Blissett: pacco di Elton John, scrittore di successo. A sua insaputa
Il Milan dell'estate del 1983 è appena ritornato in Serie A dopo aver vinto a suon di record il campionato cadetto: i bomber rossoneri sono Joe Jordan, Aldo Serena e Oscar Damiani. Lo scozzese viene ceduto al Verona, mentre Aldo Serena, arrivato in prestito dall'Inter, non verrà riscattato. Senza una vera e propria prima punta si inizia a scandagliare il mercato estero per regalare ai tifosi il colpo a sensazione.
In quegli anni in Inghilterra c'è una squadra che sta facendo parlare di sé: è il Watford, che sale agli onori delle cronache per due motivi: il primo è che dal 1977 il proprietario è niente meno che Elton John. Il secondo che in sei anni la squadra riesce a scalare le gerarchie del calcio inglese, passando dalla quarta divisione al massimo campionato, centrando all'esordio assoluto un clamoroso secondo posto. Si distingue un centravanti giamaicano, ma naturalizzato inglese, forte fisicamente e agile come una pantera: il suo nome è Luther Loide Blissett. Al termine della stagione 1982/83 si è laureato capocannoniere del campionato con 27 reti in 41 partite, tanto da convincere nel corso della stagione l'allora ct dell'Inghilterra Bobby Robson a convocarlo in Nazionale. L'esordio è super: tripletta al Lussemburgo. Resteranno le uniche reti segnate con la Nazionale dei tre leoni.
Il presidente del Milan Giussy Farina si lascia convincere dai numeri notevoli del giamaicano. In fondo il campionato inglese è tra i più competitivi del mondo, pensa. Non si lascia scoraggiare dal fallimentare precedente di Joe Jordan. E nemmeno l'inquietante gioco di parole usato dai tifosi inglesi nel chiamarlo, ossia Luther "Miss it", che letteralmente significa "sbaglialo".
Dicevamo, il presidente era Elton John e l'incontro è per ammissione dello stesso Farina tra i più traumatici della sua storia da presidente, sia per la snervante attesa al quale il numero uno è costretto (un'ora e mezza) sia per l'approccio del cantante-presidente: occhiali neri e luccicanti, completo rosa. La trattativa si chiude sulla base di 2 miliardi e 400 milioni di lire.
"Me lo vidi arrivare all'improvviso senza sapere che sarebbe arrivato" dichiara il tecnico Ilario Castagner, che avrebbe preferito che la società avesse riscattato Aldo Serena, ma tant'è e allora il tecnico dà fiducia al giamaicano, che sembra ricambiare segnando all'esordio a San Siro nel rotondo 4-2 al Verona.
Solo un fuoco di paglia: Blissett si dà anche da fare, corre, lotta. Emergono chiari i suoi limiti tecnici che sfociano in errori sottoporta che hanno del fantozziano. Il grande Gianni Brera , scomodando il mangia-gol per definizione Egidio Calloni, lo ribattezzerà "Callonissett". Memorabile l'errore in un derby quando a porta vuota da due passi riuscì nell'impresa di mandare la palla fuori.
Le pressioni del calcio italiano e le prime prese in giro non aiutano di certo il povero Luther, che non riesce ad ambientarsi affatto al nostro paese. Emblematico il fatto che nella sua esperienza non sia mai riuscito ad imparare la lingua, non riuscendo in questo modo a socializzare con i compagni di squadra.
Blissett non salterà una partita di Serie A, ma il bilancio è impietoso: appena 5 reti segnate in 30 partite. Farina, come del resto i tifosi, ne ha abbastanza e lo rispedisce al mittente: sì, proprio al Watford di Elton John che si frega le mani spendendo praticamente meno della metà di quando incassato solo 12 mesi prima. Per la cronaca Blissett tornerà in Inghilterra ad avere un'accettabile media gol e chiuderà la carriera a 36 anni.
Appese le scarpette al chiodo Blissett prima si dedica, senza fortuna, alla carriera di allenatore. Poi decide di fondare una scuderia automobilistica e non contento, nel 2011, partecipa come pilota a una gara automobilistica a Silverstone: sarà vittima di un'incidente al primo giro che vede la sua auto rotolare più volte: rimarrà incredibilmente illeso.
Negli ultimi anni il nome di Luther Blissett è diventato famoso per altro, ossia il gruppo collettivo che prende il suo nome: il Luther Blissett Project è nato a Bologna nella prima metà degli anni 90 e inizialmente veniva usato come forma possibile di dissenso (dai sabotaggi alle incursioni radio, dalle pubblicazioni ai blitz in luoghi pubblici) per criticare il sistema dei mass-media. I fondatori hanno poi iniziato a scrivere libri arrivando al successo con "Q" nel 1999.