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Arzanese punita dal C. Federale: tutte le falle di una scelta maldestra

Arzanese punita dal C. Federale: tutte le falle di una scelta maldestraTUTTO mercato WEB
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com
sabato 2 agosto 2014, 07:052014
di Stefano Sica

Schiuma rabbia l'Arzanese dopo l'estromissione dal terzetto delle ripescate in Lega Pro. Una decisione che ha provocato sconcerto ed amarezza nel clan biancoceleste. Perché hanno prevalso logiche arbitrarie e tagliole velenose rispetto ai meriti sportivi acquisiti sul campo ed anche a qualche paragrafo normativo. Un discorso che vale anche per il Delta Porto Tolle giunto, come i partenopei, nella finalissima play-out per accedere alla Lega Pro unica. Difficile esprimersi senza un parere motivato della Lega, che a questo punto si rende necessario per un fattore di trasparenza e di chiarezza. Ma in questa faccenda sono troppi i punti oscuri che hanno caratterizzato le decisioni della Lega diretta da Macalli e Ghirelli e, conseguentemente, del Consiglio Federale di ieri. Basta partire dal comunicato ufficiale Figc diramato lo scorso 6 maggio (144/A).

Se è stata privilegiata la linea di punire chiunque non disponga di un impianto ubicato nel proprio Comune, ipotizzabile considerato il diniego delle domande proposte da Delta Porto Tolle (che aveva indicato il Mecchia di Portogruaro come sede delle gare interne) o Correggese (indirizzata verso il Cabassi di Carpi), perché, come si evince dal comunicato ufficiale del 27 maggio (171/A), si è optato per una politica dei due forni che invece consente istanze di deroga a chi la Lega Pro l'aveva acquisita sul campo? Perché i massimi vertici dell'Arzanese erano stati allertati sull'ipotesi ripescaggio (risultano contatti informali tra Ghirelli e dirigenti biancocelesti, e visite dei Commissari Figc per visionare da vicino i lavori di ristrutturazione allo stadio Ianniello di Frattamaggiore, da diversi mesi casa dell'Arzanese) fino a pochi giorni prima del 28 luglio, ultima data per la presentazione della domanda di salvacondotto? Perché, sempre nel comunicato ufficiale del 27 maggio, si chiariva che, per procedere al ripescaggio, ci si sarebbe affidati alla consueta logica dell'alternanza tra una retrocessa in D ed un club proveniente dalla medesima serie? Perché, infine, fare strame di una normativa (descritta sempre nel comunicato 171/A) che non concede, se non in via eccezionale ed in successiva istanza, questo benefit a chi era già stato salvato nel corso delle ultime cinque stagioni? I valori di chi si è mostrato più forte sul campo e più virtuoso con i libri contabili (e non di chi può vantare solo grandi bacini di utenza e nulla più) cedono dinanzi ad un uso evidentemente "creativo" delle regole, anche di quelle morali e non scritte. Pecche di un cerchio magico federale chiuso in una campana di vetro. E che continua a non volersi rinnovare. Peccato, un'altra occasione mancata per dimostrare il contrario. E per rassicurare tutti che, a volte, nel calcio può vincere anche chi merita.