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La Lega Pro schiera Abodi. Ma la strada è tutta (o quasi) in salita

La Lega Pro schiera Abodi. Ma la strada è tutta (o quasi) in salitaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
venerdì 17 febbraio 2017, 09:152017
di Ivan Cardia

Tavecchio contro Abodi, ci siamo. Nella giornata di ieri la Lega Pro ha ufficializzato la candidatura del presidente dimissionario di Lega B al soglio di presidente della FIGC. La data del duello è decisa, il 6 marzo; i duellanti vi sono. Restano da capire le rispettive truppe, se vogliamo rimanere nell'ambito più o meno militaresco. L'attuale presidente federale può contare con certezza sull'appoggio della Lega Nazionale Dilettanti (lo ha ribadito anche ieri il neo-presidente Sibilia) dell'assoallenatori. L'AIC invece dovrebbe appoggiare Abodi, da ieri pure la Lega Pro si è dimostrata molto compatta in tal senso. 55 voti sui 60 totali (ma all'assemblea partecipavano in 57) sono una dimostrazione di intenti abbastanza chiara, ma anche il termometro del gradimento nei confronti di Gabriele Gravina. Che ha ammesso la possibilità di poter correre in prima persona, ma ha preferito appoggiare Abodi per rimanere in quella che in fin dei conti è la sua casa da non troppo tempo. Anche perché, a dirla tutta, la sfida a Tavecchio è tutta in salita.

Dilettanti e Lega Pro sono due delle componenti più pesanti a livello di voto: per capirsi, bastarono i loro voti per eleggere Tavecchio due anni e sei mesi fa. Ma il 34% dei primi non è paragonabile al 17% della seconda. Tornano decisive A e B. La seconda divisione, che pure avrebbe l'occasione di appoggiare il "proprio" presidente, non è ancora del tutto compatta in tal senso. La maggioranza è per Abodi, che in questi sette anni ha rilanciato la lega soprattutto a livello di immagine, ma c'è ancora qualche presidente da convincere e non è certo che succeda. La Lega di A, che ricordiamo pesa "solo" per il 12%, è tutta da decifrare. In teoria, le grandi sorelle sarebbero più o meno tutte dalla parte di Abodi, con qualche eccezione (Lazio, ma il Milan è un'incognita); tra le piccole, il favorito sarebbe Tavecchio, ma anche qui il rebus non ha ancora soluzione. E la sensazione rimane che si vada verso una conferma dell'attuale presidente, ma soprattutto che le prossime tre settimane di campagna elettorale saranno tutto fuorché inutili.