Dittgen, il centravanti che si infortunò facendo giardinaggio
Prima dell'avvento di Maurizio Zamparini il Palermo degli anni '90 alternava le sue stagioni fra Serie B e C1. E quello che si avviava a iniziare la stagione 1997/98 era una squadra che, fresca di retrocessione, era favorita d'obbligo per riconquistare la serie cadetta. La sentenza Bosman che consentì dalla stagione precedente la libera circolazione dei calciatori dell'UE aprì le porte del mercato estero anche alle categorie inferiori alla Serie A.
Il Palermo riuscì nell'impresa l'anno prima di sbagliare tutti gli stranieri: Lamptey non iniziò nemmeno la stagione, Dnibi e Hoop ebbero fugaci e infelici apparizioni. Nonostante ciò si puntò nell'estate del 1997 sul tedesco Marco Dittgen, 23 anni, attaccante del San Gallo con un passato già ben poco prolifico con le maglie di Young Boys, Dinamo Dresda e Kaiserslautern.
800 milioni di lire il costo del cartellino che avrebbe dovuto sborsare l'allora presidente Giovanni Ferrara. Almeno così si pensava. Il giocatore, classico panzer di 190 cm in campo sarà un vero flop. I limiti tecnici del giocatore portarono il tecnico rosanero Ignazio Arcoleo a intrattenersi sempre in qualche ora extra di allenamento per migliorarne il colpo di testa.
Si narra di una moglie al seguito molto gelosa e il continuo rincasare tardi del marito, proprio a causa degli allenamenti extra, alimentava sospetti su possibili scappatelle amorose. Le scenate di gelosia della signora sono divenute ormai famigerate a Palermo. Per dimostrare la propria innocenza il povero Marco dovette esibire le escoriazioni sulla fronte date dall'impatto con il pallone spesso, a causa del terreno polveroso, pieno di pietruzze.
A giudicare dai numeri gli allenamenti extra sono serviti a poco. Alla fine delle fiera saranno appena due reti in 21 partite. Le presenze in campo potevano essere molto di più se Dittgen non si fosse infortunato nel modo più singolare e fantozziano possibile, ossia facendo giardinaggio.
Un bel giorno, potando le rose nel giardino della sua casa a Mondello, piegandosi una spina gli si conficcò nell'occhio. La corsa in ospedale con la cornea infiammata: un grande spavento e l'inevitabile stop. A fine stagione il Palermo, partito per un campionato di vertice, trovò addirittura l'umiliante retrocessione dopo aver perso il playout contro la Battipagliese.
L'avventura di Dittgen a Palermo di fatto si chiuse. Il ritorno in Germania nelle serie minori dove trova anche il gol con discreta continuità a Lipsia e Chemnitz, cambiando di anno in anno maglia e scendendo sempre più di categoria, fino a chiudere negli Amatori.
Sebbene già andato via e dimenticato, l'acquisto di Dittgen porterà non pochi problemi al Palermo. I famosi 800 milioni di lire che il Palermo doveva dare al San Gallo non vengono pagati dal presidente Ferrara. La questione viene sollevata un paio d'anni dopo con il club svizzero che fa intervenire la FIFA. Intanto il club è passato nelle mani di Franco Sensi, contestualmente proprietario della Roma e ignaro dell'affaire Dittgen. Il Palermo verrà punito con il blocco del mercato estero per due anni. Nel frattempo i rosanero avevano acquistato l'uruguayano Diego Gaston Herrera, che si ritroverà suo malgrado bloccato. Per aggirare l'ostacolo Sensi farà tesserare il giocatore proprio dalla Roma, per poi girarlo in prestito al Palermo.
Il caso verrà chiuso definitivamente con l'arrivo di Maurizio Zamparini, che pagò il debito al San Gallo.