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tmw / livorno / Calcio
Bordocampo. Niente è cambiato, per oraTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 29 novembre 2015, 14:04Calcio
di Emilio Guardavilla
per Amaranta.it

Bordocampo. Niente è cambiato, per ora

Livorno – Eravamo oltre 5mila a salutare il nuovo allenatore, l’ennesimo, l’ultimo di una serie immemorabile, l’ulteriore nome e cognome da aggiungere ad una lista infinita, destinata a protrarsi per tutta la durata di questo ciclo che da sempre ci ha fatto gioire e soffrire con la stessa intensità. Eravamo infreddoliti e ansiosi, increduli e amareggiati, tutti determinati a non affezionarsi troppo all’uomo di turno seduto di fronte alla tribuna lato nord; ed allo stesso modo tormentati da quella congenita illusione che ci fa sperare che questo signore, oggi si tratta di Bortolo Mutti, sia quello giusto per farci tornare allo stadio senza patemi d’animo. La presidenza ci ha abituato a ribaltoni e stravolgimenti, a staff e organigrammi che cambiano come il vento, a strategie e politiche societarie imperscrutabili, questo è ormai un dato di fatto. Ma l’amore incondizionato per l’amaranto ci fa soprassedere anche questa volta, sia essa quella buona o meno, e ci fa intravedere in quel signore in training davanti alla panchina uno special one a cui affidare i nostri sogni. Benvenuto e buon lavoro, mister Mutti.

Per la 15esima di andata ospitiamo il Novara di Marco Baroni, una neopromossa sfrontata e sbarazzina che è già avanti di una lunghezza nonostante la penalizzazione iniziale di due punti. Non è la gara adatta per fare esperimenti. Una rosa dall’indubbio valore tecnico, abituata alla lotta e al sacrificio, che non stona nelle zone alte della classifica. Arriva a Livorno con un ruolino di marcia, al contrario del nostro, di tutto rispetto. Arriva a Livorno acciaccata e rimaneggiata ma gioca la sua partita come se niente fosse.

La terza vittoria esterna del Novara, il settimo risultato utile consecutivo, si concretizza grazie alla rete dell’argentino di passaporto italiano Pablo Andrés González che, a fine primo tempo, imbeccato da Galagol, sfrutta da vero rapace di area di rigore un disimpegno leggero della nostra retroguardia. Anche questo un film visto e rivisto, una sequenza di fotogrammi che fa male al cuore e, d’ora in avanti, anche alla classifica. E’ uno dei mali cronici del Livorno di quest’anno, il prezzo pagato dalla gioventù e dalla inesperienza quando si varca la soglia del calcio che conta.

La squadra non ha demeritato, il risultato è, come già in passato, troppo severo. Quando l'arbitro Riccardo Pinzani della sezione di Empoli fischia tre volte il Livorno esce battuto ma a testa alta, impossibile non elogiare i ragazzi per l’impegno profuso. Il tabellino è pieno di azioni e conclusioni, due pali e occasioni sfumate per un nonnulla. Il tabellino è vuoto di pizzichi di fortuna, oggi siamo stati audaci, e di quegli episodi favorevoli che molto spesso fanno la differenza. Consci di essere in credito con la buona sorte, rimbocchiamoci le maniche è prepariamoci, lavorando a testa bassa, a farci risarcire. Il vento del cambiamento soffierà nella giusta direzione. E’ questo che fa sopravvivere gli inguaribili romantici e i fatalisti del pallone; anche se non c’è di mezzo nessun special one.