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tmw / livorno / Calcio
Bordocampo. Poggi e buche non fanno pariTUTTO mercato WEB
© foto di Roselli/LR Press
sabato 22 novembre 2014, 21:36Calcio
di Emilio Guardavilla
per Amaranta.it

Bordocampo. Poggi e buche non fanno pari

Frosinone – Un viaggio di 425 chilometri per giocare in uno stadio storicamente caldo e statisticamente difficile. Il Matusa di Frosinone, di fatto e di nome, grazie all’intuizione di un’autorevole firma del giornalismo locale, è quel che si suol dire un campaccio per molte squadre proprio per l’atmosfera che infiamma ogni partita di qualsiasi categoria. Ci rinfranca sapere che qui il Livorno, nei pochi precedenti, ha sempre raccolto punti. Un Craven Cottage in salsa ciociara, già sold out da inizio settimana, è la perfetta cornice di un match che a settembre in pochi ipotizzavano come di cartello. Ieri, per iniziativa personale del numero 18 gialloblu supportata dalla dirigenza della società i prezzi dei tagliandi sono maggiorati di 1€ come contributo alla ricerca contro la FOP e questo fa del bene al calcio in generale. Poco dopo l’apertura dei cancelli i circa 6000 tra paganti e abbonati urlano ai quattro venti il loro cuore gialloblu; le finestre di via Mola Vecchia e di via Kennedy tremano ad ogni coro. D’altronde gli uomini di Stellone, il tecnico romano de Roma dal 2012, il più giovane allenatore della Serie B, sono lassù in seconda posizione e vogliono, come minimo, rimanerci. Con le 5 permanenze consecutive in Serie B il Frosinone è di fatto la terza squadra più blasonata della regione subito dopo le due capitoline in massima serie. C’è di che cantare a squarciagola ed esaltarsi di questo nuovo stato di cose, l’entusiasmo intorno ai Leoni è più che giustificato. Quando Luigi Nasca della sezione di Bari fischia l’inizio di questo anticipo di alta classifica sono in pochi a sentirlo, i 22 e qualcun’altro nelle immediate vicinanze del terreno di gioco. Mister Stellone ci teme e per l’occasione cambia 5/11 del 4-4-2 che ha patito il brusco capitombolo di Pescara. Tra essi Federico Dionisi, il numero 18, appunto, che con alle spalle 124 presenze e 41 gol in maglia amaranto ha un motivo in più per voler ben figurare; e lo fa. Il Livorno parte bene, con il piglio e la determinazione che tutti di aspettano.

Quando ancora i residui dei fumogeni del fischio di inizio non sono del tutto svaniti passiamo in vantaggio su una perfetta azione di contropiede. Vantaggiato, con una sponda degna de Lo Scuro dei tempi migliori, innesca nella propria trequarti Siligardi che dopo 40 metri palla al piede fulmina l’incolpevole Zappino. Troppo bello? Troppo facile? O forse troppo presto? E’ l’insieme di queste tre risposte affermative che da significato ad un pareggio fulmineo su calcio d’angolo. Sul pari la partita è vibrante e fa divertire il pubblico. Gioco e occasioni per entrambe. Al 38’ Frosinone avanti. Dal lato corto dell’area di rigore Ciofani, non prima di aver messo fuori causa Bernardini con maniere che definire poco ortodosse è riduttivo, mette in mezzo per Dionisi che non sbaglia, segna ed esulta solo in cuor suo. Il primo tempo si chiude con il protrarsi delle proteste sul presunto fallo in occasione del gol, mentre la partita si chiude di fatto al 52’ quando Lambrughi si vede sventolare il secondo giallo. Sotto di un gol e in inferiorità numerica tutto quello che accade dopo e porta al risultato finale serve solo per gli almanacchi. Nella ripresa uno striscione esposto nella Nord esprime totale ed imparziale solidarietà al capitano piombinese; e questo fa onore ai padroni di casa. Al 77’, dopo un gol, due traverse ed un considerevole numero di palloni ben giocati, Dionisi viene sostituito. La standing ovation è più che meritata. Si potrebbe recriminare per un rigore non concesso sullo 0 a 0 (11’ su Vantaggiato), reclamare maggior equità per i contrasti in area (punito quello di Djokovic nella ripresa, fotocopia di quello incriminato) o contestare entrambe le ammonizioni di Lambrughi. Sarebbe inutile oltre che poco sportivo. Molto più onesto e senza dubbio costruttivo è riflettere e lavorare sulle mancanze palesate in un match così importante. Per esempio come rifornire il tridente con un pressing così pesante, come gestire al meglio le palle inattive in fase difensiva o trovare una soluzione alle reazioni ingenue di alcuni giocatori. Già da oggi.

All’imbocco dell’A1 l’ultima nota di una serata da non dimenticare: “Nel calcio poggi e buche non fanno piano”. Frosinone- Livorno 5 a 1.