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Santiago Silva: fantasma al Chievo, disastro a Firenze

Santiago Silva: fantasma al Chievo, disastro a FirenzeTUTTO mercato WEB
© foto di Stefano Borgi
venerdì 4 settembre 2015, 08:302015
di Gaetano Mocciaro

Tutti hanno diritto a una seconda possibilità. A maggior ragione se la prima non ti viene di fatto concessa. Santiago Silva ne sa qualcosa. La Fiorentina pure. Ma prima dell'esperienza viola da dimenticare c'è da fare un bel passo indietro.

Santiago Silva nasce nel 1980 a Montevideo, si mette in mostra in patria con le maglie di Central Espanol, River Plate Montevideo e Defensor Sporting, tanto da guadagnarsi l'appellativo di el Tanque, il carrarmato, per la sua forza fisica in grado di scardinare le difese avversarie. Segna molto in patria e lo nota Giovanni Sartori, direttore sportivo del Chievo Verona al primo anno in Serie A.

Arriva a gennaio con la squadra che sta sorprendendo l'Italia. Data da tutti per retrocessa, la matricola si ritrova in piena zona Champions League grazie anche all'affiatata coppia Corradi-Marazzina. Logico quindi che il tecnico Gigi Delneri decida di non toccare una macchina perfetta. E in caso di bisogno c'era l'affidabile Cossato. Morale della favola, il buon Santiago non scende mai in campo e vede appena una volta la panchina. Se ne va da oggetto misterioso e ricomincia da capo, sperimentando nuovi campionati: Brasile, ancora Uruguay, Germania, Portogallo. Ma è in Argentina che arriva l'esplosione: 14 reti col Gimnasia La Plata, 48 in tre stagioni al Velez, 23 al Banfield. A 30 anni è al top della carriera, pronto per tentare di nuovo da noi.

La Fiorentina con 2,5 milioni si assicura il giocatore, come alternativa ad Alberto Gilardino. Viene accolto fra l'entusiasmo generale, lui dice di ispirarsi niente meno che a Batistuta, promette di segnare tanti gol e come se non bastasse, per dimostrare di avere le spalle larghe sceglie di indossare la maglia numero 10. Scelta che si rivelerà un boomerang: 12 presenze, un solo gol. Su rigore. Il soprannome Tanque regge solo per la legnosità dei movimenti. Del resto è un corpo estraneo alla squadra. Se ne accorge il giocatore e se ne accorge la dirigenza, che decide che sei mesi possono bastare:a gennaio è già rispedito in Argentina. Lo accoglie il Boca Juniors, dove spara ancora qualche cartuccia. Oggi a 35 anni, Santiago gioca ancora. Da marzo è la punta dell'Arsenal de Sarandì e segna con una certa regolarità.