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Melfi, programmazione e coesione ambientale: il segreto della vittoria

Melfi, programmazione e coesione ambientale: il segreto della vittoriaTUTTO mercato WEB
© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com
domenica 13 aprile 2014, 20:052014
di Stefano Sica

Il trionfo della programmazione e della meticolosità. E di Giuseppe Maglione, il vero dominus di questa favola gialloverde. Sguardo sempre sorridente e placido, ma tante idee per la testa che vivono e proliferano da ben 19 anni. Festeggia Melfi e lo fa con grande merito. Perchè la permanenza nella Lega Pro unica vale uno scudetto per i normanni. Dieci mesi fa Tuttomercatoweb partecipava alla "Partita del cuore gialloverde". Una giornata piena di speranza e di passione vera, collettiva, genuina. Quando il club era sospeso tra il desiderio della sopravvivenza e la paura di non farcela. Ecco perché quella di oggi è anche la celebrazione di una coesione ambientale rara da trovarsi nel mondo del calcio. L'importante per la città era esserci e non veder morire il sogno. E il Melfi i suoi successi se li è costruiti innanzitutto grazie ad un ambiente riottoso alle pressioni e agli isterismi. La squadra di Bitetto è riuscita a stazionare già dalle prime giornate nei primi otto posti utili per la promozione, mentre qualche grande arrancava prima di spiccare il volo. Un miraggio nel giugno del 2013. E' stata la vittoria personale di un ds avveduto come Gioacchino Novelli, tempestivo anche quest'anno nel costruire un team giovane e rampante senza fallire. Il Melfi infatti è tra le squadre di Seconda Divisione che ha sfruttato più di tutte il fattore dell'età media. Un po' per filosofia un po' per esigenze economiche. Quando un giovane si accasa a Melfi sa di poter trovare il terreno adatto per dare il meglio di sé. Competenza e relazioni, così ha lavorato Novelli.

E poi la direzione organizzativa impeccabile del dg Pierpaolo Castaldi. Quindi il lavoro paziente di Dino Bitetto in panchina, coadiuvato da un uomo di esperienza assoluta come Pasquale Visconti. Sì, paziente. Perché il trainer gialloverde ha dovuto spesso confrontarsi con le accuse di difensivismo. Poi è successo che la sua squadra, modellata sul 4-3-3 (successivamente 4-3-1-2), è andata a dare spettacolo in trasferta. Con sfrontatezza e audacia. Perdendo solo due gare in extremis (Castel Rigone e Cosenza) e guadagnandosi la vetta (26 punti) nella speciale classifica delle partite esterne. Avesse mostrato meno ansia al Valerio, chissà il Melfi oggi dove sarebbe. L'esperienza di Cardinale e Tortori, in difesa e in attacco, unita al talento di giovani emergenti come Muratore, Neglia, Dermaku (match winner oggi con l'Ischia e titolare inamovibile di Bitetto), Annoni, Pinna, Montenegro e Perina. Scommesse tutte vinte in un'estate di ricostruzione totale. Poi la classe di Cruz e l'apporto di Ricciardo. In ultimo, un mercato intelligente a gennaio, con l'intuizione Scialpi per dare ordine e qualità alla mediana, e gli inserimenti mirati di Cascone e Amelio. I successi si costruiscono in estate. E ora c'è una società che, legittimamente, ne raccoglie i frutti. Il Melfi è l'esempio vivente di come debba funzionare un club facendo convivere i trionfi sportivi con l'allevamento di under di valore. Complimenti. E che la favola continui.