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Cuore Paganese, suicidio Melfi. Focus sul match

Cuore Paganese, suicidio Melfi. Focus sul matchTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano/TuttoLegaPro.com
domenica 19 ottobre 2014, 13:302014
di Stefano Sica

Ci è andato molto vicino il Melfi alla prima vittoria stagionale. Due punti saltati inopinatamente, nel giorno in cui Cosenza e Martina brindavano alla prima gioia in campionato (adesso solo lucani ed Aversa Normanna sono ancora senza successi). E' stato il pomeriggio di gloria di Dario Giacomarro, un talentino classe '95 arrivato dalla Primavera di Palermo con tante credenziali ed un'immensa voglia di rendersi utile alla causa. Approfittando anche delle precarie condizioni di Agnello (poi subentrato proprio al baby di scuola rosanera), per Giacomarro quella del Torre è stata la "prima" da titolare. Una doppietta frutto di due inserimenti devastanti tipici del centrocampista che ha in sé sfrontatezza e qualità. Quindi ordine tattico e precisione: una partita da incorniciare per lui, posizionato da mezz'ala sinistra nel consueto 4-3-1-2 gialloverde. E proprio la mediana ne è risultata il reparto che ha registrato più sperimentazioni da parte di Bitetto, con Spezzani messo davanti alla difesa e Tundo spostato a sorpresa alla sua destra. Gara comunque egregia per entrambi (lo stesso Tundo è stato l'assist man per il secondo gol di Giacomarro). Più avanzato Fella, per l'assenza di Tortori. L'ex punta del Brindisi è andata a fare coppia con Caturano, con Berardino libero di spaziare alle loro spalle. Insomma, per almeno 60 minuti il Melfi ha controllato agevolmente le operazioni. Senza strafare, senza dominare, anche in virtù di un certo equilibrio che ha reso il primo tempo complessivamente povero di spunti, ma forte di una superiorità tecnico-tattica apparsa indiscussa. E la Paganese? Solo la fiammata iniziale di Girardi (una rete divorata in modo scellerato), poi il buio. Squadra lenta, macchinosa, senza idee e prigioniera della disciplina tattica gialloverde. Eppure Sottil non aveva disdegnato di proporre un battagliero 4-3-3 con Calamai metodista e Caccavallo (nella foto) ed Herrera esterni a supporto di Girardi. E non aveva esitato anche ad invertire le fasce di competenza, dopo alcuni minuti, ai due gioielli azzurrostellati.

Il copione del match è cambiato invece nella ripresa, con l'ingresso di Bernardo e De Liguori, gli ultimi colpi del dg D'Eboli. A quel punto, Sottil ha dirottato Herrera nel ruolo di mezz'ala puntando sulla fantasia assoluta di Caccavallo alle spalle delle due bocche di fuoco azzurrostellate: Girardi, anche se ieri opaco, e Bernardo, quest'ultimo capace di aprire spazi, fare movimento e creare vivacità, come è nel suo dna. Con Calamai spesso e volentieri a rimorchio del tridente di casa, e un De Liguori indemoniato e in piena trance agonistica, il Melfi ha iniziato a soffrire e ad arretrare paurosamente, pur puntando su qualche ripartenza non sfruttata per mancanza di lucidità. Certo, la prodezza del solito Caccavallo ha avuto anche il lasciapassare da un erroraccio di Dermaku e chissà se, senza quell'episodio, la Paganese avrebbe rimesso in piedi la contesa. Ma alla fine cuore e generosità hanno premiato meritatamente una squadra che, quantomeno, non si è arresa mai, sfiorando il pari anche prima del colpo da biliardo di De Liguori. E non era stato sempre così quest'anno. La Paganese, quindi, può ripartire dall'ultima mezz'ora della gara del Torre, cercando di acquisire nel corso di tutti i 90' quella continuità mentale che reclama (giustamente) Sottil e una maggiore solidità difensiva (che oggi appare precaria). Il Melfi ha invece l'urgenza di completare a gennaio la rosa per affidare a Bitetto qualche alternativa in più (almeno un innesto per reparto). Avesse potuto, c'è da giurarci che il trainer barese avrebbe operato a gara in corso qualche cambio di natura diversa a centrocampo e presumibilmente risistemato qualcosa negli altri reparti per chiudere con un collettivo fresco e non oberato come è accaduto ieri. Questo intoppo, unito alla mancanza di esperienza, forse impedisce ai gialloverdi di spiccare il volo. Con qualche leader in più capace di assumersi le proprie responsabilità nei momenti caldi della partita, il Melfi con ogni probabilità avrebbe portato a casa l'intera posta in palio. Ma non è affatto tardi per rimediare. La società sa cosa serve. Ci studia e ci lavora da settimane. E questa consapevolezza è già un passo avanti enorme.