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De Sanzo: "Onore alla Paganese. D'Adderio può farcela"

ESCLUSIVA TMW - De Sanzo: "Onore alla Paganese. D'Adderio può farcela"TUTTO mercato WEB
© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com
sabato 9 aprile 2016, 13:342016
di Stefano Sica

Attualmente dirige il Frascineto, squadra che milita nella Prima categoria calabrese. Un'altra tappa di un percorso iniziato come vice allenatore del Castrovillari in Eccellenza e proseguito tra le giovanili dell'Academy Castrovillari, realtà calcistiche della sua città natale. Fabio De Sanzo, ex centrale difensivo con una lunga esperienza in serie C (e alcune apparizioni con la Fermana in B), sosterrà a breve l'esame per conseguire l'abilitazione ad allenare squadre di Lega Pro nonché quelle giovanili di ogni ordine e grado (Uefa A). Per ora, però, questa esperienza "in patria" si sta rivelando affascinante e formativa. "Con gli Allievi regionali dell'Academy abbiamo raggiunto tre volte i play-off - ricorda -. Poi, invece di mettere su la Juniores, abbiamo pensato di cimentarci in Prima categoria col Frascineto. Un buon banco di prova per i ragazzi perché qui anche questa categoria è molto dura. Ci manca un punto per la salvezza, oramai".

In estate, però, è stato sondato dalla sua ex Paganese per fare il vice.
"Sì, ci fu un colloquio con la proprietà ma era il periodo in cui si era alle prese col ricorso per la mancata iscrizione. Quindi decisi di prendere altri impegni che non potevo non mantenere quando poi la situazione si normalizzò".

Fra poche ore ci sarà proprio una gara tra due sue ex squadre: Catanzaro-Paganese. Come finirà?
"Intanto voglio fare i complimenti alla Paganese che ha dimostrato coi fatti di meritare la classifica che ha. Ha diversi giovani validi, gioca benissimo e si è rivelata l'autentica sorpresa del campionato. Questa è una società longeva, con tanti anni di Lega Pro sulle spalle. Segno di un certo tipo di lavoro. Spero che l'anno prossimo si possa fare un ulteriore salto di qualità, la piazza lo meriterebbe. Il Catanzaro, invece, doveva fare molto di più per l'organico a disposizione. Con la Paganese è quasi l'ultima spiaggia per evitare i play-out perché una vittoria farebbe da trampolino di lancio. E' vero che successivamente ci sarà lo scontro diretto col Monopoli, ma quella sarà una gara aperta e rischiosa".

Anche un'altra sua ex squadra, il Monopoli, è in piena lotta per evitare gli spareggi: D'Adderio riuscirà a fare il "miracolo"?
"Lo conosco bene e può farlo. Anzi, glielo auguro. Questa squadra, dopo un buon girone di andata, è calata. Il mister credo potrà salvarla".

Sedici apparizioni anche col Foggia targato 1999/00, annata in cui i rossoneri persero la semifinale play-off di C2 con l'Acireale. Cosa è mancato alla squadra per non essere in testa nonostante un mercato invernale sontuoso?
"Per mia esperienza personale, posso dire che quello di Foggia è un ambiente molto caldo ed esigente. Credo che, nonostante a mio avviso Lecce e Benevento fossero più attrezzate, tutti si aspettassero la vittoria diretta del campionato. Io penso che, in situazioni simili, conti anche l'esperienza dell'allenatore. Auteri e Braglia sono tecnici più navigati, mentre De Zerbi che, precisiamo, è bravissimo e farà carriera, è più il tecnico del futuro".

Chi è oggi un nuovo De Sanzo?
"Il primo a cui penso è Fabio Lucioni del Benevento. Ha grosso modo le caratteristiche che avevo io e tra l'altro lo conosco bene perché abbiamo giocato insieme a Monopoli. Io ero un po' così: allenatore in campo e gladiatore allo stesso tempo. E spesso ho fatto il capitano delle squadre con cui ho militato".

Su quale modulo tattico imposterà la sua tesi?
"Il 3-4-3, sistema che mi piace con gli esterni offensivi a piede invertito. Credo che la difesa a tre consenta di impostare meglio la manovra dalle retrovie. Nel calcio di oggi occorre che i difensori siano agili e dotati innanzitutto di buona tecnica. Magari ai miei tempi non era così, bastava essere strutturati e cattivi. Oggi non basta. Al di là dei numeri, l'importante è avere una mentalità offensiva. Basti prendere un esempio a caso, la Spagna: lì non è che si parli tanto di numeri. Ma conta di più la qualità dei calciatori".

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