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Savoia, trattative con due cordate. Ma la situazione resta in stand-by

Savoia, trattative con due cordate. Ma la situazione resta in stand-byTUTTO mercato WEB
© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com
venerdì 19 dicembre 2014, 07:052014
di Stefano Sica

Quella di ieri doveva essere la giornata della verità per il futuro del Savoia. Tutto è invece rimandato a metà gennaio. Quando, cioè, si terrà l'Assemblea dei soci del club oplontino a cui presenzieranno l'amministratore unico Francesco Maglione e Corrado Rezzuto, procuratore rappresentante della Segesta, azionista unico della società. Il 20 gennaio, data in cui è prevista l'assemblea, Maglione formalizzerà le dimissioni dall'incarico, come anticipato nella conferenza stampa tenutasi al Giraud. "Annuncio oggi le mie dimissioni irrevocabili, che saranno presentate formalmente in quella data - ha chiarito l'avvocato napoletano -. Sarà individuato un nuovo amministratore ma, fino a quel momento, garantirò la gestione ordinaria della società. La Segesta, a quel punto, dovrà uscire allo scoperto e assumersi le proprie responsabilità. Il 20 gennaio è un passaggio cruciale che cade in una giornata che non è stata scelta casualmente: infatti, un'eventuale nuova proprietà avrà tutto il tempo per agire sul mercato. Nel frattempo continuerò ad attivarmi per trovare nuovi investitori che vogliano entrare nel Savoia. Perché questo club non ha attualmente una proprietà". Chiarito questo aspetto, si passa all'analisi dello stato di salute economica del club. L'atmosfera nella sala stampa Leonardo Sfera è elettrica. C'è tensione ed attesa, soprattutto tra i 30 tifosi ammessi ad assistere alla conferenza su esplicito invito di Maglione. Il confronto con loro è franco e vibrante e, fortunatamente, non registra momenti di particolare nervosismo. Ma questa è l'occasione per dirsi tutto, senza peli sulla lingua. "Forse non tutti lo sanno, ma questa società non ha un solo euro di debito - affonda Maglione -. Ognuno può verificare con i fornitori. E' bene che tutti sappiano che io ho sanato un'esposizione di 128mila euro di debiti ereditati dalle precedenti gestioni. In D poi c'era un altro debito di 100mila euro di Iva, anche sanato. Non solo: sul Savoia pendeva un atto di pignoramento avanzato da un procuratore del valore di 28mila euro ai tempi di Verdezza. Abbiamo ricevuto la visita della Deloitte, che deve verificare i bonifici ai giocatori e gli F24 per i contributi, e della Covisoc, che arriva ogni tre mesi. La Deloitte ha preso atto della regolarità dei pagamenti delle mensilità relative a settembre e ottobre. Per la Covisoc siamo una società virtuosa per il modo col quale teniamo i conti a posto.

Presso la Lega sono peraltro già accantonate le somme relative agli stipendi di novembre e dicembre. Ma non sono il proprietario del Savoia, non ho rendite da poter investire, sono solo un amministratore e mi sono preso una rogna venendo qui". Poi il j'accuse: "Il budget stabilito per la gestione annuale del Savoia era di due milioni di euro: di questi, un milione sarebbe derivato dai vari contributi federali, l'altro milione doveva arrivare da altre voci come incassi, abbonamenti, sponsorizzazioni, pubblicità e merchandising. Abbiamo 25 cartelloni pubblicitari al Giraud e nessuno ha pagato. Eppure non abbiamo una sede sociale e qui allo stadio siamo ospiti, visto che l'impianto non è nostro. In una gara abbiamo stabilito l'ingresso gratuito per le donne: ne sono venute solo in 69 e gli incassi latitano". Infine, si parla delle trattative per la cessione del club: "Al Savoia bisogna garantire continuità. Chi entra deve subentrare nella fidejussione di 600mila euro stanziata ad inizio stagione dalla Segesta. E deve farlo con un protocollo di intesa. In questo senso sono stati intavolati due negoziati: il primo col gruppo di Dario Boldoni, il quale si è incontrato più volte col sindaco di Torre Annunziata ed era pronto ad impegnarsi ed a firmare questo protocollo di intesa. Il secondo ha coinvolto tre imprenditori, due milanesi ed un romano, coi quali avevamo praticamente chiuso. Questi personaggi si erano impegnati per due iniezioni finanziarie da 200mila euro ciascuna: una a febbraio e l'altra ad aprile. Ma c'era una condizione: avendo intavolato io stesso le trattative, ed essendomi esposto personalmente nella pianificazione finanziaria relativa alla gestione di questo campionato, volevano che rimanessi almeno fino al termine della stagione, per loro garanzia, l'amministratore unico del Savoia. Ma non è questa la mia intenzione. Mi sono reso conto che, per quello che si respira nell'ambiente, devo andare via". Fin qui la lunga requisitoria di Maglione che, a prescindere dall'ingresso o meno di una nuova proprietà nel Savoia, lascia intendere che il prossimo 20 gennaio la sua esperienza a Torre Annunziata potrà ritenersi chiusa. Poi succede che alcuni tifosi presenti in sala stampa facciano cadere apertamente veti e prevenzioni nei suoi confronti, invitandolo a restare in sella in caso di buon esito di una delle trattative portate avanti in queste settimane. "A noi interessa che il Savoia possa avere un futuro sereno, se una nuova società la vorrà come amministratore, per noi non ci sarà alcun problema. Vada avanti", gli dicono senza giri di parole. Inviti che forse colgono nel segno. Perché più avanti, e a conferenza chiusa, Maglione non escluderà di poter valutare una sua permanenza a Torre con un nuovo proprietario. Il 20 gennaio, si spera, sarà il giorno della verità.