Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Ischia, quando i ribaltoni pagano: è festa grande dopo 16 anni di attesa

Ischia, quando i ribaltoni pagano: è festa grande dopo 16 anni di attesaTUTTO mercato WEB
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com
lunedì 14 aprile 2014, 07:052014
di Stefano Sica

Tempo fa un famoso uomo politico sosteneva che un partito, epurandosi, si rafforzava. E' la straordinaria storia dell'Ischia, da ieri promossa nella Lega Pro unica al termine di un campionato quasi surreale. Pieno di emozioni contrapposte e di tanti colpi di scena. L'Ischia la sua stagione l'ha vissuta così, come in una pregiata drammaturgia da teatro di chiara fama: tra sogni di gloria e l'insidia sempre strisciante di un fallimento inaspettato. Dopo l'approdo in Seconda Divisione, il club dell'ex patron Lello Carlino era ripartito con obiettivi ancora più ambiziosi. In continuità con la cavalcata vincente che aveva riportato i gialloblù tra i professionisti. Investimenti sontuosi, un rinnovato patto tra lo stesso Carlino (coadiuvato da Dino Celentano) ed alcuni imprenditori isolani, e la prosecuzione del rapporto col tecnico della promozione, Salvatore Campilongo. Sembrava l'alba di una nuova scorribanda prima che il progetto subisse una brusca frenata. Perché certi accordi erano saltati rendendo di fatto la società meno poderosa economicamente e più condizionata da un inevitabile ridimensionamento tecnico. Ne hanno risentito i risultati, nonostante la squadra avesse tutte le stigmate, grazie ad un potenziale lussuoso per la categoria, per recitare un ruolo da protagonista assoluta. Tra alti e bassi, e una svolta che non arrivava mai, ha pagato Campilongo. Per il quale è stato fatale il doloroso flop interno col Chieti. Ma è un dato di fatto che il trainer di Fuorigrotta avesse perso, instabilità societaria a parte, la necessaria tranquillità interiore per potersi fare carico dell'obiettivo promozione. Quella serenità che Porta ha conferito al gruppo grazie anche alla sua innata capacità di lavorare coi giovani. Come le esperienze al timone del Giugliano dei miracoli e nel settore giovanile del Napoli insegnano. Il risorgimento gialloblù inizia proprio il 26 gennaio, giorno del blitz ad Aversa e dell'esordio del trainer di Procida in panchina. L'Ischia perderà man mano pezzi pregiati come Pane, Masini, Schetter, Catinali, Cascone, Mora, Nigro, Di Nardo e Pedrelli.

Insomma, una rivoluzione. E in precedenza c'erano state le dimissioni del ds Nicola Crisano che seguivano il disimpegno di Carlino. Tutto in sostanza lasciava presagire il tracollo. L'abilità di Porta è stata però quella di ottenere almeno la riconferma di una spina dorsale esperta e di grande affidabilità, imperniata sugli ischitani Mennella e Mattera in porta e nelle retrovie, oltre che su Alfano e Cunzi in mediana e in attacco. Il tutto completato dall'arrivo di diversi giovani di belle speranze, dalla promozione in prima squadra di altri under e dall'innesto di una punta di categoria come Scalzone. Ne è scaturita una nuova unità di intenti tra la società, intenzionata comunque a non lasciarsi sfuggire il traguardo della promozione, ed un roster totalmente rinnovato ma voglioso di affermarsi. E, mentre Carlino faceva sentire ai calciatori la propria vicinanza nonostante l'addio formale di qualche mese prima, ne nasceva una scalata interminabile, frutto di 21 punti in 12 partite. Anche questo, se vogliamo, è stato il trionfo della linea verde. Ma il lavoro di Porta, va detto, è stato facilitato anche dall'apporto qualitativo di Lello Di Napoli. Il vice che, in silenzio e con rara umiltà, ha gestito in prima persona il gruppo fornendo peraltro un contributo tattico decisivo nel disegnare moduli e schemi da sottoporre al tecnico. L'Ischia, quindi, torna nella Lega Pro unica a distanza di 16 anni dall'ultima apparizione in C1. Una gioia indescrivibile che ha coinvolto un'isola intera in una festa protrattasi fino a notte inoltrata. Era la seconda volta che accadeva dopo i fasti dello scorso anno. In tanti ci speravano ad agosto ma nessuno ci avrebbe scommesso un euro tre mesi fa. Merito di tecnici e giocatori, gli attori principali di questa rappresentazione. Quelli che più di tutti hanno creduto in questo sogno.