Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Paganese, Grassadonia: "Deluso dalla poca professionalità di molti"

Paganese, Grassadonia: "Deluso dalla poca professionalità di molti"TUTTO mercato WEB
© foto di Giuseppe Scialla
venerdì 9 dicembre 2016, 15:052016
di Stefano Sica

Sono parole dure quelle pronunciate da Gianluca Grassadonia, tecnico della Paganese, alla vigilia della trasferta di Lecce. Nel mirino ancora l'atteggiamento, innanzitutto professionale, di parte del suo gruppo, che sarà naturalmente rivisto con la riapertura del mercato invernale. L'esperienza, ad esempio, di Celiento, Zerbo e Picone è ormai agli sgoccioli. E anche altri potrebbero cambiare aria. Concetti che, ancora una volta, prendono il sopravvento sull'aspetto tecnico. E che disegnano il momento delicato degli azzurrostellati, innanzitutto sul piano degli equilibri interni.

VERSO IL LECCE - "E' la prima della classe ed ha un valore aggiunto che è il proprio allenatore: Padalino è bravo e gli auguro che questo sia il suo ultimo anno in Lega Pro, merita altri palcoscenici. Il Lecce è una squadra completa: ha qualità, corsa, dinamismo e intensità. Sarà per noi una prova importante: veniamo da tre risultati utili consecutivi e ci teniamo a restare su questa scia. Troveremo un Lecce che cercherà di allungare in classifica, ma noi avremo la solita voglia di giocarci la partita senza speculare. Dovremo stare attenti perché sulle ripartenze sono micidiali".

SULL'ULTIMA SFIDA COL SIRACUSA - "Ho rivisto la partita e confermo quanto già detto: difficilmente ho incontrato una squadra così arroccata, che utilizza in continuazione la strategia del fallo sistematico e del buttarsi a terra e perdere tempo. E' anche vero che non sempre si può giocare bene. Ma devo stare qui a recriminare per i punti buttati via a Vibo e col Siracusa. E su errori e atteggiamenti che ci stanno condannando a fare questo tipo di campionato. Dobbiamo crescere".

PRIME EPURAZIONI - "Questo era per la Paganese l'anno zero. Abbiamo preso giocatori che erano a casa e che avrebbero fatto carte false per venire qui o per strappare un contratto. Li abbiamo visti e poi selezionati. Li abbiamo aspettati dando poi loro la possibilità di mettersi in mostra. Abbiamo dato loro la possibilità di sbagliare in campo e fuori. Li abbiamo perdonati dando poi loro un'altra possibilità. Parlo di grandi e piccoli. Ma poi c'è un limite a tutto. Mi auguro che la società faccia tesoro di questo e capisca che, per fare le cose in certo modo, serve programmazione. Senza di essa non si va lontano. Questo significa provare a confermare un blocco ben definito innestandolo con 10-11 nuovi elementi. Solo così si costruisce. Noi ci siamo resi conto di aver sbagliato: qualcuno ha fallito in maniera clamorosa da un punto di vista tecnico e comportamentale. Vi sarete accorti che tra i convocati mancano Celiento, Zerbo e Picone, che certamente non rientrano più nei nostri piani. Anche qualcun altro non sarà più con noi. Noi dobbiamo portare la nave in porto ma, ripeto, c'è delusione. I nostri 19 punti in classifica sono figli anche di poca professionalità, poca partecipazione, poca attenzione. I nostri errori nell'atteggiamento e nella concentrazione sono figli di questo. Qualche giovane perderà una chance importante per la propria carriera. Un tempo i giovani pendevano dalle labbra dei grandi. Oggi è cambiato tutto. C'è chi ha fatto 10 presenze in tre anni o 20 in quattro e pensa di aver fatto la finale di Champions League. Ora, a gennaio, dovremo essere bravi a sbagliare il meno possibile. Per ora qualcuno resta fuori, ma altri li seguiranno. Chi è causa del suo male, pianga se stesso. E sottolineo che queste cose che dico a voi, le ho dette in faccia ai miei giocatori. Meglio una brutta verità che una bella bugia. E prima o poi bisognava tirare una linea. Già a qualcuno, lo scorso anno, dicevo che nulla fosse dovuto a loro. Bene, molti di questi giocano in D o non giocano affatto. Adesso sono curioso di conoscere il futuro di questi. Molti hanno vivacchiato e finiva che la colpa fosse sempre dell'allenatore o del direttore. Questo è il mestiere più bello che esista. E va svolto tutto d'un fiato, senza recriminare. Ho sentito quello che ha detto Ferrigno e devo confermare tutto: a Pagani si sta bene, c'è una grande società e c'è un ambiente che ti consente di lavorare bene e serenamente. Ma le cose belle si capiscono quando non le hai più. Sono amareggiato perché in questa squadra io ci avevo sempre creduto. Se vanno via in sei, ne possono venire anche solo tre. Ma occorre che siano devastanti. E innanzitutto uomini, perché bisogna ricreare un ambiente dove non ci siano chiacchiericci e autocommiserazioni. Poi ho chiesto alla società di prendere qualcuno che mi consenta di tornare al 4-3-3 e di fare quello che mi piace".