Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
esclusiva

Carruezzo: "Il mio Savoia esempio di amore e serietà"

ESCLUSIVA TMW - Carruezzo: "Il mio Savoia esempio di amore e serietà"TUTTO mercato WEB
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com
venerdì 24 aprile 2015, 12:102015
di Stefano Sica

Quando incontriamo Eupremio Carruezzo, il Savoia ancora non ha ufficializzato la volontà di portare per martedì 5 maggio i libri contabili in Tribunale per l'apertura della procedura fallimentare. Fallito l'accordo con i calciatori, ai quali era stato proposto un piano di riparto della fidejussione con una riduzione dell’ingaggio di oltre il 60%, il futuro è un punto interrogativo. A partire dalla gara di domani al Giraud con la Lupa Roma, allo stato attuale a serio rischio. Col dg oplontino affrontiamo questa tematica, dopo la decisione della rosa di sospendere i lavori, ripercorrendo questi quattro mesi vissuti a Torre Annunziata tra mille difficoltà e tante speranze. "Per una volta vorrei parlare di cose positive in mezzo a tante negatività che pure ci sono state in questa stagione - esordisce -. Purtroppo di queste positività si è parlato troppo poco. E mi riferisco ad un gruppo di ragazzi che, allenamento dopo allenamento, senza godere di retribuzioni economiche e in mezzo ad una situazione non dignitosa, è andato avanti affrontando tutte le partite con una grandissima determinazione. Questo anche grazie all'aiuto di un allenatore molto esperto come Aldo Papagni e di un vice molto preparato come Vincenzo Gagliano. Si è creato un gruppo importante intriso di giovani promesse. Siamo tra le squadre più giovani di questo campionato. Molti ad inizio stagione erano partiti magari con questa idea, per poi mollare tutto a gennaio prendendo giocatori più navigati. Noi abbiamo fatto l'esatto contrario. In rosa abbiamo quattro '94 e tre '95, e tutti giocano puntualmente. Questi ragazzi si sono messi a disposizione e per tanti di loro si sta preparando la strada verso il calcio che conta. Tutti hanno dimostrato qualità importanti. Questo è un altro obiettivo autorevole che il Savoia ha raggiunto".

I tifosi vi hanno sostenuti in maniera incessante, una volta intuito lo stato di precarietà societaria. E questo ha garantito serenità ad un gruppo che ha potuto esprimersi senza tensioni ambientali.
"Questo è un altro aspetto da rimarcare. C'è un'unione straordinaria, un'alchimia incredibile. Dopo la sconfitta con la Salernitana, e una classifica preoccupante, ci si è ritrovati tutti a cantare e piangere sotto la Curva, calciatori e tifosi insieme. Certe complicità vanno ricercate. Quando sono arrivato a Torre, i tifosi sono venuti nello spogliatoio presentandosi e chiedendo ai ragazzi come si chiamassero. Prima non c'era stato alcun tipo di contatto. C'era un muro che divideva squadra, società e tifosi. Poi questi muri sono stati abbattuti grazie all'impegno e alla dedizione di questi ragazzi. Non dimentichiamo che, lottando e sudando, squadra e tecnici hanno ottenuto risultati importanti. Senza il gruppo non si può andare tanto lontano. A tre partite dalla fine, questa squadra ha fatto già più punti di tutto il girone di andata quando c'era una rosa più esperta e anche più costosa. Quindi a questi giovani va dato atto non solo di aver profuso impegno mostrando dignità, ma anche di aver conseguito risultati tangibili. Dietro c'è un lavoro serio e scrupoloso. Nonché una gestione portata avanti come dovrebbe fare la maggior parte delle società di Lega Pro. Quando i soldi sono pochi, ci vogliono competenza e conoscenza. Finora invece le cose sono state fatte al contrario. Le squadre così falliscono. Nel calcio odierno bisognerebbe rivedere tante cose, c'è tanto da riformare. E una "vecchia" generazione di dirigenti, come uso dire, dovrebbe mettersi la mano sulla coscienza. Persone da scrivania che pensano di far calcio come si faceva una volta. Così non si può andare avanti. Oggi ci vogliono scarpe da ginnastica e giubbotto pesante perché bisogna stare sui campi dalla mattina alla sera per vedere partite. Dobbiamo tutelare innanzitutto noi il nostro posto di lavoro, facendo in modo che le società per le quali lavoriamo siano sane. Più club restano in vita, più ci sono posti di lavoro".

Quanto ha ritenuto ingiusto questo mese continuo di divieti per i tifosi oplontini, ai quali è stato proibito l'accesso allo stadio per le partite casalinghe?
"Intanto sono convinto che le ordinanze vadano assolutamente rispettate. Ma c'è un difetto di origine, un errore iniziale. E mi riferisco alla prima ordinanza in occasione della gara col Matera, quando l'ingresso al Giraud fu consentito ai soli abbonati. Poi ci sono state delle conseguenze a catena, ma tutto nasce da un errore".

Qualcuno potrà pensare che a Torre Annunziata sia difficile investire per una serie di ragioni...
"Non è vero. A Torre si può fare calcio, come del resto in tutto il Sud. L'importante è parlare con onestà alla gente senza nascondersi. Se le possibilità sono limitate, i tifosi capiranno qualora uno esponesse con trasparenza i propri obiettivi. Ma in quel caso, con poche risorse, deve scattare il lavoro. Un senso finale a tutto quello che è accaduto, sotto il profilo strettamente del campo, c'è: gli imprenditori che volessero puntare sul Savoia adesso sanno che a Torre Annunziata si può fare calcio serio ed investire in modo intelligente. Si può fare calcio buono, lavorando coi giovani".

Come ha giudicato l'iniziativa di "Antica Passione" tesa, in futuro, ad una partecipazione attiva di una rappresentanza di tifosi alla vita finanziaria del club?
"Questo si riallaccia al mio discorso precedente. Un coinvolgimento dei tifosi passa per la trasparenza della propria gestione economica. Quando si mette loro nelle condizioni di capire le difficoltà che ci sono nel gestire risorse limitate, il sostegno arriva di conseguenza. Se vogliamo, è un po' la fotografia di questi ultimi mesi al Savoia. Quindi sono d'accordo con questa iniziativa perché il tifoso finalmente non avrà più brutte sorprese ma saprà quello che la società può realisticamente fare. Poi è chiaro che, come in tutti gli sport, potrà esserci la critica verso il calciatore che ha giocato male, l'allenatore che non ha indovinato un cambio, il direttore che ha sbagliato un acquisto. Ma tutto questo sempre in un quadro di normalità, non perché c'è il condizionamento di tanti fattori che poi portano una società al fallimento".

Deregulation agenti Fifa: riforma a suo avviso sbagliata o che va nella giusta direzione?
"E' una riforma sbagliata. Il gioco del calcio dipende da due cose fondamentali: un pallone e i calciatori. La Fifa, quindi, certe decisioni dovrebbe prenderle innanzitutto a tutela dei calciatori che sono gli attori principali di questo sport. Ed è chiaro ed evidente che, dove non ci sono regole certe e professionalità riconosciute, chi ci rimette è sempre il giocatore. Soprattutto quello giovane, il quale può essere anche indotto a sottoscrivere un legame a vita visto che i contratti saranno liberalizzati. E se un calciatore ha sbagliato persona, avrà finito di giocare ancora prima di iniziare. Da ex agente Fifa ho sostenuto due esami difficilissimi studiando giorno e notte. Poi ho fatto la pazzia, per il mio Savoia, di fare la revoca senza godere della sospensiva che avrebbe richiesto più tempo per una risposta. E sono diventato il direttore generale di una società con tanti problemi, con l'intento di aiutarla. L'ho fatto per la città ma non mi pento di aver scelto così".

Quattro mesi difficili da un punto di vista gestionale: comunque vada, per lei sarà stata un'esperienza formativa niente male...
"Ho fatto tutto così in fretta ma, se sarà questo il mio lavoro anche in futuro, partenza più entusiasmante non poteva esserci. Ne sto ricavando insegnamenti fondamentali che mi torneranno utili. Ripartirò sapendo che conta la professionalità, contano le competenze, conta il rapporto umano coi calciatori, conta l'essere uomini, conta il rapporto coi tifosi. Se poi si ha un buon conto in banca, ben venga. Ma il calcio non si fa solo coi grandi capitali o i grandi stadi".

La squadra tornerà ad allenarsi?
"Posso dare solo una risposta da uomo che conosce i propri ragazzi. Conoscendoli, so per certo che il non allenarsi o il non giocare non dipenderà mai da loro. Ma è normale che se non ci sono le condizioni materiali per farlo, non si può agire diversamente. Se i calciatori dovessero ritornare, ci vorranno anche delle garanzie idonee per affrontare la partita con la Lupa Roma. Non essendoci soldi, non si sa se poi quest'impegno si potrà affrontare. Ci fossero i presupposti per giocare, i ragazzi non si tirerebbero affatto indietro. Loro non mollano, sono persone di grandi qualità morali".

Ora la Lupa Roma: cosa teme di più dei laziali?
"Loro sono stati per diversi mesi la grande sorpresa del campionato. All'inizio si erano assestati ai vertici della classifica con una squadra buona ed un allenatore esordiente che ha lavorato partendo dalle basi dell'ultima stagione vincente, cosa che ad esempio il Savoia non ha fatto. Poi la squadra è riuscita comunque a mantenere una posizione tranquilla nonostante diversi risultati negativi. Cucciari è un bravo tecnico che ha avuto ottimi maestri in passato. Ha dato alla squadra anche un bel gioco. Poi è normale che, cambiando la posizione in classifica, anche la Lupa Roma ha preferito, come tanti, badare più al concreto che allo spettacolo".

© Riproduzione riservata