizia a inserirlo. E lentamente il giocatore dimostra di non essere poi un oggetto misterioso. Fisico asciutto, sgusciante, Ahn fa vedere di avere una discreta tecnica e riesce anche a segnare qualche gol. Nel frattempo inizia ad ambientarsi e per il cibo sua fortuna arrivano anche pacchi direttamente dalla Corea. A fine stagione il bilancio non è poi così male: 4 reti in 15 partite, Perugia salvo nonostante i pronostici avessero dato gli umbri per spacciati. Così Ahn si merita un'altra stagione, ma stavolta nonostante le presenze siano le stesse (15), le prestazioni in campo sono molto più deludenti e va a segno solo una volta.

Intanto al termine del secondo campionato si giocano i mondiali proprio nella sua Corea e Ahn è uno degli uomini di punta. Segna una rete nel girone contro gli Stati Uniti, poi agli ottavi di finale la selezione allenata da Guus Hiddink incrocia l'Italia. Dopo pochi minuti il famigerato arbitro Byron Moreno decreta un rigore per i sudcoreani e dal dischetto va proprio Ahn: il tiro è respinto da Buffon. Sembra la fine di un sogno, Vieri poi porta in vantaggio i nostri e invece sappiamo tutti come è andata a finire. Il pareggio all'88' di Seol e l'incredibile golden gol di testa proprio di Ahn.

Luciano Gaucci va su tutte le furie, rinnegando il giocatore e dichiarando di non voler pagare lo stipendio a uno che ha rovinato il calcio italiano. Ahn se la lega al dito e quando i dirigenti perugini provano a ritrattare ormai è tardi, il giocatore chiede ed ottiene la cessione: andrà prima in Giappone, poi seguirà una seconda chance in Europa, prima al Metz, in Francia e poi in Germania, al Duisburg, senza lasciare il segno. Nel frattempo torna in Corea, partecipa ai mondiali 2006 e segna ancora un gol. Dal 2009 al 2011 l'ultima avventura, in Cina.

Di lui si son perse le tracce fino allo scorso gennaio, quando in un talk show coreano Ahn ha parlato dell'esperienza al Perugia in maniera tutt'altro che positiva. Detto di Gaucci e delle sue accuse Ahn non ha dimenticato l'atteggiamento dei compagni di squadra: "Mi emarginavano, raramente mi passavano la palla anche se ero solo davanti alla porta". Poi si è scagliato contro Materazzi: "Entrò nello spogliatoio urlando verso di me, davanti a tutti, che puzzavo d'aglio. All'inizio non capivo cosa mi diceva e anche il traduttore arrossì perché era troppo imbarazzato per tradurre". La moglie ha poi rivelato che in seguito a quell'episodio Ahn smise di mangiare aglio. Per la gioia dello spogliatoio.