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Ipoua, bidone granata su concessione dell'Inter

Ipoua, bidone granata su concessione dell'Inter
giovedì 18 aprile 2013, 07:302013
di Gaetano Mocciaro

Il Torino dell'estate 1996 è una squadra ormai decadente, appena retrocessa in Serie B e dalle prospettive diverse rispetto a qualche anno prima, quando si arrivava a vincere la Coppa Italia e si raggiungeva la finale di Coppa Uefa. Con la discesa negli inferi il club deve disfarsi dei suoi pezzi da novanta: Ruggiero Rizzitelli e Abedi Pelé emigrano in Germania, a Monaco di Baviera: il primo al Bayern, il secondo al 1860. Angloma saluta e va all'Inter. Si pensa a ricostruire e nel frattempo arrivano onesti mestieranti della categoria, come Casazza, Nunziata, Cevoli; giocatori in cerca di rilancio come Ferrante e Florijancic e giovani scommesse. Una di queste arriva dall'Inter, anche se di nerazzurro non ha mai vestito: il suo nome è Samuel Ipoua.

Ha 23 anni ed è camerunense, il nuovo giocatore. E proviene dal Nizza, dove qualche golletto è riuscito a segnare. L'Inter decide di scommettere su di lui, ma la concorrenza è spietata ed è meglio verificare la bontà del giocatore in cadetteria, magari in una squadra di alto livello. Il tecnico del Torino dell'epoca è Mauro Sandreani e per l'inizio stagione ha chiaro un concetto: nel tandem titolare un posto spetta a Florijancic, l'altro se lo giocano Ipoua, Cammarata, Balesini e Ferrante. I giornali dell'epoca danno proprio Ipoua come titolare potenziale. Alla prima giornata, in casa contro il Cesena, vengono concessi appena 17 minuti finali al posto di Ferrante, ma il popolo granata è subito pronto a incoraggiarlo, prendendolo in simpatia. La storia si ripete la giornata successiva, poi gli viene concessa la maglia da titolare alla quarta giornata, contro l'Empoli. Fa poco, in verità, e i granata perdono 2-0.Gli viene concessa un'altra chance la settimana dopo contro il Cosenza e stavolta va meglio. Si va avanti con Ipoua titolare ed ecco che con la Salernitana rimedia un rosso per doppia ammonizione. Sandreani a questo punto lo fa retrocedere nelle gerarchie e quando torna lo fa solo per scampoli di partita, sprecando le occasioni che gli vengono concesse. A gennaio Ipoua si fa male: un mese di stop. Che in realtà significa chiusura dell'avventura al Torino. I granata nel frattempo hanno trovato un attaccante che segna con continuità come Marco Ferrante e considerato che Ipoua è fermo a zero dopo nove partite è chiaro che per lui non ci sia spazio. E nonostante il giocatore dichiari di voler far vedere il suo valore la Società a un giorno dalla chiusura del mercato lo da al Rapid Vienna. In Austria si riscatta parzialmente, tanto da conquistare la chiamata ai mondiali di Francia '98. Una riabilitazione che lo porta a tornare in Francia, al Tolosa. Da lì il ritorno alla parabola discendente dove inizia un pellegrinaggio giocando poco in Germania, fra Mainz, Monaco 19860 e Ahlen. Una puntatina in Belgio e una anche in Lussemburgo. Per il Torino e l'Italia nessun rimpianto, per l'Inter che lo aveva acquistato un sospiro di sollievo per non avergli mai dato la maglia nerazzurra.