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Consiglio Federale, l'intervento odierno del consigliere Gravina

Consiglio Federale, l'intervento odierno del consigliere GravinaTUTTO mercato WEB
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com
venerdì 30 gennaio 2015, 16:502015
di Luca Bargellini

Questo il testo dell'intervento di del Consigliere federale Gabriele Gravina svolto oggi 30 gennaio 2015

Caro Presidente e Cari Consiglieri federali,
i gravi accadimenti che stanno coinvolgendo da un mese e mezzo la Lega Pro avrebbero meritato una formale presa di posizione in occasione del Consiglio Federale di quest'oggi.
Con le semplici comunicazioni con cui, il nostro organo di vertice federale vuole accompagnare queste vicende è, forse, ancora più grave delle continue e consapevoli violazioni che, sul piano federale ma anche civilistico, si stanno susseguendo dal 15 dicembre. Quel giorno, lo ricordo ai più distratti ed a quelli che pensano di porre cumuli di sabbia su una vicenda che coinvolge un importante settore della nostra vita sportiva, a larghissima maggioranza (40 voti negati, 2 astenuti), le società non hanno approvato il documento di bilancio presentatogli. Fatto grave in sé, ma accompagnato da contestuale richiesta di ricambio di una governance ritenuta inadeguata.
Il Presidente ed il Direttivo non hanno dato seguito nemmeno quando, il 5 gennaio 2015 ben 32 club scrivendo a te presidente hanno chiesto la convocazione dell'assemblea e ad oggi nessuna risposta è stata gli è stata data. Allo strumentale ricorso al Collegio di Garanzia, per guadagnare tempo, ha fatto seguito addirittura la negazione della possibilità di revocare gli amministratori, in un susseguirsi di esternazioni e presupposti giuridici che stanno esponendo non solo la Lega Pro, ma anche l'intero sistema sportivo, alla berlina dell'opinione pubblica.
Quell'opinione pubblica che non comprende il perché di un tale pervicace attaccamento agli incarichi, di un così forte arroccamento sul potere detenuto, sulla strenua volontà di negare alle
società il proprio diritto ad esprimersi se confermare o mandare a casa i propri dirigenti.
Sul piano politico, la mancata approvazione di un bilancio, soprattutto se in tale proporzione, è un segnale di volontà preciso da parte degli associati: quello di bocciare insieme con il documento la gestione dell'ente, la produzione di risorse e le scelte sull'utilizzo delle risorse. Un segnale che in qualunque altro contesto, nostro Federale in primis, avrebbe indotto i responsabili ad agire di conseguenza, ossia sottoporsi al giudizio di quelli che sono i veri titolari del potere decisionale.
Ma, assenti sensibilità e correttezza, non posso ricordare a me stesso prima e quindi a voi tutti dopo che la Lega Pro così come tutte le nostre strutture associative, sono rette da norme statutarie che, laddove carenti e, soprattutto, laddove confliggenti, fanno automatico riferimento alle disposizioni del Codice Civile. Norme per cui le assemblee hanno potere sovrano in merito al documento di bilancio, all'elezione e revoca degli amministratori.
Ma in Lega Pro, si continuano a spendere soldi per pareri pro-veritate. Azioni che sono costate centinaia di migliaia di euro in questi ultimi due anni, per trovare, fuori dalle norme, risibili scuse come quella relativa alla necessità di una motivazione per il voto negativo al bilancio oppure l'intangibilità da revoca delle cariche nel quadriennio olimpico (che, è noto a tutti, stabilisce il termine massimo di durata del mandato!).
Accompagnare in silenzio queste gravi violazioni, per la FIGC significa, purtroppo, avallarle. Il ruolo super partes di garanzia e controllo che lo Statuto federale, lo Statuto CONI e la legge assegnano alla Federazione impone un'energica azione per il rispetto delle norme statutarie. Tale potestas, non solo deve tutelare il corretto funzionamento degli organi, ma deve soprattutto vigilare sul rispetto delle regole.
Il Presidente Federale è stato investito formalmente della questione fin dai primi giorni, a lui si sono rivolte le società. Del Presidente Federale si sono fatti ripetutamente beffe da Via Jacopo da Diacceto: il 17 dicembre, quando ha chiesto una relazione scritta sull'accaduto mai arrivata entro i 10 giorni previsti; a fine anno quando, dietro richiesta delle società, ha invitato il Direttivo a prendere le decisioni consequenziali; il 12 gennaio, quando disattesi i provvedimenti in occasione del Direttivo di Lega dell'8 gennaio, da un lato ha ribadito che le azioni dinanzi alla giustizia sportiva e gli esposti alla Procura Federale non hanno potere di interruzione né tantomeno di soppressione di obblighi statutari e di legge cui dare corso, e dall'altro ha chiesto la convocazione dell'assemblea entro il 5 febbraio. Ma, se non bastasse tutto questo a dimostrare lo spregio dell'istituzione federale, ecco che arriva, proprio per il 5 febbraio, la convocazione di un "preincontro" in cui Macalli ed il Direttivo, anziché dare espressione alle società, vogliono portarle in maniera informale sull'esame delle problematiche giuridiche, su spezzoni di documenti, sul solito campo dei "contributi federali" da distribuire.
Questo atteggiamento mi ha costretto ed ha costretto un presidente di club a chiedere di potersi rivolgere addirittura alla giustizia ordinaria, per trovare una soluzione fuori da un sistema dimostratosi incapace di auto-regolarsi e di far rispettare le regole. Ma qui, oltre alle persone, si sta anche esponendo pericolosamente la Federazione, salvo l'esistenza di inimmaginabili "deroghe" al rispetto di leggi e regolamenti concordate con il CONI ed a noi sconosciute, a quello che sarà l'immancabile giudizio di chi, nella scala gerarchica dei controlli, potrebbe a breve chiedercene conto senza usare le tolleranze finora utilizzate in via Allegri.
La stima personale ed il prestigio della carica che ricopri, caro Presidente Tavecchio, mi impediscono di usare quei toni forti che sono di tutta evidenza in questa vicenda per segnalare a tutti che alcuni dirigenti della Lega Pro stanno calpestando le norme, non riconoscendo, dopo l'autorità degli associati a cui impediscono l'esercizio di diritti e competenze, anche le tue
indicazioni.
Dimostraci, Caro Presidente, che sei in grado di imporre l'autorevolezza ed il prestigio della Federazione, che sei in grado di essere garante della democraticità del nostro sistema, che sei in
grado di tutelare club che chiedono di potersi esprimere sulla governance della Lega Pro che è stata già bocciata insieme al bilancio. Sopratutto, Caro Presidente, dimostra a noi ed all'opinione
pubblica che non subisci le influenze, i condizionamenti e indicazioni all'inerzia da parte di qualche dirigente federale che, con i piedi anche nella Lega Pro, si sta spendendo in lungo ed in largo, anticipando perverse strategie per conquistare un consenso irrimediabilmente compromesso.
Buon senso e correttezza istituzionale impongono un tuo energico intervento, capace di riaffermare quel ruolo di garanzia del funzionamento democratico del nostro sistema, impedendo che la
questione, che comunque si risolverà in Lega Pro, possa sconfinare anche nella FIGC e coinvolgere in un giudizio di gestione la tua governance.
Questa volontà di non incidere, di girare lo sguardo, di farsi beffe delle società e, soprattutto, delle conseguenze che tale stato di cose potrà avere nell'immediato futuro per un settore in grande difficoltà come il nostro, rappresentano uno schiaffo fragoroso ad oltre il 50% dei club di Lega Pro che si sono rivolti alla Federazione per avere attenzione e tutela. Uno schiaffo a quei club che mi impediscono di condividere con voi questa riunione odierna insensibile ed irrispettosa dei gravi problemi sollevati.
Per questo lascio la seduta, chiedendo che questo intervento sia integralmente messo a verbale.