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tmw / livorno / Calcio
Bordocampo. Maglia nuova, bella vittoriaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
lunedì 26 gennaio 2015, 15:16Calcio
di Emilio Guardavilla
per Amaranta.it

Bordocampo. Maglia nuova, bella vittoria

Livorno – Sono mille i bambini che hanno sfilato lungo la pista dello stadio prima del fischio d’inizio. Mille giovani calciatori della città e della provincia che corrono dietro a un pallone e al sogno di fare da grandi il mestiere più bello del mondo. Mille borsoni preparati con cura e mille vigilie difficili da dormire, mille compiti rimandati a domani e mille divise lavate e stirate prima che indossate con fierezza. Sugli spalti mille madri preoccupate e premurose o mille padri preoccupati e orgogliosi. La cornice è la più bella ed emozionante che la società potesse concepire, l’evento è di quelli da segnare sul calendario di una vita. Livorno-Brescia è la prima partita casalinga di un anno speciale, unico e indimenticabile, oltre che quella di un tecnico che esordisce, non certo a cuor leggero, davanti al suo pubblico dopo la serata magica di Carpi. Ora vuole sentire il caldo abbraccio del Picchi e ricambiarlo come si deve visto che già da molto tempo prima della gara canta e inneggia l’eterna fede amaranto. Oltre al calore profuso dagli spalti ci confortano l’ultima prestazione convincente, i cui tre punti valgono il doppio per come meritati, ed alcune promettenti mosse di mercato comunque condotte all’insegna del fair play economico. Sui torsi gonfi di sentimenti contrastanti dei nostri la maglia disegnata per questi primi cento anni con tanto di quartina dell’inno riportata all’interno; nelle gambe tutte le altre strofe da recitare ad alta voce appena possibile. Il Brescia si presenta con il tradizionale azzurro Savoia con V bianca e parecchi punti in meno rispetto alle promesse estive, in considerevole ritardo sulla tabella di marcia che la dirigenza aveva pianificato. Il quartetto arbitrale conduce l’ingresso in campo con la t-shirt rossa della Fondazione Theodora Onlus, l’impagabile associazione che regala sorrisi a chi non ha fortuna a sufficienza. Sulle panchine sussultano le emotività di un tecnico in carica da poche settimane, il nostro, e quelle di uno in carica da pochi giorni, mister Salvatore Giunta alla guida della Leonessa; gli in bocca al lupo alla stretta di mano sono sinceri e motivati. Al quarto d’ora recuperiamo lo svantaggio inflittoci da Corvia su un assist filtrante che poteva essere gestito in modo migliore con una perla di Enej Jelenic, unico a credere in un lancio poco convinto dalla nostra tre quarti sinistra.

Lo sloveno approfitta delle incertezze di Zambelli e Caracciolo (Antonio, non Andrea l’Airone) e supera il portiere avversario con una cucchiaiata da vero gourmet. Alla mezz’ora siamo avanti grazie ad una sponda col contagiri di Vantaggiato che mette Siligardi in condizioni di non sbagliare sotto misura e prima dell’ora di gioco, è il 55’, rimpinguiamo il bottino con l’incornata di Gonnelli su calcio franco di Emerson dalla sinistra. Il giovane talento livornese confesserà alla stampa che non è stato facile capacitarsi di aver realizzato il suo primo gol in prima squadra. Ovazioni, applausi e gioia a non finire, interrotti solo dal gol di Sestu a 20 minuti dalla fine. Di questi 20 minuti, 15 sono un brutto quarto d’ora perché il Brescia è ancora vivo e si fa sentire, così come il malumore suscitato da questa benedetta difesa a 3 che deve ancora essere oliata a dovere. Il signor Maresca di Napoli, visibilmente appannato anche a causa di un’inclemente casacca giallo limone, ci mette del suo con una direzione che a detta di molti non è impeccabile soprattutto dal punto di vista della posizione. L’epiteto più benevolo che si guadagna in questo frangente riguarda l’ambito coniugale. Ma il Livorno dimostra di saper soffrire e di farlo con dignità oltre che a saper reagire come si addice ad una squadra con gli attributi. Allo scadere Djokovic fa partire un V2 da fuori area che si insacca alle spalle dell’incolpevole Arcari, che è un buon portiere ma non Mister Fantastic, e ci fa tirare l’ennesimo sospiro di sollievo. 6 minuti di torello e triplice fischio. E’ stata partita vera e dura nonostante il poker: due teste rotte e contusioni di varia natura, il terzo tempo ricorda la scena madre di Addio alle armi. Ne è valsa la pena: stasera saranno almeno mille ad addormentarsi con il sorriso sulle labbra. Da un sorriso tutt’altro che acerbo e non proprio completo di denti di un abbonato della laterale Nord intorno alle 17 escono queste parole: “La maglia nuova l’abbiamo incignata a modo”.