La Lega Pro si compatta: candidatura unica per camminare verso il futuro
Continuità per guardare al futuro. Potreste chiudere questo articolo per rileggerlo martedì 13 settembre. Vi racconteremmo della rielezione di Gabriele Gravina al ruolo di presidente della Lega Pro. Perché, dopo la faida più o meno intestina dello scorso dicembre, la terza serie calcistica nostrana ha mostrato unità d'intenti nell'esprimere le candidature. Anzi, la candidatura. Mancheranno competitors, l'attuale numero uno resterà tale. Giusto così, verrebbe da dire. E per tante ragioni, prima fra tutti quella temporale: troppo breve il periodo di presidenza trascorso fin qui per pensare di cambiare già.
Ma non solo: in un lasso di tempo così breve, i segnali di rinnovamento sono arrivati. Assieme ai fiori all'occhiello, come la partnership con l'Unicef, che in Europa sponsorizza il Barcellona e la Lega Pro. Mica male. Nel mezzo, il rinnovamento di alcune regole che negli anni scorsi avevano messo in difficoltà i club interessati. E qualche criticità, bisogna essere onesti; perché il ritorno a 60 squadre, pur obbligato, non ha regalato un'estate più tranquilla delle precedenti e nel programma allegato alla candidatura non è menzionata la riduzione del format. Anche perché, ma qui torniamo ai problemi storici del calcio, non dipende dalla sola Lega Pro, ma da un sistema che si deve riformare nel suo complesso. Dal basso o all'alto, purchessia.