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tmw / livorno / Calcio
Bordocampo. La musica non cambiaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
lunedì 23 marzo 2015, 23:44Calcio
di Emilio Guardavilla
per Amaranta.it

Bordocampo. La musica non cambia

Livorno - La settimana numero 12, quella del dopo Spezia, è iniziata con le scuse pubbliche della squadra, che per bocca del capitano ha recitato pubblicamente il mea culpa per la sciagurata prestazione del Picco. Le scuse non richieste, oltre che a validare delle accuse più o meno formulate, “chi si scusa si accusa” è la versione italiana del proverbio, sono segno evidente di grande maturità oltre che di piena consapevolezza dei propri mezzi e dei propri limiti. Si tratta quindi di un atto di grande coraggio e di inusitata umanità e come tale va apprezzato. La settimana numero 12, è poi proseguita con il mea culpa della presidenza che dopo la sciagurata prestazione del Picco si è battuta il pugno sul petto ed ha provveduto a sollevare dall’incarico mister Gelain affidando la guida della squadra a Christian Panucci, calciatore dalla carriera straordinaria e allenatore alla prima esperienza in assoluto. A Livorno-Cittadella siamo ad applaudire il terzo mister della stagione e il ventottesimo della gestione, entrambe in corso. Nell’era Spinelli la media di allenatori ingaggiati è finora di 1,86 a stagione. Sorvolando sul fatto che il secondo decimale è periodico e quindi la cifra è arrotondata per difetto, anche questa operazione, in una fase così cruciale del torneo, va vista come un segnale inequivocabile di chiarezza di intenti e come tale va apprezzato. Il treno per la A corre veloce e le stazioni in cui poter salire sono rimaste davvero poche. E’ vero che è stata la settimana dell’eclissi di sole ma è stata anche la settimana dell’equinozio di primavera. Mister Panucci non ha esperienza ma manifesta personalità da vendere, è un personaggio molto televisivo ma palesa un’etica ispirata a valori universali indiscutibili, è un uomo dal palma res smisurato ma dimostra un’umiltà da manovale del calcio; uno che vuol ricominciare da zero con immutata ambizione. E’ comunque un debuttante; non allo sbaraglio ma pur sempre un debuttante. Altrettanto non si può dire di Claudio Foscarini, allenatore del Cittadella da 10 anni con alle spalle oltre 600 panchine tra B e C. L’esperienza che ha maturato in 24 anni di onorata carriera la si intuisce da come mette in campo la sua squadra e dal modo con cui ha catechizzato i suoi sull’impostazione mentale da tenere e sulla tattica da perseguire.

Nel primo tempo, per quanto ci riguarda, l’inconsueto tridente non brilla, i 4 di centrocampo sembrano in preda ad una crisi di identità, i 3 difensori non fanno la bella vita con i coriacei avanti granata. Per tutti i 45’ la Nord dichiara amore eterno alla squadra. La Sud, sono una trentina, fa altrettanto nel proprio dialetto. Il Cittadella, anch’essa alle prese con assenze importanti, ha un gioco ben consolidato e fa la sua partita senza demeritare. Non è il Real Madrid ma quando gli fischiano un rigore a favore i suoi giocatori segnano come tutti gli altri; Sgrigna al 40° per fallo di mano di Galabinov. Per la decisione del signor Luca Sacchi di Macerata sugli spalti si grida allo scandalo, alla moviola un po’ meno. Nella ripresa Jefferson e i suoi scarpini dai lacci rossi come quelli di Dylan Dog rimangono negli spogliatoi per favorire l’entrata di Moscati. Al 12° l’arbitro si dimostra ancor più rigoroso per il secondo giallo comminato a Bernardini, colpevole di un fallo di mano non proprio limpido, braccio incollato al corpo, e scatena le ire di Panucci finora imperturbato nel suo abito di rappresentanza. Al 22° Gonnelli per Ceccherini. Intorno alla mezz’ora inizia la contestazione vera e propria anche perché il portiere Andrea Pierobon, 46 anni portati egregiamente, continua a non essere infastidito in nessuna maniera nonostante lo sforzo profuso da tutti i giocatori amaranto. Molto prima che si ripetano le scene di La Spezia i pochi spettatori cominciano a sfollare con passo lento e capo chino. A bordocampo, con toni più o meno esasperati nei vari settori, non si può far a meno di ammettere che l’ennesimo cambio di allenatore non ha scaturito la pronta inversione di tendenza tanto auspicata. –“La musica non cambia”.