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Sostenibilità e competitività: le due parole chiave della nuova Lega Pro

Sostenibilità e competitività: le due parole chiave della nuova Lega ProTUTTO mercato WEB
martedì 31 maggio 2016, 09:152016
di Ivan Cardia

Tanta carne al fuoco, per qualcuno anche troppa. La Lega Pro continua il suo percorso di riforme, con un'altra assemblea come snodo cruciale. Si parla, anche troppo per chi non è abituato a un clima di discussione, si discute, il Presidente Gravina mette in chiaro i punti fondamentali del suo progetto. La tv pay-per-view, simbolo della nuova strategia comunicativa della terza divisione calcistica italiana; un (non tanto) velato accenno di polemica nei confronti di quelli che altrove si definiscono "poteri forti", che si disinteressano della Lega Pro quando si tratta di modificare il sistema calcio. La possibilità di allargare i playoff per rendere più competitivo e spettacolare il campionato nella sua parte finale. Lo sponsor da mettere sulle maglie, una rimodulazione dei gironi per evitare che si riducano a una sorta di campionato interregionale.

E le seconde squadre? In soffitta, almeno per ora: lo stesso Gravina ha detto di apprezzare l'interesse della stampa per l'argomento, ma anche di ritenere prioritari altri punti del proprio programma, anche perché sull'argomento serve il placet delle altre istituzioni, dal Consiglio Federale in giù. Più importante definire il volto della Lega Pro: più sostenibile, per i tifosi, per le società, per la lega stessa. La sostenibilità è uno degli elementi chiave, per capire le intenzioni di Gravina e dei suoi collaboratori. Dalla sede, che potrebbe cambiare perché il momento storico fa sentire "a disagio" l'occupante di un palazzo tanto bello quanto costoso; alla composizione dei gironi, che dovranno essere più competitivi ma non tanto da prevedere costi insostenibili per le squadre interessate; per finire con la possibilità di ridurre il numero di società partecipanti ai campionati. Il ritorno al format da 60 squadre è un obbligo, perché così prevedono le NOIF, ma come ha chiarito Gravina è impossibile non contemplare l'ipotesi di ridurre negli anni a venire il numero di concorrenti. Per avere una Lega Pro più sostenibile, più competitiva a livello economico globale, pronta a guidare il processo di riforma del calcio italiano.