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Melfi, Destino: "Io, melfitano doc, orgoglioso di questi colori"

ESCLUSIVA TMW - Melfi, Destino: "Io, melfitano doc, orgoglioso di questi colori"TUTTO mercato WEB
© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com
giovedì 17 aprile 2014, 08:052014
di Stefano Sica

Ogni condottiero che si rispetti ha un braccio e una mente che lo supportano. Nella sua avventura a Melfi, il tecnico Dino Bitetto si è servito del prezioso aiuto del vice Pasquale Visconti e di uno stretto collaboratore che ha contribuito a fare le fortune dei gialloverdi in questi due anni. Lui è Andrea Destino, melfitano doc, ex centrocampista dei normanni. Colui che il 4 maggio del 2003, con Andrea Chiappini in panchina, partecipava alla grande festa promozione del Melfi che, dopo il pareggio con l'Ariano Irpino, iniziava la lunga cavalcata tra i professionisti. Proprio il prossimo 4 maggio, il Melfi riceverà la Vigor Lamezia in quella che sarà una gustosa passerella per tutti i giocatori di Bitetto. La storia si ripete, 11 anni dopo. "Ringrazio la società che mi ha dato questa grande occasione - esordisce Destino - il presidente Maglione, tutti i componenti di questa splendida famiglia dirigenziale e tutti i tifosi che ci hanno sostenuti. Un ringraziamento particolare va a mister Bitetto per lo spazio che mi ha dato in un campionato così importante e difficile, a mister Visconti e al preparatore atletico Prof. Sepe, i quali con grande professionalità hanno fatto sì che questa impresa si realizzasse. Infine, è una vittoria che voglio dedicare alla mia famiglia. Per me, nativo di Melfi e in campo quel 4 maggio del 2003, questa promozione è un motivo di orgoglio".

All'inizio del campionato non figuravate tra le favorite.
"Vero. In molti ci davano per spacciati ed è stato piacevole smentirli. Abbiamo compiuto un autentico miracolo sportivo. Ma c'è un dato che ci inorgoglisce: siamo tra le quattro neopromosse, insieme a Teramo, Cosenza e Foggia, che non ha dovuto cambiare allenatore per raggiungere l'obiettivo. Poi c'è solo il Tuttocuoio che non ha cambiato. Tuttavia questo è stato un campionato duro e stressante. Abbiamo vissuto anche noi dei momenti difficili, quando da inizio gennaio, e fino a metà febbraio, abbiamo fatto qualche pareggio di troppo senza riuscire mai a vincere".

La svolta infatti c'è stata con l'Aprilia il 23 febbraio. Quali sono state le cause di quel rallentamento?
"Anche l'anno scorso abbiamo avuto un calo in quel periodo. Poi tutto andò bene. Fatto sta che ora siamo in un momento di forma smagliante e stiamo chiudendo questo campionato al massimo delle energie fisiche e mentali. Per questo c'è grande soddisfazione in tutti noi. E' stato fatto un lavoro certosino che ha portato i suoi frutti".

Come mai questa differenza di rendimento tra gare in casa e in trasferta?
"Quando gli avversari si chiudono e ti conoscono, diventa difficile impostare l'iniziativa e sfondare. Fuori casa ci siamo imposti col gioco, potevamo farlo. Siamo stati piacevoli e audaci".

Anche Bitetto si è dimostrato molto eclettico nei moduli.
"Lui ha tratto il meglio dagli uomini a sua disposizione studiandone tutte le caratteristiche. Ha avuto delle buone intuizioni portandole avanti con grande costanza. Un esempio: ha fatto svolgere le mansioni di trequartista a Tortori nel 4-3-1-2, nonostante lui fosse una seconda punta. Una mossa che si è rivelata azzeccata. La squadra ha potuto far bene anche perché si era creata una buona intesa di gruppo".

E poi i meriti della società.
"Il Melfi è innanzitutto una grande famiglia che va dal club ai tifosi. La società non ci ha mai fatto mancare nulla e il presidente Maglione ci è sempre stato vicino, incoraggiandoci quando ce n'era bisogno e respirando in prima persona tutti i nostri umori. E ora ci godiamo questo traguardo: ce lo siamo meritato".

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