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Cellerino, dal duello di mercato Lazio-Livorno ai colpi proibiti in Cile

Cellerino, dal duello di mercato Lazio-Livorno ai colpi proibiti in CileTUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
mercoledì 4 febbraio 2015, 07:302015
di Gaetano Mocciaro

Qualche anno fa è stato al centro di un curioso duello di mercato fra Lazio e Livorno: parliamo di Gaston Cellerino, sul finire della prima decade degli anni 2000 tra i centravanti emergenti del Sudamerica. Argentino classe 1986, vivaio del Boca Juniors, Cellerino trova fortuna prima in Perù, dove vince il campionato con l'Univrersidad San Martin, poi in Cile dove con i Rangers de Talca segna a raffica e finisce dietro Lucas Barrios nella classifica cannonieri. Punta di stazza, Cellerino si mostra abile pure in acrobazia, diventando famoso per le rovesciate.

Nel gennaio 2009 il presidente della Lazio Claudio Lotito sembra chiudere l'affare ma perde tempo, vorrebbe il giocatore in prestito. Nell'ombra però si muove il Livorno, che pur giocando in Serie B soffia il giocatore ai biancocelesti staccando un assegno da 3 milioni di euro per acquistarlo a titolo definitivo. A sorpresa viene presentato in sala stampa nell'immediato post-partita di una gara di campionato, contro l'Avellino: "Il mio obiettivo è quello di portare subito il Livorno in serie A" dichiara in pompa magna Cellerino. E in A il Livorno effettivamente ci va. Peccato che il contributo dell'argentino sia minimo: 7 le presenze totali (solo 2 partite giocate per intero) e un gol segnato, in una gara tra l'altro poi persa. La risalita mette in secondo piano i problemi di ambientamento del giocatore, che viene confermato anche nella categoria maggiore.

In verità il tecnico Gennaro Ruotolo non ci punta molto e il subentrato Serse Cosmi ancor meno: 5 gettoni di presenza che fanno un totale di 79 minuti. Il contribuito, inutile dirlo, è nullo. Le famose rovesciate del Cile lasciano spazio a un incedere lento e goffo sui campi di Serie A. A gennaio la cessione in prestito in Spagna, al Celta Vigo, dove non va meglio: 12 presenze, 1 gol che portano a rispedire il giocatore al mittente.

Tornato a Livorno all'inizio della stagione 2010/11 con la squadra tornata in Serie B, il bottino è ancora desolante: 14 presenze, un gol. Si cerca di cedere il giocatore, senza successo. Il club riesce a rimediare due trasferimenti in prestito prima in Argentina al Racing Club, poi in Cile all'Union La Calera, dove finalmente ritorna a giocare e segnare con continuità. Fino a una sera di novembre quando, in una partita contro il Santiago Wanderers, viene colto da un raptus e colpisce il portiere avversario Mauricio Viana con un colpo da kung fu. Cellerino finisce dritto in commissariato con l'accusa di aver violato la legge contro la violenza negli stadi, rischiando fino a 3 anni di carcere. Seguirà la giustificazione di Cellerino, che dirà di aver reagito a seguito di insulti nei confronti dei propri familiari.

Il giocatore evita la galera ma il buon senso suggerisce si lasciare il Cile, così Cellerino si ritrova per l'ennesima volta a Livorno dove, sopportato a malapena, collezionerà da gennaio a giugno 2013 appena 3 gettoni di presenza, prima di lasciare definitivamente il club.

Cartellino in mano, Cellerino torna nel suo amato Cile per cercare di rifarsi una reputazione. Ironia del destino firma per il Santiago Wanderers, ritrovando proprio Mauricio Viana. Il rapporto fra i due, dopo un lungo chiarimento, adesso è ottimo.