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Fedeli: "Stanco e stufo delle critiche. Disponibile a lasciare la Samb"

Fedeli: "Stanco e stufo delle critiche. Disponibile a lasciare la Samb"TUTTO mercato WEB
martedì 14 febbraio 2017, 15:192017
di Luca Bargellini

Parole forti da Franco Fedeli, presidente della Sambenedettese, ai microfoni di Riviera Oggi. Il numero uno rossoblu arriva a mettere in dubbio la sua permanenza nel club: "Una presa di posizione di fronte agli errori arbitrali? Ha ragione ma preferisco farmi sentire di persona piuttosto che parlarne pubblicamente, nelle scorse settimanane ho discusso in modo acceso con uno di loro e ho protestato anche in Federazione. Uno investe soldi per far bene ma voi gli fate passare la voglia, gli ho detto. Ciononostante debbo dire che ieri non abbiamo giocato. Il problema più grande è una piazza difficile che ti mette subito sulla graticola, così non va bene. Non voglio che i tifosi vengano ad applaudirmi sotto casa per gli sforzi economici che sto facendo ma certe parole nei miei confronti non posso accettarle. Mi riferisco a poche persone perché sono consapevole che la maggioranza del popolo sambenedettese apprezza la mia presenza, una maggioranza però che è quella buona ma anche silenziosa. Sono in ufficio molto amareggiato per quello che ho visto e sentito, oltre naturalmente per la brutta prestazione e il risultato negativo. Mi trovo in questo momento davanti alla mia scrivania ma non ho voglia di fare un c…., la Samb dovrebbe essere per me uno sfogo oltre che un ‘giocattolo’ costoso e invece mi sta diventando un peso. Sono stanco e stufo.

Tutte situazioni che mi stanno demotivando, troppe critiche gratuite nei miei confronti. Non voglio gratitudine ma solo essere lasciato in pace. E non attaccato e magari insultato appena perdiamo una partita, pur giocando male. Se alla città non sto bene trovassero una soluzione, sono disponibile con tutti. Non sto scherzando. L’attuale situazione mi ricorda un film di Alberto Sordi: Finché c’è la guerra c’è speranza. “Se volete continuare svegliatemi alle 5, sennò statevene così”, disse l’Albertone a chi lo contestava. Lo svegliarono alle 4.30. Insomma voglio essere lasciato in pace, niente di più. Sennò trovassero qualcuno che voglia sostituirmi”.